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beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Sesto Fiorentino
Firenze
chiesa
parrocchiale
S. Romolo a Colonnata
Parrocchia di San Romolo a Colonnata
Pianta; Facciata e portico; Campanile; Interno; Pavimenti e pavimentazioni; Coperture
presbiterio - aggiunta arredo (1970)
XI - XI(origini carattere generale); 1234 - 1299(cenni storici carattere generale); 1339 - 1371(cenni storici - citazioni carattere generale); 1450 circa - 1490(realizzazione affresco - cenni storici Compagnia di S. Giovanni Decollato); 1529 - 1581(realizzazione affreschi Compagnia di S. Giovanni); 1625 - 1647(ricostruzione altari e dipinti su tela interno chiesa); 1687 - 1699(riedificazione altare
cenni storici chiesa
secondo altare a sinistra ); 1687 circa - 1705 circa(rifacimento barocco interno chiesa); 1705 - 1705(riedificazione altare chiesa
primo altare di sinistra); 1751 - 1751(realizzazione dipinto su tela); 1753 - 1770(realizzazione opere in porcellana arredi interni ); 1783 - 1783 circa(realizzazione opere in porcellana altar maggiore
arredi
fonte battesimale); 1815 - 1826(restauri alla chiesa
ampliamento canonica chiesa e canonica); 1833 - 1860 circa(cenni storici
realizzazione dipinto carattere generale
soffitto aula); 1886 - 1898(cenni storici carattere generale - parrocchia); 1920 - 1927(rifacimenti interni
cappella fonte battesimale chiesa - interno); 1944 - 1944(cenni storici carattere generale); 1955 - 1970(cenni storici carattere generale); 1985 - 1985(vicende conservative sede dell’ex Compagnia); 1986 - 1994(cenni storici carattere generale); 2019 - 2020(vicende conservative sede dell’ex Compagnia)
Chiesa di San Romolo a Colonnata
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Romolo a Colonnata <Sesto Fiorentino>
Altre denominazioni Prioria di San Romolo
S. Romolo a Colonnata
Ambito culturale (ruolo)
romanico (impianto)
barocco (rifacimento)
tardo barocco (rifacimento)
Notizie Storiche

XI  (origini carattere generale)

La chiesa di S. Romolo a Colonnata, toponimo noto fin dal IX secolo e connesso alle arcate dell’acquedotto romano (alcune recenti indagini nell’area retrostante la chiesa di S. Romolo hanno portato alla luce porzioni di strutture in pietrame connesse a elementi secondari dell’acquedotto stesso), è riferibile forse a prima del Mille e nel suo territorio vi possiede terre il vescovo fiorentino Pietro Mezzabarba (circa 1030-post 1071), che nel 1067 le dà in affitto ad Albizzo di Azzo (degli Ubaldini?) per 6 denari d’argento.

1234 - 1299 (cenni storici carattere generale)

Nel 1234 la chiesa di S. Romolo è documentata per la prima volta e ne è rettore prete Giovanni. Nel 1243 è concesso in affitto un terreno di proprietà della chiesa, essendone testimone Guglielmo di Ubaldino degli Ubaldini. Nel 1299 il rettore, prete Caccia, riceve alcuni incarichi dal vescovo di Fiesole fra’ Agnolo da Camerino. Il patronato spetta al ‘popolo’ e vi esiste la Compagnia della SS. Annunziata.

1339 - 1371 (cenni storici - citazioni carattere generale)

Nel 1339 il rettore di S. Romolo, prete Tinaccio, rinuncia alla chiesa, essendo nominato canonico a Lucca. Nel 1360 muore il rettore prete Baldo, ascritto alla Misericordia di Firenze. Sono munifici benefattori della chiesa gli Alberti Ristori, proprietari di vasti beni verso Sesto (il loro stemma è “troncato merlato d'oro e di rosso”). La chiesa è ancora citata nel 1371.

1450 circa - 1490 (realizzazione affresco - cenni storici Compagnia di S. Giovanni Decollato)

Nella seconda metà del Quattrocento viene affrescata una “Pietà”, con Cristo deposto tra la Madonna, S. Giovanni e la Maddalena, sopra l’altare della sede dell’altra Compagnia, dedicata a S. Giovanni Decollato, posta di lato alla chiesa. Nel 1490 è unita a S. Romolo la chiesa di S. Giusto a Gualdo. Il patronato della scarsella spetta ai Della Tosa, che fin dal Trecento possiedono vari beni nella zona (nel 1332 Simone Della Tosa aveva fatto erigere a Colonnata una torre merlata).

1529 - 1581 (realizzazione affreschi Compagnia di S. Giovanni)

Dopo che nel 1529 viene atterrato lo spedale per ecclesiastici posto lungo il Mugnone e intitolato a S. Sebastiano e la Compagnia che si riuniva nel suo oratorio trova una sede nella chiesa di S. Romolo fino al 1578. Nel Cinquecento viene affrescata la vicina sede della Compagnia di S. Giovanni Decollato, con le raffigurazioni degli “Apostoli” entro nicchie illusorie. I Capitoli di tale Compagnia risalgono al 1544. Nel 1581 invece sono rifatti i Capitoli della Compagnia della SS. Annunziata. In quel secolo è realizzato anche un Crocifisso ligneo, forse fin da allora per uno degli altari laterali.

1625 - 1647 (ricostruzione altari e dipinti su tela interno chiesa)

Nel 1625 Bartolomeo Salvestrini (1599-1633) esegue una tela con l’“Annunciazione” per il primo altare di sinistra. Un anonimo pittore dipinge un’altra tela per la chiesa (una “Madonna in gloria con Cherubini e tra i Santi Domenico, Carlo Borromeo e San Romolo” per il secondo nuovo altare di destra. Nel 1647 Jacopo e Alessandro Jacopi (cosiddetti della Consorteria de’ Veneri, famiglia proveniente dall’area montana del pratese-pistoiese nei pressi di Vernio), in ottemperanza delle ultime volontà di Elisabetta di Jacopo Lapaccini, moglie di Lorenzo Jacopi, fanno ricostruite il fatiscente altare del Salvatore o del Crocifisso (il primo a destra), nel cui dossale si trova il Crocifisso ligneo cinquecentesco. Nei plinti laterali sono apposti gli stemmi familiari (“d'oro, al porco rampante di nero, cinghiato d'argento”).

1687 - 1699 (riedificazione altare, cenni storici chiesa, secondo altare a sinistra )

Nel 1687 il rettore, don Jacopo Cavini, ed Jacopo Fontana, patrono del secondo altare di sinistra, fanno riedificare l’altare medesimo. Tra il 1688 ed il 1699 l’arcivescovo Jacopo Antonio Morigia (1633-1708) eleva la chiesa a prioria e la consacra. I Nemi divengono patroni della cappella maggiore al posto dei Della Tosa e la restaurano.

1687 circa - 1705 circa (rifacimento barocco interno chiesa)

Tra Seicento e Settecento la chiesa viene interamente rifatta in forme barocche. Sono realizzate la volta a botte ribassata e lunettata che copre la nave, la cantoria, la mostra dell’organo, le finestre centinate laterali.

1705  (riedificazione altare chiesa, primo altare di sinistra)

Nel 1705 è rifatto anche il primo altare di sinistra, di pertinenza dell’Opera della chiesa (la vecchia Compagnia della SS. Annunziata), dedicato all’Annunciazione, dove è ricollocata la tela di omonimo soggetto del Salvestrini. L’opera segna l’ultimazione dei lavori di riqualificazione interna dell’edificio.

1751  (realizzazione dipinto su tela)

Nel 1751, secondo talune fonti, Giuseppe Romei (1710-1785), che tra il 1742 e il 1752 presta la propria opera come collaboratore esterno nella vicina fabbrica di porcellane di Carlo Ginori (1702-1757), fondata nel 1737 a Doccia, sotto le iniziali direttive del pittore austriaco Johann Carl Wendelin Anreiter, dipingerebbe una tela per la chiesa (ma in quegli anni l’artista è noto solo per pitture su ceramica e in seguito come frescante, avendo dipinto su tela esclusivamente nella primissima gioventù, allievo di Antonio Puglieschi, fino agli albori degli anni Trenta del Settecento).

1753 - 1770 (realizzazione opere in porcellana arredi interni )

Nel 1753 la manifattura di Doccia realizza un Crocifisso in porcellana policroma e due medaglioni raffiguranti “San Romolo” e “San Giovanni Battista” per la sede della Compagnia di S. Giovanni Decollato, sotto la direzione del ceramista e scultore Gaspero Bruschi (1710-1780), capo modellatore della manifattura Ginori fin dal 1737. Secondo talune fonti, già tra il 1760 e il 1770 sono eseguiti dal Bruschi cinque “Angeli” (da altre fonti dati invece al 1783 e contestuali al’altar maggiore).

1783 - 1783 circa (realizzazione opere in porcellana altar maggiore, arredi, fonte battesimale)

Nel 1783, su commissione del senatore Lorenzo Ginori (1734-1791), figlio del predetto Carlo, in occasione delle sue nozze con Maria Francesca del balì Benedetto Lisci (1765-1847) di Volterra, Giuseppe Ettel (1747-1804), già modellatore alle dipendenze del Bruschi e direttore del reparto scultura dopo la sua morte, realizza l’altar maggiore, composto di pannelli in porcellana bianca con profili dorati e decorato con rilievi policromi modellati a forma di girali, cornucopie ed elementi geometrizzanti. Reca un tabernacolo miniato da Giovan Battista Fanciullacci, dal 1772 capo dei pittori della manifattura Ginori, membro di una famiglia delle più importanti per la manifattura stessa, che vi lavorerà dal 1759 al 1825. Per lo stesso altare sono modellati dall'Ettel anche quattro serie di candelieri bianchi lumeggiati in oro ed un grande Crocifisso, circondato da quattro degli Angeli predetti, due lampade attorno al tabernacolo e alcune secchiole per l’acqua benedetta.

1815 - 1826 (restauri alla chiesa, ampliamento canonica chiesa e canonica)

Fra il 1815 ed il 1826 l’arcivescovo Pier Francesco Morali (1758-1826) stabilisce che la sacra della chiesa si celebri il 19 ottobre. È allora rettore della chiesa don Michele Turillazzi (m. 1843), che nel 1818 restaura l’edificio sacro ed amplia la canonica.

1833 - 1860 circa (cenni storici, realizzazione dipinto carattere generale, soffitto aula)

Nel 1833 il ‘popolo’ di S. Romolo conta 749 anime, nel 1845 763 e nel 1847 785. Dal 1843, dopo don Turillazzi, è parroco della chiesa don Ranieri Guasti (1802-1854), che lo rimane per dieci anni, fino alla morte. Il patronato spetta al granduca “per le ragioni del popolo”. In chiesa è conservata “la testa di S. Patrizio Martire in un Reliquiario a urna nera d’ebano con rapporti di ottone, che sta in una incassatura nel muro dell’altare del Crocifisso, e si espone nel giorno di tutti i Santi” (Luigi Santoni). In tale epoca la chiesa “suol essere nei giorni festivi ufiziata con musica dei dilettanti suoi popolani, tutti manifattori e impiegati nella fabbrica” Ginori di Doccia. Vi esiste sempre la sede della Compagnia di S. Giovanni Decollato. Nella volta della nave Olimpio Bandinelli (1816-1884) dipinge la “Gloria di San Romolo”.

1886 - 1898 (cenni storici carattere generale - parrocchia)

Nel 1886 è parroco di S. Romolo don Luigi Daddi, che lo risulta essere ancora nel 1898; allora la parrocchia conta 1.100 anime. A fine Ottocento il borgo di Colonnata subisce un ingente ingrandimento urbano.

1920 - 1927 (rifacimenti interni, cappella fonte battesimale chiesa - interno)

Attorno al 1927 il parroco di S. Romolo, don Ottavio Bertini (1876-1954) da San Mauro di Signa, esegue importanti opere di restauro alla chiesa. Viene realizzata la cappella del fonte battesimale, dove viene collocato il fonte, opera della manifattura Ginori risalente al 1920, con altre decorazioni, sempre della manifattura Ginori.

1944  (cenni storici carattere generale)

Durante la notte tra il 2 e il 3 gennaio 1944 una trentina di “repubblichini” sparano alcune raffiche di mitra contro la porta della canonica di S. Romolo e prelevano il parroco don Bertini per trattenerlo tre notti al carcere delle Murate, avendolo confuso con altra persona.

1955 - 1970 (cenni storici carattere generale)

Dal 1955, dopo don Bertini, diviene parroco di S. Romolo don Silvano Nistri (n. 1926) da Sesto Fiorentino, presbitero diocesano, che lo rimarrà fino al 1986, quando diverrà pievano di S. Martino a Sesto. Egli sarà un prolifico scrittore ed autore di un libro sulla storia della chiesa di S. Romolo. Nel 1970 la parrocchia di S. Romolo conta 4.000 anime.

1985  (vicende conservative sede dell’ex Compagnia)

Nel 1985 è restaurata l’adiacente sede dell’ex Compagnia di San Giovanni e nell’occasione sono ritrovati gli affreschi del XVI secolo, oggi visibili a parete, ma già noti agli inizi del Novecento e ricordati dal Carocci.

1986 - 1994 (cenni storici carattere generale)

Dal 1986 diviene parroco don Carlo Giorgi (1948-2020), in seguito, dal 1994, proposto di S. Giovanni Battista a Firenzuola. Nel 1993 la parrocchia di S. Romolo conta 6.200 anime.

2019 - 2020 (vicende conservative sede dell’ex Compagnia)

Nel 2019 l’architetto Barbara Gaballo di Sesto Fiorentino, progetta il restauro della sede dell’ex Compagnia di S. Giovanni Decollato, i cui nuovi lavori iniziano nel 2020.
Descrizione

La chiesa di S. Romolo si trova a Colonnata (94,80 m s.l.m.), frazione del Comune di Sesto Fiorentino. Sorge “alla base del Monte Morello” (Emanuele Repetti). Il complesso è costituito dalla chiesa e dalla canonica, posta, con i locali parrocchiali, sul lato destro. Sul retro è la torre campanaria. Addossata sul lato sinistro è la sede dell’ex Compagnia di S. Giovanni Decollato. I rivestimenti esterni sono ad intonaco tinteggiato in bianco crema. Il sagrato in ascesa è lastricato in cotto, con mattoncini disposti a spinapesce. La facciata è a capanna, la pianta ad aula.
Pianta
La chiesa ha pianta ad aula orientata a est. Lungo la parete sinistra dell’aula è un accesso all’adiacente sede dell’ex Compagnia di S. Giovanni Decollato. Le dimensioni indicative dell'interno della chiesa sono: lunghezza totale: m 21,80; lunghezza fino all'arcone presbiteriale: m 17,50; larghezza della navata: m 7,80.
Facciata e portico
La facciata è a capanna. Il portico antistante ha una copertura a leggio poggiante su sei pilastri a pianta ottagonale in muratura con capitelli in arenaria e prende sia la chiesa che, lateralmente, la sede dell’ex Compagnia e l’ingresso alla canonica. Tre sono i portali in arenaria: da quello sul lato sinistro, architravato, si accede alla sede dell’ex Compagnia, da quello sul lato opposto alla canonica ed ai locali parrocchiali, dall’altro centrale alla chiesa. Numerose sono le epigrafi funebri a parete, per lo più ottocentesche, tra le quali quelle del parroco Ranieri Guasti (1854), del giovane pittore Luigi Baldassini (1848-1867), amico dello scultore Leopoldo Costoli (1850-1908), del chimico Giusto Giusti (1821-1858), dipendente della manifattura di Doccia al tempo del marchese Lorenzo Ginori Lisci (1838-1878), realizzata in porcellana policroma e con il busto del defunto, di Fedele Viziale (1812-1872) da Castelnuovo d’Asti, maestro dei tornitori della medesima manifattura assunto sempre da Lorenzo Ginori. Il portale di accesso alla chiesa è architravato ed in arenaria, recante nell’architrave due stemmi degli Alberti Ristori; il portone è ligneo.
Campanile
Il campanile è a torre, intonacato, provvisto di una cella campanaria con un ampio fornice centinato su ciascuna faccia e con quattro campane.
Interno
L’interno è pianta rettangolare, ad aula culminante nel presbiterio, preceduto da una balaustra in arenaria; è rialzato di tre gradini curvilinei e reca al centro il maestoso altar maggiore in ceramica invetriata della manifattura Ginori del 1783. Presenta tre gradi, al centro dei quali è il tabernacolo frontonato in ceramica, con lo sportello in ottone, ove sul fronte sono due mattonelle in ceramica raffiguranti l’“Istituzione del Sacramento dell'Eucarestia in un dialogo tra Cristo e San Pietro alla presenza degli Apostoli e del Padre Eterno benedicente”, affacciato ad una lunetta situata sopra lo sportello, opera del Fanciullacci. La mensa, con paliotto in piastrelle di ceramica, poggia su balaustri a piramide rovescia, recanti lo stemma dei Ginori Lisci (“partito: nel 1° troncato: a / d'azzurro, alla sbarra d'oro caricata di tre stelle a otto punte del campo, b / partito d'azzurro e di rosso, al leone d'argento nel primo e il secondo «embrassé» d'argento; nel 2° d'oro, alla fascia d'azzurro [ma qui con i colori invertiti], accompagnata da tre conchiglie d'argento, 2.1”). Il Crocifisso sovrastante è in ceramica, parimenti della manifattura di Doccia, opera dell’Ettel; il coro neorinascimentale a tergo è ligneo. L’arcone presbiteriale, poggiante su semipilastri tuscanici, è in arenaria, come i portali frontonati adiacenti ed i quattro dossali d’altare seicenteschi e settecenteschi, privi di mensa, addossati alle pareti laterali, due per parte ed in posizione speculare, qualificati da frontoni centinati e spezzati e con al centro il simbolo bernardiniano. Sul primo di sinistra è l’“Annunciazione” del Salvestrini, sul secondo la “Madonna in gloria tra i Santi Domenico, Carlo Borromeo e San Romolo”, sul primo di destra il Crocifisso ligneo cinquecentesco e sul secondo un “Santo in estasi”. Lungo la parete laterale destra della navata, presso la controfacciata, è la cappella del fonte battesimale, splendida manifattura Ginori degli Anni Venti, così come i manufatti alle pareti e sul soffitto (tra i quali un “San Giovanni Battista” a tutto tondo e di sapore neorinascimentale, un “San Giovannino e Gesù con l’agnello” dipinto in uno sportello ed il baldacchino sovrastante). La cantoria lignea in controfacciata ospita un pregevole organo, la cui mostra è inquadrata da lesene corinzie, la bussola sottostante è in metallo e cristalli. I rivestimenti interni sono in bicromia di bianco e verde acqua, tipicamente barocchi toscani. La chiesa prende luce da tre finestre a centina ribassata, con vetrate policrome, aperte nella parete laterale destra e dalla finestra nella parete absidale, recante una vetrata policroma con la raffigurazione di “San Romolo”. Le finestre nella parete sinistra sono cieche. L'altezza massima della navata è m 8,00, la minima, misurata al cornicione d’imposta della volta, m 6,50. La sede della contigua ex Compagnia di S. Giovanni Decollato è adorna dei pregevoli affreschi del XV (“Pietà” nel dossale dell’altare) e del XVI secolo (“Apostoli” nelle pareti longitudinali e in controfacciata). L’altare presenta un dossale qualificato da un frontone centinato e spezzato, con il simbolo bernardiniano al centro. È illuminata dalla finestra centinata posta in facciata.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione è in cotto, con mattonelle quadrate disposte per file parallele.
Coperture
La navata è coperta con una volta a botte ribassata ed unghiata con due pitture murali ottocentesche. La copertura della sede dell’ex Compagnia è a botte ribassata ed unghiata su peducci tuscanici. Il manto di copertura dei tetti a capanna della chiesa e dell’ex Compagnia sono in coppi e tegole piane.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1970)
Adeguamento alle esigenze liturgiche della riforma conciliare completato nel corso degli anni ’70 senza il ricorso ad opere di carattere strutturale. Presso la balaustra che precede il presbiterio è stata collocata in posizione centrale una mensa eucaristica, lignea, che consente la celebrazione rivolta verso i fedeli; dimensioni indicative cm 76 x 178 x 98 (h). Altar maggiore in ceramica invetriata, manifattura Ginori del 1783, con tre gradi al centro dei quali è il tabernacolo in ceramica, con sportello in ottone, ove sul fronte sono due mattonelle in ceramica. Leggio in ferro battuto, mobile, attualmente collocato sul lato sinistro del presbiterio. Fonte battesimale in ceramica invetriata, manifattura Ginori del 1920, con vasca circolare e copertura lignea, posto in cappella dedicata nella parete laterale destra, presso la controfacciata. Due confessionali lignei sono inseriti nelle pareti laterali, in posizione speculare.
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