Vengono costruire la chiesa e il convento adiacente.
1256 (officiatura intero bene)
La chiesa è officiata dai monaci benedettini.
1258/07/15 (passaggio officiatura intero bene)
Un certo Don Bonaventura cede la chiesa ai Frati Minori Francescani. In questa stessa occasione si donano ai religiosi anche "tutte le cose spettanti alla chiesa tanto mobili, quanto stabili".
1271 (morte carattere generale)
Muore il Beato Padre Tobia da Proceno. Non è ancora certo però se le sue spoglie furono portate nella chiesa o altrove.
1500 - 1600 (elementi decorativi intero bene)
Si realizza l'affresco nella parte sinistra della chiesa rappresentante S. Ambrogio di Milano che impedisce a Teodosio di entrare in chiesa dopo la strage dei Tessalonicesi.
1578 (sepoltura carattere generale)
Viene seppellito in chiesa – per sua espressa volontà – il nativo locale Zucconio Guerrieri, capitano delle milizie del Marchese Paolo I Sforza che combatté in Spagna contro i turchi, in Francia contro gli ugonotti e prese parte alla battaglia di Lepanto.
1580 (bolla papale carattere generale)
Viene concessa indulgenza plenaria da concedersi il 1° gennaio di ogni anno a chiunque visiti la chiesa.
1600 - 1800 (ampliamento e modernizzazione intero bene)
La chiesa viene ampliata con la costruzione di una cappella esterna sulla parte sinistra in direzione dell’altare e rivoluzionata nel suo aspetto attraverso l'introduzione di colonne, stucchi e altari laterali.
1605 (sepoltura carattere generale)
Muore il frate Antonio Guerreschi, Minore Conventuale di grande cultura e insigne teologo, Vescovo di Segni dal 1603 e predicatore di prestigio con incarichi di responsabilità proprio a San Martino.
1618 (elementi decorativi intero bene)
Si erge un monumento funebre alla memoria di Antonio Guerreschi, probabilmente in occasione della traslazione delle sue spoglie mortali da Segni a Proceno.
Mons. Borghesi visita Proceno e, in particolare, fa tappa durante la sua permanenza alla chiesa del SS. Salvatore, di S. Caterina, della Madonna del Giglio, della Madonna dell Grazie, della Madonna della Stella, di San Paolo, della Cura di S. Giovanni, di San Pietro, di San Martino e della Madonna della Pace.
1700 - 1800 (elementi decorativi intero bene)
Si smembra affresco ritraente la Madonna in trono con Bambino tra San Giovanni Evangelista e Santa Maria Maddalena e si trasporta l'immagine della Vergine in un angolo della parete destra della chiesa.
1763 (visita pastorale intero bene)
La chiesa viene visitata da Mons. Tiberio Borghesi.
1785 (passaggio di diocesi carattere generale)
Proceno entra a far parte della diocesi di Acquapendente.
1796 (miracolo carattere generale)
Circola la notizia che un'immagine della Madonna collocata nell'altare a sinistra dell'ingresso abbia aperto gli occhi.
1798 (elementi decorativi intero bene)
Si sposta un'immagine della Madonna dall'altare a sinistra dell'ingresso alla parte opposta e si colloca in un altare con il titolo della Consolazione.
1815/03/17 (soppressione intorno)
Papa Pio VII, nonostante le rimostranze della popolazione di Proceno, ordina la chiusura del convento e la destinazione dei beni per l'erigendo Seminario di Acquapendente.
1815 - 1950 (stato di abbandono intero bene)
L'edificio sacro e il convento sono disabitati.
1923 (parziale ricostruzione intero bene)
Si ricostruisce parte della chiesa, che è in parte crollata per incuria, ma non la cappella costruita esteriormente alla chiesa nella parte sinistra, solitamente utilizzata come camera mortuaria e sede della Confraternita della Morte e Orazione.
1960 - 1970 (restauro intero bene)
Si procede a un restauro dell'immobile e alla rimozione delle colonne, stucchi e altari costruiti precedentemente.
Descrizione
La chiesa di San Martino, in località Giglio, si erge lungo la provinciale detta Procenese che introduce nel cuore del borgo di Proceno. Disposto con il fianco rivolto verso la strada con l’asse che va da sud-est a nord ovest, il manufatto si articola in una soluzione a croce latina semplice senza navate laterali con presbiterio rialzato e coro a terminazione rettilinea. Navata e ali del transetto sono coperte con tetto a vista, mentre il coro è soprastato da una volta a crociera costolonata. La muratura è continua per tutto il perimetro; due archi ogivali introducono nelle ali del transetto e un altro arco, ugualmente ogivale, immette nel coro.
L’intero spazio interno è illuminato da due finestre per lato di forma ogivale nella navata, da un oculo in controfacciata, da due finestroni ogivali nelle testate del transetto e da un altro finestrone sulla parete sud-est dell’ala sinistra del transetto; ancora un finestrone si apre infine nella parete di fondo del coro. Due porte secondarie si aprono inoltre nel transetto, ciascuna nei lati sud-est.
In coincidenza dell’angolo nord-est del transetto è presente poi un vano racchiuso che mozza parzialmente la finestra aperta sulla parete. Su quest’ultima, peraltro, s’innalza all’esterno il campanile a vela. Il vano ricavato nel transetto ospita spazi utilizzati attualmente come sagrestia: un locale di dimensioni limitate dotato però di tre prese di luce e sufficiente altezza per inserire il necessario mobilio. D’altra parte, del convento probabilmente esistito non rimane alcuna traccia, se non un rudere di muro che fa angolo con la facciata della costruzione.
La parete sud della navata si mostra disassata e fuori di piombo.
La facciata è a capanna ed è completamente spoglia di qualsiasi ornamento, se si fa eccezione per il portale in travertino con arco acuto e il rosone circolare sopra disposto. Un lieve sagrato (due gradini) segnala il ruolo preminente di questo passaggio sebbene non vi sia alcuna forma di pavimentazione attorno alla chiesa, anzi elevata su un terreno poi immediatamente scosceso.
Non sono rimaste decorazioni di pregio, giacché gli stucchi e le colonne che prima adornavano la fabbrica sono state rimosse durante i lavori di restauro eseguiti nel secondo dopoguerra, i quali le hanno restituito l’aspetto austero, ampio e armonico che pare connotasse in origine lo stabile. Inoltre, questa stessa operazione ha riportato alla luce una serie di affreschi risalenti a varie epoche, fra cui spicca una "Madonna con Gesù Bambino in trono" (XIV secolo, sulla parete destra dell'aula) e una immagine di S. Ambrogio che ferma Teodosio dopo la strage dei Tessalonicesi (1590 circa, sulla parete destra dell'aula).
Pianta
L’impianto della chiesa è a croce latina con un’unica navata, transetto e coro quadrato. In corrispondenza dell’angolo nord-ovest del transetto è presente un vano entro il quale è ospitata la sagrestia. Il coro è rialzato rispetto al piano di calpestio della fabbrica. Si accede alla struttura attraverso una porta collocata nella facciata e, inoltre, per mezzo di due porticine secondarie aperte nel transetto: una nella parete sud-est e prospicente la strada pubblica; l’altra lungo la parete nord-est.
Impianto strutturale
La chiesa è attualmente inagibile e chiusa al pubblico per il rischio di crolli, così come dichiarato dall’Ufficio Edilizia di Culto e Beni Culturali della Diocesi di Viterbo.
Infatti, negli ultimi anni è stato constatato che la parete di sinistra della navata (sud) – alta all’incirca 15 metri e lunga 10 metri – presenta nella parte superiore un evidente spanciamento verso l’esterno e contemporaneamente all’interno l’appoggio delle capriate evidenzia uno scorrimento e dissesto delle zone circostanti e sottostanti. Anche il campanile mostra punti di rottura nei pressi delle celle campanarie.
In generale, la muratura è continua per tutto il perimetro dell’immobile ed è realizzata in blocchi di tufo squadrati di ampio spessore. In corrispondenza della crociera, si inseriscono tre archi ogivali. Questi, oltre a consentire l’accesso agli spazi accessori del transetto e del coro controventano l’edificio, lo irrigidiscono e ne garantiscono la stabilità statica. Solo nel coro è presente una struttura spingente: una volta a crociera in pietra sottolineata da costoloni estradossati. Non sono presenti però all’esterno contraffortature.
Coperture
All’esterno, la chiesa è coperta da un tetto a doppia falda spiovente. La copertura è uniforme per tutta la lunghezza dell’edificio e il manto è in coppi. All’interno, in corrispondenza del coro si erge una volta a crociera mentre nel resto della fabbrica si osserva una copertura a capriate lignee con travetti di sostegno a pianelle faccia-vista. Infine, il vano della sagrestia è coperto con un tetto a travi di legno a un'unica falda e pianelle in cotto.
Pavimenti e pavimentazioni
La chiesa è pavimentata secondo una trama variabile, seppure sempre per mezzo di mattonelle in cotto. Lungo la navata l’orditura è obliqua; in corrispondenza della crociera a quadrotti di stessa dimensione ma sfalsati; nei bracci del transetto ortogonale in senso orizzontale, così come nella sagrestia; infine, nel coro si presenta ortogonale in senso verticale.
Elementi decorativi
La chiesa possiede alcuni elementi di pregio fra cui diversi dipinti murali raffiguranti: lo stemma gentilizio della famiglia Sforza di Santafiora con sopra il motivo decorativo di una cornice (1590, nel transetto sinistro e sulla parete destra); un santo non riconosciuto risalente al XVI secolo (sulla facciata), "San Rocco tra due Santi Vescovi" (1798, sulla controfacciata); "La Madonna con Gesù Bambino" (XV secolo, sulla parete destra dell'aula in una nicchia), "San Giovanni Evangelista e Santa Maria Maddalena" (XIV secolo, sulla parete destra dell'aula), "San Bernardino da Siena" (XV secolo, sulla parete destra dell'aula), un miracolo francescano (XIV secolo, sulla parete destra dell'aula), una "Madonna con Gesù Bambino in trono" (XIV secolo, sulla parete destra dell'aula), "Sant'Ambrogio ferma Teodosio dopo la strage dei Tessalonicesi" (1590, sulla parete destra dell'aula), una "Madonna della Misericordia" (XVI secolo, sulla parete destra dell'aula), "San Giovanni Battista" (XIV secolo, nel transetto destro sulla parete sinistra), un affresco rappresentante la crocifissione di Gesù con la Madonna e Santa Maria Maddalena di epoca settecentesca con la croce e il Cristo in legno intagliato e dipinto (nel transetto sinistro e sulla parte sinistra). Inoltre, sono presenti una serie di lapidi sepolcrali: una del 1576 (nel transetto destro e sulla parete destra); due del 1571 e del 1578 (nel transetto destro e sulla parete destra) e una del 1618 (nel transetto destro e sulla parete sinistra). Infine, è presente anche una lapide commemorativa risalente al 1798 (posta nella controfacciata, lato sinistro).
Adeguamento liturgico
presbiterio - intervento strutturale (1970-1980)
Si è provveduto a posizionare al centro del presbiterio un altare in blocchi di tufo squadrati.