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Luino
Milano
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parrocchiale
Santi Pietro e Paolo
Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo
Coperture; Elementi decorativi; Impianto strutturale; Opere d'arte; Pavimenti e pavimentazioni; Pianta; Struttura
presbiterio - intervento strutturale (1975)
XVI - XVII(progettazione intero bene); 1836 - 1840(ricostruzione intero bene); 1863 - 1863(decorazione intero bene); 1910 - 1926(decorazione intero bene)
Chiesa dei Santi Pietro e Paolo
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa dei Santi Pietro e Paolo <Luino>
Autore (ruolo)
Tibaldi, Pellegrino (Progettazione e costruzione)
Pugnetti, Natale (Ricostruzione)
Casnedi, Raffaele (Decorazione)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze lombarde (Costruzione)
Notizie Storiche

XVI - XVII (progettazione intero bene)

Il cantiere fu avviato per ordine del cardinale Carlo Borromeo che, in visita a Luino nel 1574, constatò la lontananza della primitiva della sede parrocchiale, collocata nell’antica chiesa di San Pietro “in campagna”. La nuova chiesa sorse nel centro del paese, forse su disegno di Pellegrino Tibaldi. I lavori iniziarono nell'ultimo quarto del XVI sec. e furono conclusi nei primi decenni del XVII sec.

1836 - 1840 (ricostruzione intero bene)

Nel 1836, divenuta Luino capo di vicariato, si decise per una ricostruzione integrale della chiesa cinque/seicentesca. Il nuovo edificio sacro, di linee tardo neoclassiche, ampio e luminoso, fu ultimato nel 1840 circa sotto la direzione dell'arch. Natale Pugnetti.

1863  (decorazione intero bene)

Terminato il cantiere diretto da Natale Pugnetti, iniziò una campagna di decorazione interna il cui episodio saliente è rappresentato dai Quattro Evangelisti dipinti ad affresco, nei quattro pennacchi della cupola, da Raffaele Casnedi.

1910 - 1926 (decorazione intero bene)

La decorazione delle volte e del catino absidale fu intrapresa intorno al 1910 e, tra progetti scartati, approvati e poi modificati, si concluse solo nel 1926.
Descrizione

L'edificio sacro, di linee tardo neoclassiche, frutto del cantiere di ricostruzione integrale concluso attorno al 1840, è ampio e luminoso. La chiesa si sviluppa a navata unica, coperta da una volta a botte, con contratto transetto e cupola ribassata all'innesto dei bracci; il capocroce presenta tre contratte navate laterali. La navata è scandita da semicolonne reggenti il fregio d'imposta della volta a botte. L'abside è semicircolare, con catino coperto da calotta emisferica. Le coperture sono rette da un ordito ligneo sopra cui è steso un manto di copertura in marsigliesi. Le murature sono prevalentemente in pietrame misto e, solo in minima parte, in laterizi; le volte e la cupola ribassata sono parte in laterizi, parte in "cannucciato". L'organo, in controfacciata, fu collocato nel 1907 dalla ditta Mascioni di Cuvio. Il campanile è quanto rimane del primitivo impianto cinquecentesco; fu rialzato attorno al 1926.
Coperture
Le coperture sono rette da un ordito ligneo sopra cui è steso un manto di copertura in marsigliesi.
Elementi decorativi
La navata maggiore, i bracci del transetto, le navate laterali del capocroce e tutte le volte interne sono rivestite di affreschi decorativi per lo più eseguiti attorno al primo quarto del XX secolo.
Impianto strutturale
La navata maggiore e i due bracci del transetto sono coperti con volte a botte; le navate laterali con volte a vela.
Opere d'arte
L'altare maggiore è settecentesco, qui ricollocato dalla precedente chiesa; i Quattro evangelisti ad affresco, raffigurati nei pennacchi della cupola, sono opera di un pittore di origini locali, Raffaele Casnedi, anche professore all'Accademia di Brera.
Pavimenti e pavimentazioni
I pavimenti interni, in cotto, sono frutto di recenti interventi.
Pianta
L'edificio ha pianta a croce latina, con tre navate solo nel capocroce, transetto e abside semicircolare.
Struttura
Muratura in pietrame misto e in minima parte in laterizi; volte parte in laterizi, parte in "cannucciato".
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1975)
Eliminazione della balaustra di chiusura del presbiterio e collocazione di nuovo altare, rivolto ai fedeli, e di ambone. Altare e ambone, in macchiavecchia di Arzo, sono opera di Carlo Rapp. I lavori furono diretti dall'ing. Pierangelo Frigerio e dall'arch. Sandro Mazza. L'altare maggiore settecentesco non fu interessato da questa campagna di lavori.
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