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Colle San Maurizio
Pinerolo
Pinerolo
chiesa
basilicale
San Maurizio
Parrocchia di San Maurizio
Aula liturgica; Presbiterio e altare; Cappelle laterali; Elementi decorativi; Pavimenti e pavimentazioni; Impianto strutturale; Coperture; Campanile
presbiterio - intervento strutturale (2005)
VII - VII(preesistenza intero bene); XI - XI(preesistenze intero bene); 1078 - 1078(preesistenze intero bene); 1078 - 1078(donazione intero bene); 1245 - 1419(preesistenze intero bene); XIV - XIV(costruzione campanile); XIV - XIV(esistenza cimitero); 1322 - 1348(costruzione campanile); 1346 - 1456(altari interno); 1348 - 1348(cappella interno); 1372 - 1372(carattere generale intero bene ); 1388 - 1463(aggiunte e manutenzioni campanile); XV - XV(aggiunta affreschi interni); 1442 - 1456(ampliamento intero bene); 1455 - XVI(ampliamento intero bene); 1463 - 1518(ricostruzione intero bene); 1480 - 1835(fonte battesimale interno); XVI - XVI(aggiunta arredo interni); XVI - 1864(organo interno); 1506 - 1618(riedificazione intero bene); 1584 - 1887(affreschi cappella campanile); XVII - 1697(restauro intero bene); 1618 - 1618(ristrutturazione intero bene); 1618 - 1840(scritta di dedicazione facciata); 1650 - 1650(restauro facciata); 1665 - XVII(carattere generale intero bene ); 1759 - 1759(danneggiamenti campanile); XIX - XIX(restauro intero bene); 1889 - 1890(decorazioni interno); 1893 - 1898(altari e decorazioni interno); 1898 - 1898(tumulazione salme interni); 1983 - 1987(restauro intero bene); 1988 - 1988(restauro decorazioni interno); 2002 - 2002(elevazione titolo intero bene); 2005 - 2005(adeguamento liturgico presbiterio)
Basilica di San Maurizio
Tipologia e qualificazione chiesa basilicale
Denominazione Basilica di San Maurizio <Pinerolo, Colle San Maurizio>
Altre denominazioni Chiesa di San Maurizio
Ambito culturale (ruolo)
tardo gotico (costruzione chiesa)
romanico (costruzione campanile)
Notizie Storiche

VII  (preesistenza intero bene)

"le prime vestigia potrebbero ricondursi ad un insediamento longobardo qui stanziato verso il 650/700 d.c" (www.cittaecattedrali.it)

XI  (preesistenze intero bene)

Il primo documento che dichiara esistente questo edificio risale al 1078. All’inizio la chiesa doveva risultare decisamente meno imponente di come si presenta oggi: non aveva un campanile, si componeva di tre soli ordini di navate e disponeva di una zona absidale meno articolata di quella odierna. (Marco Calliero, Edifici religiosi in Pinerolo nel ‘500. BSSP, XXVII, 1-2, 2010, p. 9)

1078  (preesistenze intero bene)

"Della chiesa abbiamo notizie a partire dall'XI sec. (1078). Probabilmente era molto più piccola di quella odierna, aveva un tetto a capanna ed era senza volte. Non esisteva ancora il campanile." (M. Perrot, F. Mottura, M. Passet Gros, 1999, p. 12)

1078  (donazione intero bene)

Le prime notizie certe della sua presenza risalgono al 1078, quando la collegiata viene citata nel diploma della contessa Adelaide. (www.cittaecattedrali.it)(Signorelli, 2004, p. 73)

1245 - 1419 (preesistenze intero bene)

Nella parte anteriore della chiesa esisteva nel 1245 un atrio o portico. Tale portico nel 1419 doveva essere di legno e fu atterrato nella seconda metà del XV sec. (M. Perrot, F. Mottura, M. Passet Gros, 1999, p. 14)

XIV  (costruzione campanile)

Le prime modifiche alla struttura furono apportate tra il 1327 ed il 1333, allorquando si costruì l’attuale torre campanaria appoggiandola al muro di testa della navata di destra, accanto al coro. Un’iscrizione già posta all’interno di questo campanile svela la data di apertura del suo cantiere, il 1322; i lavori in quell’occasione sono diretti dall’architetto magister Petrus de Mediolano. Nel locale alla base della torre venne costruita nel 1348 la “capella Beate Marie”. I suoi fondatori erano d. Anthonius plebanus de Trucetis, Anthonius Peyt e d. Anthonius Nasaporis. Sempre riguardo il campanile vale la pena ricordare che venne munito di orologio fin dall’anno 1388. Costruttore del detto orologio fu fra Bertrando abate di Stura, già cappellano di S. Grato in Pinerolo. (Marco Calliero, Edifici religiosi in Pinerolo nel ‘500. BSSP, XXVII, 1-2, 2010, p. 9)

XIV  (esistenza cimitero)

Dietro la chiesa c’era un piccolo cimitero che già appariva negli Atti della curia del 1352. (Marco Calliero, Edifici religiosi in Pinerolo nel ‘500. BSSP, XXVII, 1-2, 2010, p. 10)

1322 - 1348 (costruzione campanile)

Il campanile fu iniziato tra il 1322 e il 1326 e forse fu terminato su disegno di Pietro da Mediolano, prima del 1348. (M. Perrot, F. Mottura, M. Passet Gros, 1999, p.12) "Campanile romanico del 1336." (Signorelli, 2004, p. 73)

1346 - 1456 (altari interno)

Nel 1463 la chiesa aveva quattordici altari. Quello dei notai risale al 1346. Due anni dopo comparve quello della Natività di Maria Vergine e quello di Sant'Agata. Nel 1350 fu costruito quello di Santa Caterina e l'anno dopo quello di San Grato. Nel 1398 sorse l'altare di San Giorgio, l'anno successivo quello di San Bartolomeo, nel 1423 la cappella di San Pietro, nel 1456 quella di San Martino, nel 1461 quella della SS. Trinità. (M. Perrot, F. Mottura, M. Passet Gros, 1999, p. 14)

1348  (cappella interno)

Nel 1348 appare, alla base del campanile una cappella dedicata alla Vergine. (M. Perrot, F. Mottura, M. Passet Gros, 1999, p. 12)

1372  (carattere generale intero bene )

"Presso la chiesa si stabilì una scuola di grammatica, curata dai monaci e della quale abbiamo notizia intorno al 1372." (M. Perrot, F. Mottura, M. Passet Gros, 1999, p. 12)

1388 - 1463 (aggiunte e manutenzioni campanile)

La notizia della presenza di una campana risale al 1385. Sul campanile, nel 1388, venne installato un orologio costruito da frate Bernardo, questo fu sostituito e riparato diverse volte. Fino al 1840 non ebbe alcun quadrante. Incerta è la data di costruzione della guglia, che risulta riparata nel 1430 da Comoto Plumarono e nel 1463. (M. Perrot, F. Mottura, M. Passet Gros, 1999, p. 13-14)

XV  (aggiunta affreschi interni)

Vicino all'ingresso si trovano l'affresco della Madonna con Bambino e altre due figure, identificabili in San Germano e San Radegonda, forse sono attribuibili a Jacobino Longo e risalenti intorno al 1470. (M. Perrot, F. Mottura, M. Passet Gros, 1999, p. 15)

1442 - 1456 (ampliamento intero bene)

"ampliata nel 1442" (Signorelli, 2004, p. 73) "I lavori proseguirono fino al 1456, anno in cui si prolungò l'abside. Al termine dei lavori si stabilì di costruire delle cappelle laterali esterne, la prima delle quali venne edificata nel 1456 da Giovanni Salvay" (M. Perrot, F. Mottura, M. Passet Gros, 1999, p. 15)

1455 - XVI (ampliamento intero bene)

La chiesa di San Maurizio era piccola, tuttavia doveva adempiere agli offici spirituali dell’intera popolazione del Borgo, così nel 1455 venne aperto un cantiere per il rifacimento del coro. Il sagrato era di per sè troppo angusto, e la zona di espansione in lunghezza doveva essere per forza dietro il coro, come infatti fu con l’arretramento del coro stesso. Infatti il fronte della chiesa non venne mai spostato, come dimostrano alcuni affreschi dipinti sulla facciata interna della chiesa, che sicuramente appartengono alla primitiva facciata tripartita. Quello del coro risultò essere un cantiere aperto per parecchi decenni, in quanto ancora nel 1501 se ne demolivano alcune sue parti. Pare inoltre che la chiesa fosse pericolante in più punti, cosicché dall’anno 1500 si procedette ad una sua parziale demolizione e riedificazione, oltre che all’aggiunta della quarta e quinta navata laterali. (Marco Calliero, Edifici religiosi in Pinerolo nel ‘500. BSSP, XXVII, 1-2, 2010, p. 10)

1463 - 1518 (ricostruzione intero bene)

La chiesa fu ampliata con l'aggiunta delle due navate laterali, costruite tra il 1463 ed il 1518. (M. Perrot, F. Mottura, M. Passet Gros, 1999, p. 12) "ricostruita in tardo stile gotico (1463-70)" (Signorelli, 2004, p. 73)

1480 - 1835 (fonte battesimale interno)

Nella basilica esisteva il fonte battesimale, che compare nell'inventario della chiesa degli anni 1480-82, veniva riportato che aveva "unam copertam blodam cum cruce alba, paucii valloris". L'attuale battistero risale al 1835. (M. Perrot, F. Mottura, M. Passet Gros, 1999, p. 14-15)

XVI  (aggiunta arredo interni)

"Tele del Beaumont e del Petrini nell'abside. "Pietà" del XVI sec. entrando a destra." (Signorelli, 2004, p. 73)

XVI - 1864 (organo interno)

Il primo organo fu costruito da Milano Miretto, detto Spada, nella seconda metà del XVI sec., probabilmente intorno al 1574, quando le Compagnie presenti nella chiesa deliberarono di finanziare l'acquisto. Negli anni 1863-64 sarà sostituito dall'attuale, opera di Alessandro Collino. (M. Perrot, F. Mottura, M. Passet Gros, 1999, p. 16)

1506 - 1618 (riedificazione intero bene)

Nel 1506 vennero eletti due massari con l'incarico di sovraintendere i lavori. Nel 1518 Giovanni di Savoia diede ordine di iniziare i lavori e stabilì che le operazioni dovessero terminare entro diciotto mesi. Nel 1584 il visitatore apostolico la trovò in cattivo stato: le pareti ed il pavimento erano mal ridotti, gli altari quasi tutti distrutti e le finestre aperte. Nel 1596 la cappella di San grato era senza volta e coperta dal solo tetto. I lavori durarono fino al 1618 e furono portati a termine anche grazie al contributo del duca Carlo Emanuele I di Savoia. (M. Perrot, F. Mottura, M. Passet Gros, 1999, p. 15-16)

1584 - 1887 (affreschi cappella campanile)

La cappella era affrescata, in quanto si sa che nel 1584 le pitture erano vecchie e si disponeva che venissero restaurate. Tuttavia nel 1673 si ordinava di cancellarle, ma ancora nel 1887 se ne scorgevano alcune tracce sul muro addossato all’attigua sacrestia. (Marco Calliero, Edifici religiosi in Pinerolo nel ‘500. BSSP, XXVII, 1-2, 2010, p. 9)

XVII - 1697 (restauro intero bene)

Lavori di restauro la resero nuovamente agibile. (M. Perrot, F. Mottura, M. Passet Gros, 1999, p. 17)

1618  (ristrutturazione intero bene)

"rimaneggiata fino al 1618" (Signorelli, 2004, p. 73)

1618 - 1840 (scritta di dedicazione facciata)

"sul frontale venne posta l'iscrizione: D.O.M. - DIVOO MAURITIO, CIVITAS PINAROLII - ANNO MDCXVIII. Questa iscrizione venne tolta nel 1840." (M. Perrot, F. Mottura, M. Passet Gros, 1999, p. 16)

1650  (restauro facciata)

"Intorno al 1650 fu restaurato il rosone della facciata". (M. Perrot, F. Mottura, M. Passet Gros, 1999, p. 16)

1665 - XVII (carattere generale intero bene )

La chiesa fu danneggiata dall'esplosione della polveriera della cittadella avvenuta nel 1665 a causa di un fulmine. Nel 1691 la chiesa venne usata come deposito di grano e le funzioni religiose venivano celebrate all'aperto. Nel 1693 il bombardamento della città, effettuato da Vittorio Amedeo II, causò danni alla chiesa che risultò per un po' di tempo inagibile. (M. Perrot, F. Mottura, M. Passet Gros, 1999, p. 16)

1759  (danneggiamenti campanile)

Parte del campanile crollò nel 1759, causando danni alla copertura e all'interno della chiesa. (M. Perrot, F. Mottura, M. Passet Gros, 1999, p. 12)

XIX  (restauro intero bene)

Nel 1808 il terremoto provocò dei danni alla chiesa, rovinando i solai delle prime tre arcate, che vennero sostituiti nel 1810. Sulla facciata vennero cancellate le pitture che raffiguravano San Cristoforo e Sant'Antonio Abate. Nel 1840 venne sistemata la facciata, la porta fu delineata ad arco gotico, fu rifatto il pavimento. Venne riparato il tetto delle tre navate centrali. Fu sistemata la scala del campanile e vennero cancellate delle iscrizioni presenti vicino alla porta principale risalenti alle pestilenze. Nel 1887 venne rifatto il tetto della navata centrale e furono poste le grondaie, sistemati i tetti delle altre quattro navate, del coro e della cupola. Nel 1888 furono demoliti i tre solai della navata centrale e vennero costruite tre volte. (M. Perrot, F. Mottura, M. Passet Gros, 1999, p. 18)

1889 - 1890 (decorazioni interno)

Nel 1889 vennero decorate le tre navate centrali e dipinti i ss. Domenico, Francesco di Sales, Grato e Biagio, Margarita di Savoia e Brigida, l'Angelo custode e san Michele. Sul muro frontale furono dipinti i ss. Maurizio, Antonio abate e Chiara. Il lavoro fu opera di Gabriele Ferrero aiutato del figlio Mario e da Maurizio Cavallini. L'anno dopo furono decorate le due navate laterali, fu installato l'impianto di illuminazione a gas, furono costruite le cinque finestre della facciata. L'anno dopo furono soppressi cinque altari. Furono restaurati il presbiterio, l'altare e spostata la balaustra. (M. Perrot, F. Mottura, M. Passet Gros, 1999, p. 18)

1893 - 1898 (altari e decorazioni interno)

L'indoratore P. Panizza restaurò i quadri della via Crucis e indorò le volte e i muri della chiesa. Nel 1893 il marmista E. Gannio costruì l'altare di san Francesco e due anni dopo fu eretto quello della Concezione. Nel 1896 furono pavimentate le piccole navate laterali con piastrelle di cemento. Risalgono al 1898 i due confessionali in stile gotico. (M. Perrot, F. Mottura, M. Passet Gros, 1999, p. 18)

1898  (tumulazione salme interni)

"salme dei principi d'Acaja tumulate nel 1898." (Signorelli, 2004, p. 73)

1983 - 1987 (restauro intero bene)

"per iniziativa del parroco don Luigi Castagno, in simultanea con il campanile, viene rifatto completamente il tetto, messo a norma l'impianto elettrico, restaurate le decorazioni interne, la facciata e il mosaico in ciottoli del sagrato" (relazione Gilli, 2005) Il progetto è stato predisposto gratuitamente dall'arch. I. Tomassini e i lavori eseguiti dal muratore E. Bourne di Prarostino. Il campanile è stato restaurato dalla ditta SO.PRE.CO., mentre per i tetti è intervenuta l'impresa A. Depetris di San Secondo di Pinerolo. Un team di ingegneri ha prestato gratuitamente il suo apporto per realizzare un intervento di miglioramento statico e per la sostituzione della copertura della navata centrale. (M. Perrot, F. Mottura, M. Passet Gros, 1999, p. 20)

1988  (restauro decorazioni interno)

Nel 1988 è stata effettuata la pulitura delle decorazioni pittoriche della chiesa a cura di E. Baffoni di Borgaro T.se. (M. Perrot, F. Mottura, M. Passet Gros, 1999, p. 20)

2002  (elevazione titolo intero bene)

"Domenica 8 settembre 2002 viene insignita del titolo di Basilica Minore da Papa Giovanni Paolo II." (www.visitandine.altervista.org)

2005  (adeguamento liturgico presbiterio)

Con la riforma liturgica l’arca della celebrazione è stata avanzata nel transetto, su progetto dell'architetto Vigorelli. È sopraelevata con la predella in marmo alta due gradini e sulla quale sono presenti: la mensa in marmo bianco ha l'antepedio ornato da una scultura, l'ambone e il seggio nello stesso materiale. Fanno parte dell'arredo liturgico il crocefisso appeso sopra l'attuale mensa, il fonte battesimale, i confessionali e i banchi in legno. (n.d.c)
Descrizione

La facciata a mattone a vista è il risultato di un intervento di restauro importante del XIX sec., ed è di tipo a salienti che rispecchiano l'organizzazione dell'ambiente interno suddiviso in cinque navate. La ripartizione del fronte avviene mediante lesene delle quali le quattro centrali terminano superirmente in capitelli realizzati con un apparecchiatura dei laterizi a chevron e sono protetti da un copertina in pietra. La decorazione in mattoni prosegue lungo il profilo dei salienti, coperti infine da lose. Alla base corre la zoccolutura in intonaco che è interrotta dai tre ingressi tutti segnati da portali ad arco a sesto acuto, con cornici risaltate da costolature tonde. L'ingresso centrale ha il portone in legno a due battenti rifinito da specchiature e sopra, nella lunetta, vi è l'affresco di San Maurizio; mentre sopra le entrate laterali si scorgono visi d'angeli. A lato sulle lesene vi sono due sfondati con dipinti di figure. Le finestre circolari sono in tutto cinque e hanno vetri lavorati e colorati. I prospetti laterali sono finiti a mattone a vista, in basso vi è la zoccolatura grigia in intonaco e in alto corre una fascia di laterizi a “chevron”. Nei volumi che affiancano la navata centrale si aprono finestre con cornice in cotto ad arco a sesto acuto, mentre le navate più esterne sono illuminate da oculi che sostituiscono finestre tamponate. Le superfici murarie esterne dell'abside sono finite a rinzaffo rustico di calce che nella parte bassa lascia intravedere la tessitura muraria in pietra. Le murature sono irrobustite dalle numerose paraste che per circa metà sono realizzate in pietra, sono presenti una finestra centinata e in alto un oculo tamponato.
Aula liturgica
Le navate sono coperte da volte a crociera delle quali tre delle navata centrale furono ricostruite a seguito del terremoto del 1808; nel 1889 vennero ornate da una decorazione pittorica neogotica, da parte di Gabriele e Mario Ferrero e Maurizio Cavallini. Lo spazio interno risulta molto ampio ed è intervallato dai massicci pilastri cruciformi e tondeggianti caratterizzati nella parte bassa dalla finitura a somiglianza del marmo nero fumo venato, seguita dalla decorazione pittorica a fasce alternata nei colori del bianco avorio e beige. Superiormente terminano con capitelli a dado scantonato ornati da stilizzazioni neogotiche dai cui si dipartono gli arconi abbelliti da specchiature inframmezzate a motivi vegetali a trompe l'oeil.
Presbiterio e altare
L'importante altare tridentino in marmo policromo e affiancato da due porte che chiudono la zona absidale; il manufatto ospita il tabernacolo, un elaborato ciborio e candelabri dorati sulle mensole. Sulle pareti dell'abside vi sono tele del Beaumont e del Petrini e affreschi del '400 nel presbiterio. Con la riforma liturgica l’arca della celebrazione è stata avanzata nel transetto, su progetto dell'architetto Vigorelli. È sopraelevata con la predella in marmo alta due gradini e sulla quale sono presenti: la mensa in marmo bianco ha l'antepedio ornato da una scultura, l'ambone e il seggio nello stesso materiale. Fanno parte dell'arredo liturgico il crocefisso appeso sopra l'attuale mensa, il fonte battesimale, i confessionali e i banchi in legno. Fanno parte dell'arredo liturgico il crocefisso sospeso sopra l'attuale mensa, il fonte battesimale, i confessionali e i banchi in legno.
Cappelle laterali
Le cappelle laterali ospitano: l'altare della Crocifissione, l'altare di San Francesco di Assisi, il trittico di G. Rollini raffigurante la Vergine Immacolata e il trittico del Gennaro raffigurante il Sacro Cuore di Gesù, Sant'Antonio da Padova e Santa Teresa. Sono inoltre presenti: la lapide in ricordo della visita di Achille Ratti al soglio Pio XI, i busti in marmo di San Maurizio e San Donato e la tomba dei principi d'Acaja. Un affresco di pittore ignoto raffigurante il Compianto sul Cristo morto (XV secolo), la tela di G. Petrini raffigurante l'Ascensione di Gesù (XVIII sec.) e il quadro di C.F. Beaumont della Natività della Vergine Maria. Sulla parete di fondo a lato della bussola lignea vi sono: l'affresco di Santa Radegonda e San Germano attribuito a Jacobino Longo, e l'affresco di autore ignoto del 1470 raffigurante la Madonna col Bambino e San Luca. La cantoria ospita l'organo costruito da Alessandro Collino nel 1863-64 e restaurato nel 1892. Inoltre in questa basilica furono tumulate le salme dei principi d'Acaja nel 1898. Da segnalare una "Pietà" del XV-XVI sec. entrando a destra.
Elementi decorativi
I campi delle pareti e le superfici sopra gli archi a sesto acuto sono pittate con motivo geometrico a croci e i bordi sono ornati da cornici in stile gotico. A destra del presbiterio vi è un ambiente chiuso da muri decorati da trompe d'oeil a tutta parete è probabile che dietro vi sia la cappella alla base del campanile che venne fatta erigere nel 1348 da D. Antonio Nassaporis e D. Antonio dei Trucchietti; gli antichi affreschi non sono piu' visibili poiche' la cappella venne imbiancata interamente nel 1668.
Pavimenti e pavimentazioni
Il presbiterio è rialzato mediante due gradini ed è separato dal resto dell'aula tramite la balaustra in marmo, è rivestito in lastre di marmi policromi che compongono disegni geometrici. Il pavimento delle tre navate centrali è in lastre rettangolari di pietra di Luserna, mentre le navate laterali sono pavimentate mediante cementine esagonali di colore beige e nero fumo.
Impianto strutturale
L'edificio ha cinque navate della quali la laterale sinistra è asimmetrica e termina con l'abside poligonale. La sezione è formata dal volume della navata centrale coperto con un tetto a capanna, affiancato dagli ambienti delle navate laterali con altezza degradanti e coperti dai rispettivi spioventi. Le murature sono in laterizi misti a pietre e unite con malta di calce. Sono presenti le catene metalliche di rinforzo della struttura, in corrispondenza di tutti gli arconi delle volte.
Coperture
Le coperture sono realizzate in coppi sorretti da travature in legno.
Campanile
Il campanile interamente in mattoni è posizionato a sud-est a lato della zona presbiteriale, è a pianta quadrata, ed emerge per cinque livelli dal corpo della basilica. Gli spigoli sono segnati da sottili lesene che contribuiscono a slanciare e a rendere meno massiva la composizione architettonica. Orizzontalmente i registri sono definiti mediante cornici composte da archetti pensili a dente di sega, nel secondo da cornici lineari pensili in laterizi sagomati. Gli ultimi tre livelli sono segnati da archi a sesto acuto che definiscono un sotto squadro nelle quali si aprono bifore al terzo registro, coppie di bifore al quarto e trifore al quinto. La torre culmina con una snella guglia ottagonale in laterizio, molto piccola per la grandezza del campanile che lascerebbe il posto nella composizione a quattro salienti d'angolo. Tra la chiusura del quinto registro e l'ammorsamento della copertura vi è il grande quadrante tondo dell'orologio, che si giustappone alla composizione architettonica ignorandone le regole compositive.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (2005)
Con la riforma liturgica l’arca della celebrazione è stata avanzata nel transetto, su progetto dell'architetto Vigorelli. È sopraelevata con la predella in marmo alta due gradini e sulla quale sono presenti: la mensa in marmo bianco ha l'antepedio ornato da una scultura, l'ambone e il seggio nello stesso materiale. Fanno parte dell'arredo liturgico il crocefisso appeso sopra l'attuale mensa, il fonte battesimale, i confessionali e i banchi in legno.
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