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adeguamento liturgico
Aquileia
Gorizia
chiesa
parrocchiale
S. Maria
Parrocchia dei Santi Ermagora e Fortunato
Preesistenze; Impianto planimetrico; Strutture verticali; Coperture; Campanile; Apparato decorativo; Apparato liturgico
presbiterio - aggiunta arredo (1970)
I - I(preesistenza intero bene); 310 - 320(preesistenza intero bene); 345 - 345(preesistenza intero bene); fine IV - inizio V(costruzione intero bene); 452 - 521(restauro intero bene); 792 - 792 (intitolazione intero bene); 811 - 811(ricostruzione intero bene); inizio XI - inizio XI (rifacimento intero bene); inizio XI - inizio XI(decorazione interno della chiesa); inizio XI - inizio XI (costruzione esterno della chiesa); 1031 - 1031 (consacrazione intero bene); XII - XII (decorazione interno della chiesa); 1370 - 1370 (rifacimento intero bene); 1466 - 1466(rifacimento esterno della chiesa); 1467 - 1498(completamento presbiterio); 1500 - 1500(decorazione interno della chiesa); XVIII - XVIII(rifacimento esterno della chiesa); 1793 - 1793(decorazione interno della chiesa); 1845 - 1875(restauro intero bene); 1876 - 1876(consacrazione intero bene); fine XIX - 1906 (intero bene intero bene); 1896 - 1901(decorazione interno della chiesa); 1909 - 1909(rifacimento intero bene); 1920 - 1930(decorazione interno della chiesa); 1950 - 1960(restauro e rifacimento intero bene); 1960 - 1980(restauro e rifacimento intero bene); 2000 - 2000(riqualificazione funzionale interno della chiesa); 2007 - 2007(restauro interno della chiesa); 2016 - 2016(manutenzione straordinaria intero bene)
Basilica di Santa Maria
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Basilica di Santa Maria <Aquileia>
Altre denominazioni S. Maria
Ambito culturale (ruolo)
maestranze aquileiensi (costruzione edificio)
Notizie Storiche

 (preesistenza intero bene)

Fin dall’epoca augustea, esistenza di una casa privata patrizia, affiancata da un sistema di muri paralleli che potrebbero riferirsi a magazzini o ad un cantiere - vista la vicinanza con il porto; probabilmente un locale di questa casa fu adibito a luogo di culto prima dell’editto di Costantino che concedeva la libertà di culto ai cristiani.

310 - 320 (preesistenza intero bene)

Sotto la guida del vescovo Teodoro, costruzione di un edificio di culto cristiano, impostato sui muri dei magazzini della villa augustea: entro un perimetro rettangolare erano comprese due aule rettangolari parallele tra loro, collegate da un ambiente trasversale, formando un impianto a ferro di cavallo; nei vani annessi vi era un fonte battesimale con vasca ellittica.

345  (preesistenza intero bene)

In relazione all’aumentata comunità cristiana, sotto la guida del vescovo Fortunaziano, costruzione di una basilica sopra alla precedente aula teodoriana settentrionale. Il nuovo edificio fu sopraelevato dal precedente di circa un metro e ne mantenne i muri occidentali e settentrionali, sviluppandosi verso Sud ed Est. Nell’ambiente di transito – ridotto per la costruzione della basilica settentrionale, fu realizzato un nuovo fonte battesimale,a base esagonale ed esternamente stellare. La basilica era preceduta da un nartece che si prolungava fino all’aula teodoriana meridionale; ad occidente fu aggiunto un quadriportico rettangolare – in corrispondenza dell’attuale invaso della piazza del Capitolo - che collegava la neo-eretta basilica con il palazzo vescovile. La basilica fortunaziana fu consacrata da Atanasio, vescovo di Alessandria, nel 345.

fine IV - inizio V (costruzione intero bene)

Sotto la guida del vescovo Cromazio, costruzione di una basilica sopra alla precedente aula teodoriana meridionale, di cui furono utilizzati i muri occidentali e meridionali. Si ritornò nuovamente ad un impianto costituito da due basiliche parallele tra loro, collegate dal battistero. In asse con la navata principale della chiesa meridionale fu eretto un nuovo grande battistero, affiancato ai lati da due aule.

452 - 521 (restauro intero bene)

Distruzione delle basiliche in seguito all’invasione di Attila nel 452. Quella settentrionale, maggiormente danneggiata, non fu più riedificata. Quella meridionale fu restaurata e divenne la base per i rifacimenti successivi. I lavori di restauro si suppone siano avvenuti sotto il vescovato di Marcellino.

792   (intitolazione intero bene)

Da un diploma carolingio si evince che la basilica aquileiese è dedicata a Maria Madre di Dio; durante l’XI secolo la dedicazione fu precisata con l’aggiunta dell’aggettivo Assunta.

811  (ricostruzione intero bene)

Sotto la guida del patriarca Massenzio, ricostruzione della basilica a cui fu aggiunto un transetto e l’abside ad oriente, conferendole l'impianto a croce latina che conserva tuttora; il presbiterio fu notevolmente sopraelevato e sotto di questo fu realizzata una cripta per le reliquie dei vescovi. Inoltre fu costruita la chiesa dei Pagani ed il portico che occupavano lo spazio tra il battistero e la basilica.

inizio XI   (rifacimento intero bene)

Sotto la guida del patriarca Poppone, furono rialzati tutti i muri perimetrali, l’abside centrale e il transetto secondo canoni tipicamente romanici, con arcate a tutto sesto; furono sostituiti i capitelli dei colonnati interni, rendendoli uniformi secondo i canoni bizantini del capitello corinzio.

inizio XI  (decorazione interno della chiesa)

Realizzazione degli affreschi dell’abside maggiore, su commissione del patriarca Poppone.

inizio XI   (costruzione esterno della chiesa)

Erezione del campanile, sotto la guida del patriarca Poppone.

1031   (consacrazione intero bene)

La basilica fu consacrata il 13 luglio 1031 dal patriarca Poppone – si veda la lapide commemorativa murata a sinistra dell'ingresso principale.

XII   (decorazione interno della chiesa)

Realizzazione degli affreschi della cripta delle reliquie, su commissione di Vodolrico II di Treffen.

1370   (rifacimento intero bene)

Sotto il patriarca Marquardo di Randeck, intervento di restauro e rifacimento della basilica in seguito ai danni subiti nel terremoto del 1348; furono rifatti i colonnati secondo canoni gotici con archi a sesto acuto ed i muri soprastanti in cui si aprono le finestre a forma ogivale che portano luce alla navata centrale.

1466  (rifacimento esterno della chiesa)

Sostituzione dell'originaria trifora che si apriva su ciascun lato della cella campanaria, secondo i canoni adriatici, con una bifora rinascimentale.

1467 - 1498 (completamento presbiterio)

Rifacimento del presbiterio, diretto dall’architetto Domenico De Maffeis; lo spazio fu ampliato con la realizzazione di due appendici laterali e di una centrale che si protendono nel transetto, rifiniti completamente con un rivestimento in marmi; la tribuna magna centrale fu realizzata nel 1471 da Bernardino da Bissone, a cui alcuni studiosi attribuiscono anche il bassorilievo della Pietà dell'altare del Sacramento. A questo intervento è riferibile l'altare maggiore, opera dei fratelli lapicidi Antonio e Sebastiano Osteno.

1500  (decorazione interno della chiesa)

Realizzazione del polittico per l’altare maggiore, ad opera di Pellegrino di San Daniele, fino ad inizio Novecento collocato dietro alla cattedra episcopale, chiudendo la finestra di fondo, attualmente posto nell'abside della cappella di San Pietro, nel transetto destro.

XVIII  (rifacimento esterno della chiesa)

Rifacimento del portico d'ingresso alla basilica e della chiesa dei Pagani, in origine a due piani, poi abbassato conferendo la forma attuale.

1793  (decorazione interno della chiesa)

Realizzazione di un nuovo affresco nell’abside maggiore, sopra al precedente, per mano dell’artista goriziano Matteo Furlanetto; esso raffigurava l’Assunzione della Vergine; l’affresco popponiano era già stato coperto da un primo strato di malta nel 1733.

1845 - 1875 (restauro intero bene)

Restauro generale del complesso basilicale, in particolare della chiesa, degli spazi esterni e delle sacrestie. Il restauro interessò i muri perimetrali e le coperture; all'interno fu completata la pavimentazione in lastre marmoree rosse e bianche estendendola anche al transetto, riprendendo quella già presente nelle navate; inoltre fu rifatta la pavimentazione nello spazio a sinistra sopra il presbiterio. ulteriori riadattamenti per la conservazione dell’antico monumento furono eseguiti nel 1874 – 75, per volontà della Commissione centrale per la conservazione dei monumenti dell’impero austro – ungarico.

1876  (consacrazione intero bene)

Riconsacrazione della chiesa impartita dall'arcivescovo di Gorizia, Andrea Gollmayr il 13 luglio 1876 – si veda lapide commemorativa murata a sinistra dell'ingresso principale.

fine XIX - 1906  (intero bene intero bene)

Campagna di scavi, promossa dalla Commissione Centrale viennese per la conservazione e per lo studio dei monumenti in Austria, che ha interessato l’area attorno al campanile e la zona antistante alla basilica; i lavori furono affidati a Enrico Maionica, Giacomo Pozzar e George Niemann, con finanziamento dal mecenate polacco Karl von Lanckoronski; fu scoperto un complesso di murature e larghi brani di mosaici. Tutte le ricerche e le scoperte, corredate da disegni tecnici e riproduzioni dettagliate di tutti gli aspetti visibili della basilica realizzati da Niemann e da numerosi artisti, furono raccolte e pubblicate nella monografia Der Dom von Aquileia, alla cui redazione partecipò anche Heinrich Swoboda.

1896 - 1901 (decorazione interno della chiesa)

Recupero dell’affresco absidale dell’undicesimo secolo, rimuovendo quello soprastante; il lavoro fu commissionato da Karl von Lanckoronski e realizzato da Theophil Melicher.

1909  (rifacimento intero bene)

Campagna di scavo che portò alla scoperta del mosaico pavimentale di epoca teodoriana, che si decise di riportarlo completamente in luce, rimuovendo le pavimentazioni successive corrispondenti alla fase popponiana e quella mediana, anch'essa a mosaico - della basilica post-teodoriana o cromaziana.

1920 - 1930 (decorazione interno della chiesa)

Restauro dell’affresco absidale dell’XI secolo, ad opera di Giuseppe Cherubini con la consulenza di Antonio Morassi. Fu asportata totalmente la cornice in stucco relativa all’affresco settecentesco.

1950 - 1960 (restauro e rifacimento intero bene)

Restauro generale della chiesa; nell'occasione furono rimossi gli intonaci settecenteschi che ricoprivano l’apparato murario della chiesa.

1960 - 1980 (restauro e rifacimento intero bene)

Restauro in più fasi dell'apparato decorativo, sia dei mosaici che degli affreschi. In particolare si ricorda il restauro delle pitture della cripta degli affreschi ad opera di Leopoldo Perco nel 1973.

2000  (riqualificazione funzionale interno della chiesa)

Realizzazione di una serie di passerelle in vetro per consentire la visita del pavimento musivo che ricopre la navata centrale e quella destra e rimozione dei banchi dei fedeli ivi collocati, conferendo a questa parte di edificio un carattere museale piuttosto che religioso-cultuale.

2007  (restauro interno della chiesa)

Restauro degli affreschi dell’abside maggiore.

2016  (manutenzione straordinaria intero bene)

Consolidamento e restauro di parte della copertura, con la posa un manto di impermeabilizzazione e quindi del manto di copertura in coppi. Sostituzione delle lattonerie.
Descrizione

Il complesso basilicale di Aquileia è un esempio di architettura sacra che raccoglie in sé tutta la storia della cristianità della città fin dalle sue origini, antecedenti alla liberazione del culto: sul primo luogo d'incontro dei cristiani ad Aquileia, all'interno di una domus patrizia, si fondò il nucleo originario della basilica che con tutti gli sviluppi apportati nel corso dei secoli conformò il complesso odierno che comprende la basilica patriarcale con annesso il portico, la chiesa dei Pagani ed il battistero verso il fronte e la torre campanaria che si erge sulla sinistra. Essi si mostrano in tutti gli stili che hanno connotato i vari interventi sovrapponendosi tra loro. La parte inferiore dei fianchi della chiesa come anche la bifora tipicamente paleocristiana che si apre in facciata sono riferibili al basilica realizzata tra la fine del IV - inizio del V secolo, durante il vescovato di Cromazio, costituita da un'aula rettangolare senz’abside - secondo un modello prettamente aquileiese - preceduta da un nartece che lo collegava in facciata con la basilica gemella che si trovava più a Nord; anche il fonte battesimale, seppur modificato nel corso dei secolo, portandolo da una base quadrata all'esterno ed ottagonale all'interno ad un semplice ottagono, deriva da questa fase storica. I successivi rifacimenti per la maggior parte si concentrarono sulla parte orientale della basilica: l'aggiunta del transetto e dell'abside che conferisce alla chiesa l’attuale pianta a croce latina si deve all'intervento del patriarca Massenzio all’inizio del IX secolo. Durante il patriarcato di Poppone, all’inizio dell’XI secolo, furono sopraelevati i muri perimetrali con e l'apertura delle finestre centinate e delle arcate del transetto ad arco a tutto sesto secondo uno stile romanico. Una connotazione gotica fu conferita dagli interventi condotti dal patriarca Marquardo di Randeck nella ricostruzione in seguito al terremoto del 1348: i muri esterni furono rinforzati con contrafforti e all’interno furono rifatti i muri sopra ai colonnati con archi a sesto acuto. Un successivo consistente intervento riguarda il rifacimento della zona presbiterale alla fine del XV secolo, secondo modelli di magnificenza tipici rinascimentali. A partire da fine Ottocento si susseguirono diverse campagne di scavi, promosse dapprima dal mecenate Karl von Lanckoronski e dalla Commissione Centrale viennese per la conservazione e per lo studio dei monumenti in Austria, poi portate avanti dalla neocostituita Società per la Conservazione della Basilica, che grazie alle importanti scoperte permisero di costruire un quadro abbastanza completo delle varie fasi che costituiscono la basilica. La scoperta più rilevante è da attribuire al pavimento musivo teodoriano, successivamente riportato completamente in luce per costituire uno dei più importanti documenti di arte musiva paleocristiana; ulteriori restauri interessarono l'apparato decorativo, in particolare degli affreschi parietali della cripta e dell'abside, questi ultimi riportati in luce rimuovendo l'apparato decorativo dell'abside tardo settecenteschi completato con stucchi.
Preesistenze
La pavimentazione musiva dell'attuale basilica risale al primitivo complesso basilicale di Aquileia; scoperta all’inizio del XX secolo, furono rimossi gli strati superiori di pavimentazione per lasciare visibili quelli originali che ricoprono l’attuale navata centrale e quella destra. Durante gli scavi di inizio Novecento furono scoperte anche le strutture murarie permettendo di ripercorre la storia dell'edificio, che fin dalla sua conformazione primitiva condizionò l'attuale impianto, in quanto nei successivi sviluppi furono mantenuti i limiti occidentali, settentrionali e meridionali di questo complesso. I mosaici sono riferibili all'inizio del quarto secolo, all'epoca del vescovo Teodoro che, in seguito all’emanazione dell’editto di Costantino nel 313 che liberalizzava il culto cristiano, promosse la costruzione di un complesso religioso ad Aquileia che probabilmente si insediò sul luogo di una precedente domus di epoca augustea, della quale forse già alcuni suoi locali erano stati adibiti al culto cristiano prima che venisse liberalizzato. Annessa alla domus è stato rilevato durante gli scavi un sistema di muri paralleli che si possono attribuire a dei magazzini. L’edificio teodoriano, costruito sfruttando i muri esistenti, era costituito da due aule rettangolari parallele, orientate ad Est, collegate da un ambiente trasversale, con annessi alle spalle altri vani accessori, dove c’era anche un battistero ellittico. Questo primo centro, piuttosto essenziale, si riconduce tipologicamente alla domus ecclesia basata su criteri di funzionalità: l’aula settentrionale era adibita a celebrazione eucaristica, quella meridionale alla preparazione dei catecumeni, l’aula trasversale era probabilmente usata come aula per l’amministrazione della confermazione. Gli ambienti erano affrescati ed avevano una copertura piana, sorretta da sei colonne e decorata a lacunari; l’aula Sud e Nord presentavano una ricca pavimentazione musiva: quello dell'aula meridionale corrisponde al pavimento dell'attuale basilica, quello dell’aula Nord è possibile ammirarlo - in parte, perché gravemente mutilato dalle fondazioni del campanile - nella cripta denominata degli scavi realizzata accanto alla navata sinistra. La pavimentazione dell'aula Nord era divisa in quattro campate trasversali spartite tra di loro da fasce decorative; nella prima campata, al centro, compare l’epigrafe in memoria di Teodoro “(Theod)ORE / FELIX /HIC CREVISTI / HIC FELIX”; nelle successive campate - di cui una parte visibile all'interno del campanile - sono rappresentati svariati animali - anche strani - entro cornici ottagonali o curvilinei - diversi uccelli, un ippogrifo, un'aragosta sull'albero, una capra con corno e pastorale, un'ariete, una lepre, la celebre scena della lotta tra il gallo e la tartaruga - pregni di significati simbolici religiosi; la quarta campata era destinata a presbiterio: si riconosce infatti il solco tra la terza e quarta campata in cui probabilmente era inserita la transenna che lo delimitava ed i resti di un altare al centro circondato dai seggi in marmo del vescovo e dei presbiteri. All'ingresso della cripta sono visibili anche resti di pavimento in cocciopesto riferibile all'aula trasversale ed ad un livello inferiore dei lacerti di mosaico della precedente domus augustea. Già a metà del quarto secolo le aule teodoriane erano divenute insufficienti ad ospitare la cresciuta comunità cristiana aquileiese, rendendo necessaria la costruzione di un edificio più grande: a metà quarto secolo, sotto il vescovato di Fortunaziano, fu eretta la basilica settentrionale, in corrispondenza dell’aula teodoriana Nord; in seguito quella meridionale, corrispondente all’attuale basilica; fu ricostituito anche l'ambiente trasversale, con un rinnovato battistero a pianta stellare con vasca esagonale, visibile all'ingresso della cripta. La basilica settentrionale, in seguito all’invasione di Attila nel 452 non fu più riedificata.
Impianto planimetrico
Il complesso basilicale di Aquileia sorge in posizione isolata, circondata da un ampio spazio aperto; sul fronte una breve fascia erbosa con un filare di alberi lo separa dal viale pedonale che costeggia il sito. Gli edifici si affacciano sulla piazza del Capitolo, uno invaso a base rettangolare, leggermente ribassata dal piano di campagna circostante, chiusa sul lato sinistro da un muretto in pietra mentre sul lato destro sorgono la basilica e il battistero, allineati su uno stesso asse longitudinale - con il battistero che la precede sul fronte - uniti dalla chiesa dei Pagani, annessa sul retro del battistero, e dal portico che precede l'ingresso in basilica. Alle spalle della piazza, circa a metà della navata della basilica e separato da questa di una quindicina di metri, si erge il campanile, innalzato su un terrapieno erboso protetto da un muretto con recinzione metallica, con un cancello d'accesso a sinistra della facciata della chiesa, preceduto da sei gradini. La basilica, orientata ad Est - Nord Est, presenta una configurazione planimetrica a croce latina, composta da un’aula longitudinale, un transetto trasversale ed un'abside semicircolare all'interno e quadrata all'esterno. L'aula, divisa in tre navate da due file di undici arcate impostate su dieci colonne, una parasta in controfacciata ed un robusto pilastro all'estremo orientale, presenta una nicchia absidata ed una cappella a base circa quadrata per parte; a concluderla il transetto a base rettangolare, con un’absidiola per parte agli estremi sul lato orientale. Lo spazio presbiterale è notevolmente rialzato rispetto la navata, elevato su un podio che fuoriesce dall’abside estendendosi fino a circa metà transetto, con due appendici a base quadrata poste ai lati dell'arco santo; vi si accede tramite due scalinate composte da un serie di otto più sei gradini ciascuna, poste lateralmente - in linea con la navata centrale - interrotte da un'appendice centrale sempre a base quadrata; sotto l'abside, si trova una cripta, denominata degli affreschi o delle reliquie, un ambiente colonnato che segue il perimetro dell'abside, con una nicchia absidata ad Occidente. Un ulteriore ampliamento dello spazio presbiterale occupa le prime due campate della navata centrale, sopraelevato dalla quota delle navate laterali di un gradino e di sette gradini rispetto il pavimento musivo della navata. A destra del transetto è annessa la sacrestia a base rettangolare con dei locali di servizio sul retro ed al piano superiore. Le dimensioni massime della chiesa sono: lunghezza 65,14 ml; larghezza navata 29,13 ml; larghezza transetto 42,67 ml; altezza navata – imposta copertura 16,18 ml; altezza navata – colmo sottotrave 21,11 ml; altezza presbiterio – volta centrale 17,60 ml. Sul fronte la facciata, in linea con la navata centrale, è preceduta da un portico a base circa quadrata, definito sui lati da due arcate ed altre due arcate lo scandiscono a metà: la campata di sinistra, sul fronte è anch'essa definita da un arco, mentre in linea con la campata di destra si attesta la chiesa dei Pagani, un ambiente rettangolare allungato, scandito in tre campate, che lo collega con il battistero; quest'ultimo è connotato da un impianto centrale a base ottagonale con un abside semicircolare all’interno e quadrangolare all’esterno, che fuoriesce dal perimetro sul lato orientale, a destra dell'attacco con la chiesa dei Pagani. Il complesso basilicale è completato da una serie di ambienti museali dove sono visibili i resti delle strutture e dei pavimenti musivi dei precedenti edifici che lo componevano: a sinistra, con accesso dall'interno della basilica, si trova la cripta degli scavi, mentre a destra della chiesa dei Pagani e del battistero, con accesso dal quest'ultimo, si trova la Sudhalle; la piazza del Capitolo, invece, pavimentata in lastre di pietra, riporta il disegno della pianta del quadriportico che occupava lo spazio dell'invaso. Alle spalle della basilica si trova il Cimitero degli Eroi.
Strutture verticali
Tutte le murature sono in cotto, mattoni e pietrame, riportate a vista durante i restauri degli anni Cinquanta quando furono asportati gli intonaci settecenteschi. La facciata principale ha una struttura a salienti che ripropone la scansione interna dello spazio. Quattro robuste paraste tripartiscono verticalmente la navata centrale, fino ad una certa altezza; nella sua parte inferiore è nascosta dal portico che la precede. Caratterizzato da una pianta circa quadrata con copertura a doppia falda che all'intradosso mostra la struttura a travatura lignea a vista, il portico sui fianchi è definito da una doppia arcata a tutto sesto impostata su colonne centrali ed una terza fila di arcate divide longitudinalmente lo spazio al centro; sul fronte presenta una sola apertura ad arco, mentre la campata di destra è chiusa dalla chiesa dei Pagani. L'ingresso principale alla basilica avviene dal portico, da un portale rettangolare, inquadrato in pietra, che si apre al centro della campata destra. Sopra la copertura del portico, la facciata è completata con un’imponente bifora centrale di epoca paleocristiana inserita in un arco a tutto sesto con profilo in mattoni, concluso seriormente da un profilo a capanna - riferibile all’originario attacco del portico e della chiesa dei Pagani; nelle due fasce laterali vi sono monofore strombate, allineate seriormente con le paraste, come anche la capanna centrale. Nella parte superiore della facciata si apre un grande occhio circolare, affiancato da altri due, minori e ciechi. Le navate laterali si presentano lisce, con un ingresso minore per parte, di cui quello di sinistra protetto da un breve spiovente, mentre in quello di destra si intravede la struttura in mattoni di un arco; anche le originarie aperture nel corso del tempo sono state modificate o tamponate: vi rimane un piccolo occhio e una feritoia nella navata sinistra. I fianchi delle navate sono percorsi da paraste di epoca cromaziana e da robusti contrafforti riferibili invece al rifacimento gotico; un fregio ad archetti pensili a sesto acuto valorizza la linea di gronda della navata centrale. La robusta massa muraria è perforata da due registri di aperture, di cui quello inferiore nelle navate laterali è di stile romanico, con finestre piccole e strette concluse ad arco a tutto sesto, quello nella navata centrale è costituito da undici finestre ogivali di tipo gotico. Alle spalle delle navate laterali emergono i bracci del transetto, della stessa altezza della navata centrale, con la copertura a doppia falda, orientata ortogonalmente al resto della chiesa, a formare un prospetto a capanna nei fianchi, valorizzato da una archetti pensili, come anche la linea di gronda dei fianchi; le pareti si presentano lisce, con due registri sovrapposti di finestrelle rettangolari sui lati e due registri di due finestre centinate sormontate da un ampio occhio circolare sotto la capanna. Sul retro dell'edificio fuoriescono le due absidiole del transetto e al centro l’abside presbiterale poligonale, il cui muro orientale è quello originale dell’epoca cromaziana, percorso da quattro paraste; vi si notano i segni delle precedenti finestre chiuse e sostituite nelle diverse fasi. Sul fronte principale, in linea con la campata destra del portico, si protende la chiesa dei Pagani - in origine a due piani oggi ad un solo livello più il sottotetto, con copertura a falda singola in continuità con il portico – e quindi il battistero; anche questi edifici sono caratterizzati da una struttura muraria compatta, in continuità con quella della basilica; il battistero risulta mozzato in altezza: il coronamento dell'edificio e la copertura sono stati danneggiati nel corso del tempo e mai più ripristinati nel suo aspetto originale; delle robuste paraste ne rinforzano la struttura perimetrale, anche se non a tutt'altezza; sul lato orientale, a destra della chiesa dei Pagani, sporge la nicchia absidata interna, di altezza inferiore, coperta da falde con manto in coppi.
Coperture
La copertura della chiesa è a spioventi con manto in coppi - due falde continue nella navata centrale e nell'abside a cui si intersecano altre due falde disposte ortogonalmente in corrispondenza del transetto, falda singola invece nelle navate laterali; all’intradosso la navata ed il transetto presentano una struttura a carena di nave rovesciata, con travi longitudinali e trasversali e listelli lignei e sottomanto in tavelle dipinti; le navate laterali hanno un soffitto piano, sempre con struttura lignea e sottomanto in tavelle; il presbiterio, all'incrocio tra navata e transetto - è sormontato da una alta volta a padiglione impostata su archi acuti, mentre l’abside da una volta a catino. Il portico e la chiesa dei Pagani presentano un copertura a falde, doppia nel portico, singola nella chiesa dei Pagani; all'interno invece il portico mostra la struttura a vista, mentre la chiesa è sormontata da una serie di tre voltine a crociera. Il battistero, la cui copertura originale è ceduta e ne è rimasto privo per circa due secoli, è coperto da una struttura in ferro e policarbonato, non visibile dall’esterno, essendo impostata ad un'altezza inferiore del coronamento della struttura muraria.
Campanile
Il campanile sorge in posizione isolata rispetto al corpo della chiesa, a sinistra della navata, piuttosto arretrato rispetto alla linea della facciata, quasi a metà navata. È costituito da una struttura a torre dall'ingente mole, a base quadrata - con il lato di 11, 75 ml -, innalzata su un basamento di otto gradoni in grossi blocchi, aggiunto probabilmente nel corso del XIV secolo. La struttura muraria - piuttosto spessa, circa 2,5 ml di sezione – è realizzata in pietra locale grigia, a conci squadrati posati a corsi orizzontali, esternamente lasciata a vista; il fusto è scandito da tre cornici marcapiano e perforato da feritoie; l'ingresso, dal piano di campagna dove si trovava in origine, in seguito alla costruzione del basamento fu spostato sul lato meridionale, preceduto da una ripida scala lapidea esterna; all'interno parte della canna è occupata dalla muratura in blocchi che contiene la scala a chiocciola che consente la risalita, la restante parte è vuota e tramite un ballatoio posto all'altezza dell'ingresso alla torre si possono vedere i mosaici teodoriani rinvenuti all'interno della torre. Due cornici, di cui la superiore modanata, definiscono inferiormente e seriormente la cella campanaria in cui su ciascun lato si apre una bifora centinata, valorizzata da una breve cornice in linea con l'imposta dell'arco: all'interno vi sono ospitate tre campane issate su un castello metallico. La cella è sormontata da un tamburo ottagonale in mattoni con archetti ciechi su cui è impostata la cuspide conica, che raggiunge un’altezza totale di 73 ml. Sotto la cella campanaria, sul fronte principale che guarda la piazza, è collocato il quadrante dell’orologio pubblico.
Apparato decorativo
L’interno della chiesa mostra tutte le fasi costruttive che dall'epoca paleocristiana si sono sovrapposte alle precedenti fino a conferire l'aspetto attuale. L'aula, un po' spoglia, con le nude e massicce strutture murarie perimetrali, è divisa in tre navate, di cui la centrale sormontata da una carena di nave a vista con sottomanto decorato; le monolitiche colonne che scandiscono lo spazio sono coronate da capitelli corinzi - bizantini, sopra cui sono impostate due file di undici arcate a sesto acuto in pietra grigia, di tipo gotico; il muro soprastante, per un breve tratto desinato da una lieve cornice, è in pietra, mentre la parte superiore fino alla copertura è in pietrame e mattoni, perforata da una finestre ogivali. La navata centrale e quella destra presentano la pavimentazione ribassata di circa un metro per mostrare il pavimento musivo della primitiva aula paleocristiana che compositivamente riprende quello dell'aula teodoriana Nord: spicca la scena di Giona che si estende in tutta la campata ai piedi del presbiterio con al centro l'iscrizione a Teodoro; lo spazio, interamente vuoto, è percorribile tramite una passerella sopraelevata che porta ai piedi del transetto dove nelle due campate che lo precedono è stato mantenuto il pavimento medievale a riquadri marmorei rossi e beige alternati; lateralmente si apre dapprima una nicchia absidata dedicata a San Girolamo, con una Vesperbilt – opera scultorea in pietra dipinta, della prima metà del XV secolo – ed una cappella in stile gotico, con due arcate a sesto acuto sormontate da un rosone sul fronte e la copertura a volta costolonata: è dedicata ai Torriani e vi ospita quattro sarcofagi marmorei. La navata sinistra, con il pavimento popponiano - eccetto un tratto all'ingresso - è riservata ai fedeli; in corrispondenza delle aperture a destra, l'absidiola è completata con un Crocifisso ligneo, mentre la cappella, dedicata al Santo Rosario, ospita l'altare con la custodia eucaristica. In corrispondenza della navata centrale quattro ampi archi ogivali definiscono lo spazio centrale del transetto; due arcate a tutto sesto di tipo romanico separano invece il transetto dalle navate laterali, ed altre due sono disposte in linea con i fianchi esterni delle navate, creando due cappelle absidate poste esternamente nei bracci del transetto. A dominare la chiesa è lo spazio presbiterale avanzato nel transetto con la creazione di un podio notevolmente rialzato, in epoca rinascimentale completamente rivestito in fine marmo grigio; i due pulpiti ai lati dell'arco santo sono completati da baldacchini marmorei in stile classico – rinascimentale a tempietto quadrato: quello di destra ospita l'altare del Sacramento, quello di sinistra l'organo; al centro si inserisce un avancorpo a costituire la tribuna magna con una loggia balaustrata; la parte frontale inferiormente è arricchita da modanature di tipo rinascimentale, con lesene laterali che inquadrano una nicchia absidata e centinata, con il semicatino a conchiglia, sul cui fondo si apre una finestrella che guarda alla cripta sottostante. Questo ambiente colonnato, scandito in tre campate longitudinali, ha pareti e volte interamente ricoperte da affreschi riferibili al XII secolo: le tematiche rappresentate riguardano le origini del cristianesimo ad Aquileia con le storie di Ermacora; nella volta centrale vi è la Madonna in trono col Bambino fra i simboli degli Evangelisti e Cristo fra due Angeli mentre nelle lunette scene della Passione di Cristo e la Morte di Maria; figure di Santi completano il ciclo nei pennacchi. Anche l'abside maggiore è arricchito da affreschi medievali: nel catino absidale, entro una mandorla celeste, è raffigurata la Madonna in trono con in braccio Gesù Bambino; attorno a questa, i simboli dei quattro Evangelisti; lateralmente sono rappresentati i Santi aquileiesi intervallati alle figure legate al potere temporale e religioso coevi; nell’ordine inferiore sono raffigurati santi martiri.
Apparato liturgico
L'apparato liturgico che completa la basilica è riferibile alle diverse epoche storiche in cui l'edificio è stato oggetto di modifiche. La parte più antica corrisponde all'abside dove, addossato al muro di fondo in posizione centrale si trova la cattedra patriarcale lapidea, rialzata su una mensola sostenuta da colonnine angolari e preceduta da quattro gradini lapidei; ai suoi lati, lungo il perimetro absidale, si sviluppano i seggi dei presbiteri, costituiti da una semplice seduta continua. Al centro dell'abside trova posto l'altare maggiore, di epoca rinascimentale; realizzato in marmo grigio chiaro, presenta una struttura a mensa a parallelepipedo rialzata su un basamento di tre gradini: è valorizzato da lesene agli angoli e al centro, mentre la mensa è materiale di spoglio del periodo romano; sul retro è ornato dai bassorilievi di un'aquila, simbolo di Aquileia, e di un pellicano, simbolo dell'eucarestia. La parte presbiterale è completata con due pulpiti, posti ai lati dell'arco santo; in quello di destra trova posto l'altare del Santissimo Sacramento, in stile rinascimentale, in raffinato marmo bianco; si compone di una mensa a parallelepipedo, sopra a cui poggia un gradino d'altare con cornici modanate; due pilasti compositi sormontati da un architrave modanato fanno da cornice al tabernacolo e sormontato da un bassorilievo raffigurante la Pietà. Ai piedi della tribuna magna, al centro del presbiterio basso, si colloca l'altare rivolto al popolo: è dedicato alla Croce e presenta una struttura simile all'altare maggiore, seppur di dimensioni minori. I plutei marmorei di epoca longobarda che originariamente delimitavano il presbiterio, prima della sua sopraelevazione, sono stati parzialmente reimpiegati nella cappella dedicata a San Pietro, nel braccio destro del transetto; la cappella ospita il polittico del Pelligrino di San Daniele, in origine posto nell'abside. La cappella nel braccio sinistro del transetto, dedicata a Sant'Ilario, funge da cappella feriale; nell'absiola di fondo è collocato un altare a mensa, completato sul fronte con un bassorilievo del XII secolo raffigurante Cristo tra San Pietro e San Tommaso da Canterbury: è un paliotto proveniente da un altare posto a partire dalla fine del XII secolo davanti alla tribuna magna. La custodia eucaristica attualmente si trova nell'altare del Santo Rosario, nell'omonima cappella; è l'unico esempio di arte barocca conservato nella basilica: realizzato in marmi policromi, si compone di una mensa marmorea a parallelepipedo ornata sul fronte da cornici polilobate in marmo bianco; l'alzata, con una doppia coppia di colonne in marmo rosso venato, coronate da capitelli compositi, che sostiene una trabeazione modanata, è coronata da un fastigio completato con una serie di angioletti adagiati; sopra la mensa poggia il tabernacolo in fine marmo bianco a costituire una corona di angioletti. Sempre nella navata sinistra, all'ingresso in chiesa, trova posto una costruzione circolare in marmo con copertura a cupide piramidale innalzata su tredici colonnine: si tratta di una copia del Sepolcro di Gerusalemme, realizzata tra il XI-XII secolo; all'interno si trova un piccolo altare centrale e una nicchia in cui trova posto una lastra orizzontale con tre fori circolari dove venivano custoditi gli Olii Santi. In posizione simmetrica, nella navata destra, è posizionato il fonte battesimale in pietra, protetto da una struttura a baldacchino, costituita da quattro colonne impostate su un alto basamento che sorreggono una copertura piana, arricchita con modanature lineari. É ancora utilizzato, seppur con il rito dell'infusione, il battistero cromaziano; al suo interno si trova una vasca esagonale, tipica aquileiese, circondata da sei colonne poste agli angoli aggiunte posteriormente a reggevano un deambulacro che si estendeva verso le pareti esterne, andato distrutto con il crollo della copertura nel XVIII secolo.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1970)
La messa viene celebrata dall'altare della Croce rivolta verso il popolo; alle sue spalle, sotto la tribuna magna sono state collocate tre troni lignei che costituiscono l'attuale sede.
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