nel testo di Mario Capellino, Il Seminario di Vercelli (cenni storici), viene riportato che nell’anno 1566 il cardinale Pietro Francesco Ferrero, reduce dal Concilio di Trento, erigeva il primo Seminario Urbano nella città di Vercelli, nella casa annessa alla chiesa di San Pietro la Ferla. Il cardinale Ferrero per provvedere al Seminario eretto e non gravare annualmente sul clero,
ordinava l’unione di venti benefici (cappellanie, priorati, clericature) in favore dello stesso. Successivamente nel 1570, confermato con bolla pontifica, veniva unito al Seminario anche il Collegio detto degli Innocenti o Chiantri.
1579 - 1581 (fondazione intero bene)
secondo quanto scritto da M. Capellino, l'abitazione presso San Pietro la Ferla risultava angusta e le entrate a favore del Seminario esigue ed insufficienti. Fu così che mons. Bonomi ne fondava un altro più spazioso e più decente in quel luogo medesimo, dove per opera d’un suo magnanimo successore, sarebbe sorto il grandioso Seminario attuale. Per aumentare il patrimonio dello stesso vennero aggiunti anche tutti i benefici semplici che si trovavano allora vacanti. Le rendite, però, non bastavano ad alimentare gratuitamente nessun chierico e il quinto concilio provinciale di Milano nel 1579 aveva ordinato che il Seminario di Vercelli possedesse un’entrata annua di mille scudi d’oro. Nel 1580 il vescovo mons. Bonomi decretò che ritornasse in vigore l’antico uso di riscuotere il terzo della decima su tutti i benefizi ecclesiastici della diocesi, sino a tanto che il censo del Seminario non avesse raggiunto la somma prescritta, e l'anno successivo vennero uniti altri benefici al Seminario.
1600 - 1842 (costruzione intero bene)
il Seminario venne costruito in varie epoche e quasi interamente su area di
antiche case già di proprietà del Capitolo. La parte più antica è il braccio a Ovest del secondo cortile interno, che risale al 1600 circa e che conservò a Nord, fino al 1842, la cappella dedicata a San Carlo Borromeo. Infatti, nei registri del 1608-1611 si parla di acquisti per le nuove costruzioni e compaiono i contratti con mastri e lavoranti.
1635 - 1647 (notizie storiche intero bene)
da un documento datato 11 aprile 1635 si ricava che la fabbrica del portico attorno all'atrio del seminario era già iniziata ed è attestato che il 20 novembre 1647 il mons. Giacomo Goria fece una donazione al Seminario
1694 - 1735 (costruzione intero bene)
nei registri del 1694-199 si parlava già della nuova fabbrica e vi è un'altra serie di lavori attestati nel 1720-1721. Negli atti della liti tra il conte Felice Asciano Berzetti Pettenati ed il seminario di Vercelli, nell'agosto del 1727, si parla del disegno dell'ing. Gallo relativo ad un nuovo braccio della fabbrica da destinarsi ad aule di scuola. Questo intervento doveva essere svolto dal capomastro Triulzo e vi sono notizie riguardo i pagamentiverso per svariato materiale edilizio, come per esempio i vetri della galleria (1722-1723), le lastre di serizzo e le colonne con capitelli e basi (1725). Nel 1732 venne anche ultimata una nuova scala. Inoltre, nel registro del 1734-1735 si può trovare un pagamento in favore dell'architetto Filippo Juvarra per il disegno del seminario.
1739 - 1741 (notizie storiche intero bene)
nelle note di pagamento del 1739-1740 si trova il saldo "della nuova fabbrica verso mezzo giorno" e nel registro dei pagamenti corrisposti al capomastro Triulzo si trova un versamento "per compiere il quarto del Semanrio verso mezzo giorno" nel 1740-1741.
1744 - 1746 (notizie storiche intero bene)
secondo M. Capellino "sotto mons. Solaro si compì la <> del seminario" e, infatti, il 2 novembre 1744 fu pagato l'ing. Mazzone "per la misura ed estimo de travaglij fatti da Mastro Michele Nervi attorno alla fabbrica ed atrio del Seminario" e il 30 dicembre 1745 lo stesso Mazzone ricevette un versamento "per il disegno fatto per la nuova costruzione della volta del salone, e mezzanelli minaccianti rovina, e per giorni 4 di suo soggiorno". Il 28 giugno 1746 fu "pagato alli Signori Ingegnere Vittone e Compagno per la visita, e disegno della Fabbrica nuova". Il 29 giugno fu retribuito mastro Michele nervo "per la ricostruzione della volta del salone e de' Mezzanelli", il 6 novembre fu pagato il marmista Carlo Giudici per i due camini e il 29 dicembre fu liquidato il conto di Giuseppe Rottaro "per il Refettorio e la Fabbrica". il 30 dicembre venne pagato anche il "Pittore Guala di Casale a conto della pittura, e Quadro per il nuovo Refettorio".
1747 - 1749 (notizie storiche intero bene)
nel testo "Il Seminario di Vercelli (cenni storici)" sono citati diversi pagamenti avvenuti tra il 1747 e il 1749 per quadri, dipinti e opere in marmo, come per esempio i camini, sculture e urne. In questa fase di intervento lavorarono al seminario il marmista Giudici, il pittore Guala, lo scultore Sezzano e Nicola Testori.
1751 - 1766 (notizie storiche intero bene)
nel 1751 Michele Nervi lavorò per l'appartamento nuovo, mentre il falegname Battista Bertola e il pittore Antonio Degli Alessandri allestirono il teatro nuovo. Nell'appartamento nuovo Giuseppe Ferrero di Lugano realizzò un camino in marmo. Nel 1757 lavorò alla fabbrica anche il vetraio Pietro Tosco. I lavori al teatro continuarono nel 1759-1760 e tra il 1764 e il 1766 il salone nuovo fu provvisto di volta.
1800 - 1801 (notizie storiche carattere generale)
nel testo "Il Seminario di Vercelli (cenni storici)" M. Capellino scrive: "Nel 1800 si svolsero a Vercelli i primi colloqui tra Napoleone Bonaparte ed il card. Martiniana, in preparazione al nuovo Concordato tra Stato e Chiesa. Nel 1801 le truppe francesi furono alloggiate in seminario."
1804 - 1805 (notizie storiche carattere generale)
nel 1804 il can. Domenico Cavazza costituì la figura di un legato per la biblioteca, stipendiato, e con il testamento del 4 ottobre 1805 affidò l'esecuzione del legato alla vigilanza del vescovo e del Capitolo di Sant'Eusebio e nominò il primo bibliotecario, don Claris.
1810 - XIX (notizie storiche intero bene)
il 10 giugno 1810 l'architetto Nervi presentò un disegno per la nuova cappella da erigersi nel sito della vecchia.
1841 - 1847 (ampliamento intero bene)
nel libro "Il Seminario di Vercelli (cenni storici)" viene scritto che sotto l'episcopato di mons. D'Angennes iniziò la nuova fabbrica del seminario, infatti il 20 agosto 1841 fu pagato l'ing. Talucchi di Torino per un progetto di ampliamento del nuovo fabbricato. Tale intervento cominciò nel 1841 e terminò nel 1847 e vide la partecipazione di diverse figure: l'architetto Caronesi, l'architetto Foglietti, l'architetto Leoni, il geometra Dusnasi, il fabbro Filippo Cambiaggio di Torino, il pittore Fea, il pittore e stuccatore Cattaneo, lo scultore Butti, lo stuccatore Pietro Isella, i marmisti Giuseppe Isella, Francesco Gussoni e Davide Pirovano e il capomuratore Antonio Bottinelli detto Togn.
1842 - 1845 (edificazione chiesa di San Carlo)
l'attuale chiesa di San Carlo è situata all'interno del Seminario Arcivescovile di Vercelli, precisamente nella manica Est del primo cortile. Invece, in origine vi era una cappella dedicata a San Carlo Borromeo situata all'interno della manica Ovest del secondo cortile, vale a dire la parte più antica del Seminario, edificata nel Seicento. L'originaria cappella di San Carlo Borromeo rimase officiata fino al 1842. Tra il 1842 ed il 1845 venne eretta la parte di Seminario prospiciente Piazza Sant'Eusebio, su progetto dell’architetto Caronesi e con la collaborazione dell'ingegnere Leone. In questa fase di costruzione venne edificata anche la nuova chiesa di San Carlo, situata nella manica Est del primo cortile.
1848 - 1919 (notizie storiche carattere generale)
nel testo "Il Seminario di Vercelli (cenni storici)" M. Capellino scrive: "Molte volte, durante le guerre, il seminario ospitò i soldati reduci dal campo e feriti: nel 1848, 1859, 1870, 1915-1919."
1872 - 1873 (notizie storiche esterno)
viene scritto da M. Capellino che "il 15 aprile 1872 Giuseppe Locarni firmò un progetto per l'occupazione dell'area davanti al seminario, da convertirsi in giardino e da chiudersi verso la piazza del Duomo con una cancellata in ferro, verso la via Guala Bicchieri, con muro di cinta in prolungamento di quello di casa Villa. Questo disegno, con l'altro del 10 luglio 1873 relativo al dettaglio della stessa cancellata, si trova presso l'economato del seminario."
1900 - XX (restauro intero bene)
all'inizio del 1900 si compirono nuovi restauri per la costruzione dell'appartamento personale di mons. Giacomo Montanelli e per la sistemazione dell'ingresso e della portineria, secondo quanto riportato nel testo "Il Seminario di Vercelli (cenni storici)".
1955 - 1962 (restauro intero bene)
mons. Francesco Imberti tra il 1955 e il 1962 promosse un'opera di restauro riguardante tutto il seminario. M. Capellino riporta che "nella cappella lavorarono il pittore Delle Ceste, la ditta Sacchi per le statue di San Giuseppe e Sant'Eusebio, la ditta Odorico per i mosaici delle due nicchie, il cav. Frascaroli per la decorazione della volta e delle pareti, il marmista Odone, lo stuccatore Bedendo, l'indoratore Bosio e la ditta Vetraia Vercellese."
1971 - 1973 (notizie storiche carattere generale)
il 15 ottobre 1971 l'antica biblioteca è stata aperta al pubblico e venne nominato un bibliotecario. Il 24 novembre 1973 venne inaugurata la biblioteca Agnesiana nella sede del seminario.
2015 - 2017 (restauro intero bene)
nel 2015 sono state avviate le pratiche per l'intervento di manutenzione straordinarie e restauro conservativo del primo cortile del Seminario e della cappella di San Carlo Borromeo. I lavori vennero effettuati nel 2017.
Descrizione
il Seminario di Vercelli si affaccia a Nord su Piazza Sant'Eusebio ed ospita gli Uffici di Curia. Il Seminario si sviluppa lungo l'asse Nord-Sud e ruota attorno a due corti interne, pertanto l'impianto planimetrico risulta essere, semplificando, l'unione di due "quadrati" adiacenti. L'elegante facciata, rifinita con un intonaco segnato da righe orizzontali, è divisibile verticalmente in tre parti distinte. Le due estremità si sviluppano su tre livelli e presentano tre aperture per ciascun livello, mentre la parte centrale, che si sviluppa solamente per un livello di altezza, è suddivisa in nove spazi da semicolonne doriche. Questi nove intercolumni sono raggruppabili a tre a tre, secondo lo schema "a-b-a": i primi tre intercolumni sono caratterizzati dalla presenza di una finestra, così come gli ultimi tre spazi, mentre i tre centrali sono caratterizzati dalla presenta del portone d'ingresso in quello centrale e di due nicchie negli spazi laterali. Le aperture sono tutte arricchite da una cornice: quelle del primo livello presentano una ricca cornice retta da due piccole mensole, quelle del secondo livello presentano una cornice timpanata e quelle del terzo livello presentano una cornice più semplice. Il portone ligneo d'ingresso si trova esattamente al centro della facciata che, in quel punto, presenta un avancorpo formato da due colonne doriche con relative paraste di ribattuta e coperto in sommità da un tetto piano. Entrando si trova l'atrio, adibito a portineria. Superato l'atrio si può ammirare la prima corte del Seminario: il portico, delimitato dal colonnato, è coperto dal solaio che, al piano superiore, rappresenta il terrazzo, mentre al centro della corte, fuori dal porticato, vi è una pavimentazione lastricata. Al piano terreno, lungo il lato Est ed il lato Ovest del porticato, si sviluppano gli ambienti interni del Seminario, mentre la manica a Sud è costituita da un colonnato che collega la prima corte con la seconda. Ai piani superiori le aperture delle maniche Sud, Est e Ovest si affacciano sulla prima corte interna e dal primo piano è possibile accedere al terrazzo, delimitato da un'elegante balaustra, che sorge in corrispondenza del portico sottostante e che ruota anch'esso attorno alla prima corte. La prima corte è in relazione visiva con la seconda corte, anch'essa impostata con un portico delimitato da colonne. Il portico della seconda corte è coperto da una serie di volte a crociera ed il centro della corte è adibito a prato, mentre lungo il lato opposto sono disposti i locali interni. Ai piani superiori, i locali che si affacciano sulla seconda corte sono sviluppati su due livelli, oltre il piano terreno, per quanto riguarda la manica a Nord e la manica a Sud, mentre quelle ad Est e ad Ovest sono composti da un solo livello verso l'interno della corte e da due livelli verso l'esterno. Il lato esposto a Nord della manica Sud dispone anche di un terrazzo che si affaccia sulla seconda corte. L'impostazione planimetrica dei piani superiori è caratterizzata dalla presenza di un corridoio in corrispondenza del porticato sottostante, coperto da una serie di volte a crociera, lungo il quale sono disposti tutti i locali interni. Il corridoio si affaccia verso la corte interna mediante le finestre e le porte finestre con balcone. Le coperture del Seminario sono a falde, realizzate con un manto di copertura in coppi sostenuti da un'orditura lignea, fatta eccezione per i grandi terrazzi realizzati con una copertura piana ed una pavimentazione.
Facciata
la facciata, rifinita con un intonaco segnato da righe orizzontali, è divisibile verticalmente in tre parti distinte. Le due estremità si sviluppano su tre livelli e presentano tre aperture per ciascun livello, mentre la parte centrale, che si sviluppa solamente per un livello di altezza, è suddivisa in nove spazi da semicolonne doriche. Questi nove intercolumni sono raggruppabili a tre a tre, secondo lo schema "a-b-a": i primi tre intercolumni sono caratterizzati dalla presenza di una finestra, così come gli ultimi tre spazi, mentre i tre centrali sono caratterizzati dalla presenta del portone d'ingresso in quello centrale e di due nicchie negli spazi laterali. Le aperture sono tutte arricchite da una cornice: quelle del primo livello presentano una ricca cornice retta da due piccole mensole, quelle del secondo livello presentano una cornice timpanata e quelle del terzo livello presentano una cornice più semplice. Il portone ligneo d'ingresso si trova esattamente al centro della facciata che, in quel punto, presenta un avancorpo formato da due colonne doriche con relative paraste di ribattuta e coperto in sommità da un tetto piano. Sopra al portone d'ingresso compare la scritta "seminario" in caratteri maiuscoli e sopra, come fastigio, vi una scultura formata da uno stemma al centro e due figure femminili ai lati.
Pianta
il Seminario si sviluppa lungo l'asse Nord-Sud e ruota attorno a due corti interne, pertanto l'impianto planimetrico risulta essere, semplificando, l'unione di due "quadrati" adiacenti. All'interno vi sono gli Uffici di Curia e la chiesa di San Carlo, situata nella prima corte interna (entrando a sinistra). Quest'ultima si sviluppa in doppia altezza. L'impostazione planimetrica dei piani superiori è caratterizzata dalla presenza di un corridoio in corrispondenza del porticato sottostante, coperto da una serie di volte a crociera, lungo il quale sono disposti tutti i locali interni. Il corridoio si affaccia verso la corte interna mediante le finestre e le porte finestre con balcone.
Struttura architettonica
struttura realizzata in muratura portante di mattoni pieni.
Coperture
le coperture a spioventi del Seminario sono costituite da un manto in coppi su orditura lignea. In presenza dei terrazzi la copertura è realizzata con una struttura piana ed una pavimentazione.
Chiesa
la chiesa di San Carlo è situata all'interno del Seminario Arcivescovile di Vercelli, precisamente nella manica Est del primo cortile (entrando a sinistra).