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| Descrizione |
La chiesa di Santa Lucia Vergine e Martire sorge nella frazione di Biadene, ai piedi del Montello.
La pianta della chiesa è basilicale, a croce latina, costituita da tre navate e un transetto. L'ingresso è corredato da una scalinata e da un nartece, che anticipano le navate interne. Il transetto è concluso da absidiole e l'area presbiterale è rialzata rispetto alla navata principale, completata da un'abside poligonale. Tutto intorno ad essa si innesta, appoggiandosi anche al transetto, un corpo di fabbrica che ospita gli ambienti secondari, come la sacrestia e la cappella.
La facciata, con un profilo a salienti che annuncia la suddivisione interna, presenta una sezione centrale a due livelli scandita da una modanatura e sormontata da un timpano. La sezione inferiore è ritmata da tre portali e, in corrispondenza delle due navate laterali, vi sono delle aperture ad arco, con spiovente, che evidenziano gli accessi minori. Il piano superiore, sempre tripartito con archi a tutto sesto, si apre con un loggiato sulle tre vetrate della navata centrale. L'intera facciata è anticipata da una scalinata a tutta lunghezza, che rialza il piano di calpestio della chiesa di cinque gradini.
| Pianta |
| La pianta della chiesa è basilicale, a croce latina, costituita da tre navate e un transetto. L’ingresso è corredato da una scalinata e da un nartece, che precede le navate separate da due colonne in marmo rosso di Verona, che sorreggono una trabeazione con iscrizioni latine, e da due arcate che si sviluppano in altezza fino al soffitto. Al di sopra della trabeazione si aprono alcune finestre di forma allungata e a tutto sesto, che illuminano l’interno della chiesa. Il transetto è concluso da absidiole nelle quali sono stati collocati due altari barocchi. L’area presbiterale è rialzata rispetto alla navata principale e si conclude con un’abside poligonale. Tutto intorno ad essa si innesta, appoggiandosi anche al transetto, un corpo di fabbrica a due piani, che presenta fori rettangolari sui due fianchi e, sul retro, tre coppie di aperture a tutto sesto, che incorniciano una nicchia da cui si accede agli ambienti di servizio. La navata principale e quelle laterali sono coperte da un solaio piano, posto ad altezze differenti. |
| Cappella |
| A Est trova posto una cappella, accessibile grazie a un’apertura a destra del presbiterio. Essa è semplice, arricchita da elementi d’arredo lignei, e anticipa la sacrestia retrostante. Il solaio è piano e ritmato da travi emergenti mentre il pavimento è decorato con piastrelle esagonali sui toni del rosso. All’interno sono ospitate le opere “Decollazione di S. Lucia” di Antonio Pellegrini (1675-1741), e “Cristo Risorto”, di autore ignoto, entrambe trasferite dalla vecchia parrocchiale. |
| Altare maggiore |
| L’altare maggiore è rialzato, tramite tre gradini, rispetto alla quota del presbiterio ed è realizzato in marmo, con specchiature policrome. Sopra la mensa si erge una parete lapidea, dove trovano posto le reliquie circondate da statue contenute in nicchie. Due di esse provengono dal campanile della chiesa delle Crozzole, dove furono ritrovate ricoperte di “boiacca di cemento”, ma in realtà sono in legno di noce. La composizione è coronata da un altorilievo in marmo, sovrastato da una mensola sporgente. |
| Altari |
| L’altare minore del Sacro Cuore trova posto nella nicchia del transetto Ovest. Esso è in marmo policromo, nei toni del rosso, del bianco e del blu. La mensa è sovrastata da due colonne corinzie che sorreggono una trabeazione semplice e un timpano semicircolare interrotto da una decorazione. L’altare era già presente come altare maggiore nell’antica parrocchiale del Bosco, al quale è stato aggiunto il tabernacolo dell’altare maggiore della chiesa pisanea e la statua in legno, realizzata da Ferdinand Stuflesser di Ortisei. Adiacente all’altare minore è presente un dipinto raffigurante S. Michele Arcangelo con il drago, S. Luigi Gonzaga e S.Antonio, nel quale è stato inserito al centro un riporto, eseguito da Danilo Soligo, raffigurante S. Francesco. |
| Altari |
| L’altare minore della Madonna trova posto nella nicchia del transetto Est. Esso è in marmo policromo, nei toni del rosa e del bianco. La mensa è ornata da due colonne che sorreggono una trabeazione, coronata da un’iscrizione sommitale. Anche questo altare era presente nella vecchia chiesa, seppur dedicato a S. Gottardo, donato dalla contessa Maffei. Per il trasferimento vengono effettuate delle migliorie, come l’aggiunta di una statua in legno raffigurante la Madonna, già presente nella vecchia parrocchiale pisanea. Precedentemente era presente un dipinto su tela, eseguito da Pizzolotto, che raffigurava la Madonna che schiaccia il serpente, collocato successivamente nella chiesa di S.Lucia (in Bosco). In questo altare sono conservate anche le reliquie di S. Vettore, autenticate dal cardinal Carpegna il 27 novembre 1677 e dalla Cancelleria abbaziale il 17 aprile 1743. Adiacente a questo altare minore troviamo l’opera “S. Gottardo benedicendo la gente”, realizzata da Luigi Basiletti (1780-1859) di Brescia, trasferito dalla vecchia parrocchiale e commissionato dalla contessa Margherita Erizzo-Maffei. |
| Facciata |
| La facciata, con un profilo a salienti che annuncia la suddivisione interna, presenta una sezione centrale a due livelli scandita da una modanatura e sormontata da un timpano. La sezione inferiore è ritmata da tre portali, due dei quali ciechi che affiancano il portale d’ingresso centrale. In corrispondenza delle due navate laterali vi sono delle aperture ad arco, con spiovente, che evidenziano gli accessi minori. Il piano superiore, sempre tripartito con archi a tutto sesto, si apre con loggiato sulle tre vetrate della navata centrale. L’intera facciata è anticipata da una scalinata a tutta lunghezza, che rialza il piano di calpestio della chiesa di cinque gradini. |
| Prospetti |
| Anche i prospetti esterni laterali riprendono le suddivisioni interne e sono movimentati da volumi emergenti, frontoni e arcate cieche, dove sono collocate le aperture. In corrispondenza delle cappelle laterali e del transetto vi sono degli avancorpi aggettanti. A differenza della facciata principale, che è intonacata, i prospetti longitudinali presentano muratura in cotto a vista. Tutta la chiesa poggia su un basamento rialzato di circa un metro rispetto al piano di calpestio del terreno esterno. |
| Coperture |
| La struttura di copertura è composta da capriate in legno, sormontate da travetti e completata da un manto di copertura tradizionale in cotto. Questa articolazione è celata da solai piani incannucciati, su cui sono state realizzate alcune decorazioni pittoriche. |
| Pavimenti e pavimentazioni |
| Il pavimento delle navate è composto da granito e cemento, con uno zoccolo in marmorino levigato a caldo. Il presbiterio, invece, è decorato da lastre in marmo disposte in maniera geometrica, nei toni del bianco, del rosso e del grigio. La cappella posta a Est è ornata da piastrelle esagonali sui toni del rosso. |
| Elementi decorativi |
| Gli interni sono semplici, intonacati sui toni del giallo, per far risaltare gli affreschi dell’area presbiterale e del soffitto delle navate, eseguiti da Giuseppe Cherubini. All’interno del catino absidale è rappresentata la Crocifissione con le tre Marie mentre, lungo le pareti absidali, trovano posto l’Assunzione della Vergine, Pio XII che proclama il dogma dell’Assunzione, S. Giovanni in estasi, la Cena di Emmaus e una Prima Comunione (realizzati dal pittore trevigiano Giovanni Barbisan). Nel soffitto absidale viene rappresentata la gloria dei Santi Lucia, Vittore e Gottardo, titolare e co-patroni della chiesa parrocchiale. L’arco absidale presenta, invece, la rappresentazione dell’Annunciazione con Maria a destra e l’arcangelo Gabriele a sinistra e con cartigli riportanti il saluto “Ave Maria Gratia plena”. Il soffitto della navata centrale è impreziosito da un unico affresco intitolato “Istituzione della Prima Comunione” mentre, sui due bracci del transetto, sono raffigurati San Michele Arcangelo a destra e Santa Cecilia a sinistra. Nell’altare di S. Giovanni Bosco è presente un trittico realizzato da Galliano Miglioraro, che raffigura il santo attorniato da fanciulli, S. Giovanni Evangelista, e S. Gottardo. L’altare di S. Antonio da Padova ospita la statua dell’omonimo santo e di S.Teresina del bambin Gesù. A metà della navata sono collocate due tele raffiguranti “Mosè con il serpente di bronzo” e “Mosè e la manna” di Gaspare Diziani, trasferiti dalla vecchia parrocchiale a quella nuova. A destra e a sinistra dell’ingresso, in corrispondenza dei confessionali, ci sono gli affreschi (1950) di Danilo Soligo, raffiguranti rispettivamente Maria Goretti e S. Giuseppe. Vicino all’ingresso principale viene posizionato il sarcofago contenente la salma di don Eliseo Pedron, parroco di Biadene dal 1921 al 1960. E’ presente anche la Via Crucis, un ciclo di opere ad affresco su supporto realizzate da Angelo Fassina. |
| Organo |
| E’ presente un organo del 1937, a 16 registri elettrici, la cui parte fonica è quella trasferita dall’organo della chiesa pisanea. |
| Vetrate |
| Le vetrate sono realizzate con graniglia di vetro, tramite vetrofusione, su disegni e bozzetti di Angelo Fassina di Piombino Dese. Le immagini rappresentano: i sei giorni della creazione; Cristo Risorto, Compimento della Creazione (settimo giorno del riposo) e I Santi della Comunità Cristiana; E venne ad abitare in mezzo a noi (tre momenti particolare della vita di Maria); La Misericordia di Dio (tre eventi significativi della vita di Gesù); La Trasfigurazione di Cristo e la Pentecoste; La Comunione dei Santi (la società, la famiglia, i giovani e la loro ricerca, la preghiera, la carità e la vita consacrata); L’Acqua ed il Fuoco; il tutto distribuito in ventisette vetrate. |
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