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Scandicci
Firenze
chiesa
parrocchiale
S. Bartolomeo in Tuto
Parrocchia di San Bartolomeo in Tuto a Scandicci
Pianta; Facciata; Campanile; Interno; Elementi decorativi; Pavimenti e pavimentazioni; Coperture
presbiterio - intervento strutturale (1982)
XX - 1982(cenni storici carattere generale); 1960 - 1970(cenni storici carattere generale); 1978 - 1982(cenni storici carattere generale); 1992 - 1993(ampliamento intero bene); 1998 - 1998(cenni storici carattere generale)
Chiesa di San Bartolomeo in Tuto
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Bartolomeo in Tuto <Scandicci>
Altre denominazioni S. Bartolomeo in Tuto
Ambito culturale (ruolo)
architettura contemporanea (costruzione)
Notizie Storiche

XX - 1982 (cenni storici carattere generale)

La data di edificazione dell’originaria e prima chiesa parrocchiale è incerta, ma la sua fondazione risale all’Alto Medioevo ed è riportata dalla tradizione come di origine cadolingia. La nuova chiesa di S.Bartolomeo in Tuto è stata costruita tra il 1978 ed il 1982, non lontano dall'originaria chiesa di S. Bartolo in Tuto dalla quale la sede parrocchiale fu qui trasferita.

1960 - 1970 (cenni storici carattere generale)

Nel corso degli anni Sessanta del Novecento ebbe luogo a Scandicci un notevole incremento della popolazione e le dimensioni dell'antica chiesa di San Bartolomeo in Tuto (San Bartolo in Tuto) si rivelarono in breve tempo troppo ridotte per la comunità in forte espansione. Fu così che a partire dagli anni Settanta il parroco don Piero Paciscopi, membro dell'Opera Madonnina del Grappa, si adoperò con il sostegno del cardinale Giovanni Benelli per la costruzione di una nuova chiesa.

1978 - 1982 (cenni storici carattere generale)

Su progetto affidato ad un gruppo di architetti (Mattia Del Prete, Anna Gennarini, Massimo Marconi e Gabriella Diotallevi,) prese avvio la creazione di un nuovo spazio per l'assemblea liturgica; i lavori iniziarono nel 1978 e si conclusero nel 1982.

1992 - 1993 (ampliamento intero bene)

Con il progetto dell’architetto Alberto Durante si realizza l’ampliamento del complesso parrocchiale per contenere una serie di nuove funzioni: luoghi per catechesi e ampi spazi per comunità assembleari, luoghi adatti alla socializzazione e all’educazione dei ragazzi, spazi aperti da dedicare al gioco, uno spazio per la “caritas” parrocchiale, una foresteria adibita all’accoglienza dei senza fissa dimora, uno spazio mensa, un appartamento del custode. Il progetto ricomprende la revisione della chiesa terminata nel 1982 con il rifacimento completo della facciata, degli ingressi e del viale d’accesso e con l’installazione dei segni liturgici, sistemati definitivamente nel 1992.

1998  (cenni storici carattere generale)

Il 17 dicembre 1998 viene benedetto dal Cardinale Piovanelli il ciclo pittorico realizzato da Kiko Argüello.
Descrizione

La chiesa parrocchiale di S. Bartolomeo in Tuto sorge isolata all’interno di un isolato a verde, a margine della zona nord dell’abitato di Scandicci. Un viale alberato leggermente inclinato rispetto a Via Gaetano Salvemini collega le due strade pubbliche al sagrato, in parte pavimentato e in parte inerbito. L’edificio è chiara e riuscita espressione dei principi sanciti dalla riforma introdotta dal Concilio Vaticano II e innova completamente i caratteri formali e i sistemi compositivi degli spazi di culto che affiancano la riforma liturgica dei riti, dei simboli, degli spazi, raggiungendo piena coerenza tra architettura e simbolismo liturgico per favorire una più fruttuosa partecipazione dei fedeli. Il complesso architettonico è caratterizzato dal ricorrere della forma ottagonale e di quella circolare. L’ottagono richiama il significato simbolico della tradizione della Chiesa primitiva del numero della Risurrezione di Cristo, l’octava dies, il nuovo giorno in cui il Cristo risorto porta la Salvezza all’umanità credente; la forma circolare favorisce la partecipazione alla liturgia e simboleggia l’Assemblea riunita come il Corpo di Cristo. Il complesso, circondato da spazi trattati a verde, è costituito da corpi di fabbrica che si articolano tra loro e si affacciano su un ampio sagrato; l’asse del complesso si sviluppa da sud-est a nord-ovest; addossati alla chiesa sul lato destro sono i locali parrocchiali composti da canonica, salone assembleare, aule celebrative e altre aule dedicate a catechismo, centro di ascolto e varie attività. La chiesa presenta in esterno i caratteri dell’architettura contemporanea con volumi che denunciano l’articolazione interna. L’edificio è in cemento armato, in esterno tinteggiato in bianco avorio con ricorsi orizzontali e decorativi in lastre di pietra Santafiora e travertino. Il sagrato ha anch’esso forma ottagonale ed è pavimentato con tozzetti in cemento, al centro è un’aiuola a prato. La chiesa ha pianta ottagonale (irregolare) e simmetrica. L’annuario della Arcidiocesi di Firenze curato da G. Villani e V. Cirri, ricorda come “l’ingresso con alla sinistra una forma circolare e alla destra una forma cubica, intende rappresentare il divino e l’umano separati e uniti dalla porta per la quale passa l’uomo con la sua semplice “espressione”. L’interno, costituito da una grande aula ad anfiteatro, con i piani digradanti verso il centro, dove si trovano il Fonte battesimale e la grande Tavola per la Mensa Eucaristica, vogliono significare la discesa del credente verso l’Acqua purificatrice e l’incontro con Gesù Eucaristia”.
Pianta
L’organizzazione planimetrica del complesso architettonico è data dall’articolazione dei volumi che ospitano le varie funzioni, chiesa e locali parrocchiali sono interconnessi tra loro. La chiesa è ad aula unica, a pianta ottagonale allungata in senso longitudinale, sull’asse diretto all’abside, che parte dalla porta e passando per il fonte battesimale, l’altare e l’ambone, termina con la sede del Presidente. L’aula ha la platea centrale a quota inferiore (circa m 1,5) rispetto al piano d'ingresso. Attorno alla platea sono dislocate con disposizione a gradoni detta circumstans, su quattro livelli, le panche fisse in legno. Al livello più alto, corrispondente al piano di ingresso, l’aula si estende simmetricamente a destra e a sinistra in una sorta di cappelle laterali in corrispondenza dell’altare centrale; alla sinistra del portale di ingresso è posta la cappella a pianta circolare del Santissimo e in adiacenza è la sacrestia. Il secondo piano della struttura si sviluppa a livello del tamburo della copertura dell’aula; disgiunto dal doppio volume dell’aula, il secondo piano si articola tutto intono ad essa, lungo un corridoio continuo che mantiene la simmetria centrale dell’aula ma che traccia una divesra forma di ottagono irregolare; ad esso si accede dall'esterno; dà accesso a locali adibiti a vari usi parrocchiali. La lunghezza longitudinale dell’aula dal portale all’abside è di m 25,80, la larghezza interna massima è di m 25,70.
Facciata
La geometria del complesso architettonico, si dichiara in una facciata scandita dagli alzati regolari dei vari blocchi. Il prospetto frontale è assai ampio e delinea la forma del sagrato; è esposto a sud-est e al centro è l’ingresso vetrato, sormontato da una tettoia rivestita in rame che è estensione della copertura a padiglione dell’aula; la struttura che definisce il portale è rivestita in lamiera. Sulla destra è inserita la torre campanaria a pianta quadrata. Le facciate sono intonacate e tinteggiate in bianco avorio, con ricorsi orizzontali in lastre di pietra Santafiora e con innesti decorativi in lastre di pietra Santafiora e travertino. I volumi perimetrali presentano coperture piane senza aggetti di gronda; le forme sono semplici con prevalenza di superfici piene e, poche bucature vetrate denunciano i passaggi tra i vari corpi di fabbrica, gli ingressi, e il campanile (con il taglio verticale sullo spigolo). I fronti laterali similmente, proseguono con lo stesso linguaggio. La copertura dell’aula è padiglione sormontata da globo crucigero.
Campanile
Il campanile rientra nella composizione architettonica della facciata; si erge alla destra dei volumi della chiesa e funge da pernio attorno a cui si addensano i vari corpi di fabbrica del complesso. Spicca in alzato sui volumi circostanti e partecipa alla caratterizzazione dello spazio del sagrato. Intonacato e tinteggiato in bianco avorio e attraversato dagli stessi ricorsi in pietra Santafiora in continuità con le altre parti dei prospetti, è caratterizzato a partire dal secondo registro da una vetrata angolare sullo spigolo fronteggiante il sagrato e superiormente dalla bucatura longitudinale della cella campanaria. Ha copertura a padiglione metallica sormontata da globo crucigero.
Interno
Tutto all’interno della chiesa, l’organizzazione dello spazio, i segni liturgici, l’iconografia, assume una forte connotazione simbolica, in forte assonanza con la riforma del Concilio Vaticano II che rende centralità all’altare; l’interno è costituito da una grande aula ad anfiteatro, digradante verso il centro, di forma ottagonale, contraddistinta come sottolinea Maurizio Abeti “da uno spazio liturgico centrale [...] polarizzato centripetamente sull’unica mensa eucaristica e caratterizzato da una tensione escatologica assiale diretta sull’abside”. La platea centrale, a ottagono allungato in senso longitudinale dalla porta verso l’abside, si trova a una quota inferiore (circa 1,5 m) rispetto all’ingresso; i quattro livelli di gradonate circostanti seguono lo stesso andamento della platea e ospitano tutto intorno alla mensa le panche fisse in legno destinate all’assemblea, le quali si interrompono solo in corrispondenza dei quadranti e dell’abside. Al livello più alto, corrispondente al piano di ingresso, l’aula si estende in due ambienti con vetrate policrome, una sorta di cappelle laterali, in corrispondenza dell’altare centrale. Le superfici interne sono intonacate e tinteggiate di bianco nel registro inferiore; nel registro superiore, l’alto tamburo ottagonale d’imposta della copertura ospita un intero ciclo pittorico realizzato tra il 1984 e il 1998 dal pittore spagnolo Kiko Argüello che raffigura I misteri della vita di Cristo. La chiesa prende luce dalla vetrata d’ingresso, costituita dalla porta e da due vetrate speculari sul lato destro e sinistro, e dallo stretto nastro di finestre all’imposta della copertura. Due vetrate policrome sono nei due vani a sinistra e a destra del presbiterio. L’aula ha una copertura a padiglione ottagonale ribassato, con struttura in legno lamellare a vista e lucernario centrale. I segni liturgici quali il fonte battesimale, la mensa, l’ambone, la sede sono collocati al livello più basso nella grande platea centrale a significare la discesa del credente verso l’Acqua purificatrice e l’incontro con Gesù Eucaristia. Si succedono in sequenza, e in crescendo, segnando i tre luoghi dell’iniziazione cristiana: Battesimo, Cresima, Eucarestia. Il fonte battesimale al gradino più basso è un’ampia vasca in marmo, a forma di croce, scavata come una vera e propria fossa nel pavimento. Un gradino più su rispetto al fonte battesimale la mensa, di forma quadrangolare, è al centro dell’assemblea, sormontata dalla cupola della copertura “segno dell’epiclesi, ossia della discesa dello Spirito Santo sul “luogo Santo” per eccellenza della Chiesa”. L’ambone, ancora un gradino più su, attesta nella sua posizione, l’importanza ripristinata dal Concilio Vaticano II della Liturgia della Parola all’interno della Messa, tornata a essere basata su due mense: l’ambone, Cristo Parola di Dio, e l’altare, Cristo Cibo Eucaristico; esso è collocato in alto in posizione fissa in collegamento con la sede. La sede affiancata dai sedili dei concelebranti è nel luogo più alto al centro dell’abside. Il tabernacolo è nella cappella del Santissimo alla sinistra dell’ingresso. Sulla cantoria sopra l'ingresso si trova l'organo a canne, costruito agli inizi del XXI secolo dalla ditta Chichi.
Elementi decorativi
Particolare importanza per la sua completezza e per la sua forte valenza simbolica assume in questa chiesa il ciclo pittorico realizzato dal pittore spagnolo Kiko Argüello iniziatore delle Comunità Neucatecumenale. L’alta fascia ottagonale che circonda tutta l’aula rappresenta il cielo; le icone che si susseguono (che realizzano la corona misterica che Kiko Argüello riproporrà in altre chiese) rappresentano i vari momenti del Mistero pasquale. Come descritto da Cristina Acidini “Il centro del ciclo pittorico è Cristo Pantocrator, che rivestito della sua gloria divina, torna alla fine dei tempi a giudicare la terra. Alla sua destra è rappresentata la vita terrena di Cristo e alla sua sinistra la vita celeste. Ogni pittura misura m 4,20 di lunghezza per m 3,30 di altezza, eccetto la Trasfigurazione, il Cristo Pantocrator e l’Apparizione di Cristo Risorto, dipinti sui lati brevi della corona ottagonale che misurano m 4,70 per m 3,30”. Per Eliana Princi “le figure, dalle tinte forti su fondo oro, sono caratterizzate e si ispirano alle forme delle icone bizantine, con la tipica incisività delle immagini dai contorni netti e precisi e colori uniti e opachi”. Il ciclo pittorico è realizzato con ossidi di piombo e pigmenti agglutinati con olio di lino cotto ed essenza di trementina, e oro zecchino, su stucco romano composto da polvere di marmo e calce. Significativa in questa chiesa anche la dislocazione degli elementi fissi dell’arredo liturgico, che sono collocati al centro dell’aula. Il fonte battesimale è un’ampia vasca in marmo scavata nel pavimento; a forma di croce inscritta in un ottagono, ha sette gradini a entrambi i lati dell’asse della croce, ampio per amministrare il Battesimo sia per immersione che per infusione a bambini e adulti. Nei quattro angoli formati dalla croce sono inseriti i mosaici dei quattro Evangelisti. L’altare è costituito da una grande mensa eucaristica poggiante su semicolonne (larghezza m 2,20, lunghezza m 3,00, altezza m 0,90). La mensa, l’ambone e la sede posta al centro della parete tergale del presbiterio, tutti dalle forme semplici e lineari, sono realizzati in arenaria grigia. La sede ha inserti in marmo nero. Nella chiesa sono state collocate due importanti opere provenienti dalla vecchia chiesa di San Bartolo in Tuto: una Madonna col Bambino, di Giovanni da Milano sulla parete di fondo dell’abside, e una Deposizione e santi, attribuita a Francesco Granacci, nella cappella di sinistra.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione del sagrato esterno alla chiesa è realizzata in masselli autobloccanti; l’interno della chiesa presenta pavimentazione in cotto arrotato a crudo. La platea centrale e il presbiterio hanno pavimentazione e gradini ricoperti in moquette rossa.
Coperture
Le coperture del complesso sono varie, in parte piane, in parte a falde, in relazione all’articolazione dei blocchi. La copertura dell’aula della chiesa ha una particolare geometria a padiglione ottagonale con colmo a croce. La falda in corrispondenza dell’ingresso si allunga e scende a coprire appunto quest’ultimo. Ha manto in scandole di catrame rivestite in rame. La lanterna centrale è sormontata da globo crucigero.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1982)
Adeguamento alle esigenze liturgiche della riforma conciliare realizzato contestualmente alla costruzione della chiesa. Altare posto al centro dell'aula, con mensa in arenaria poggiante su semicolonne; dimensioni indicative cm 220 x 300 x 90 (h). Tabernacolo in cappella del Santissimo, posta sul lato sinistro dell’ingresso. Sede in arenaria ed inserti in marmo nero posta al centro della parete tergale del presbiterio; in posizione centrale è l'ambone in arenaria. In uso un leggio mobile in legno ed ottone. Fonte battesimale ad immersione con vasca in marmo, cruciforme su pianta ottagonale, al centro dell’aula. Due confessionali lignei sono addossati alle pareti, in posizione speculare, a lato del presbiterio.
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