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beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Becetto
Sampeyre
Saluzzo
cappella
sussidiaria
Natività di Maria Vergine
Parrocchia di Natività di Maria Vergine e S. Antonio
Pianta; Pavimenti e pavimentazioni; Coperture; Struttura; Abside; Altare principale; Altari secondari; Campanile; Elementi decorativi; Facciata principale; Sacrestia; Sagrato; Tribuna; Volte
altare - aggiunta arredo (anni '70 del XX secolo)
XIII - XIII(importanza del Santuario carattere generale); 1201 - 1204(data di costruzione intero bene); 1205 - 1209(consegna della chiesa e consacrazione intero bene e intorno); 1210 - 1210(prima attestazione di pellegrinaggio alla chiesa carattere generale); 1211 - 1211(santuario affidato a Rivalta e devozione carattere generale); 1219 - 1219(pellegrini da Vercelli e dal Biellese carattere generale); 1254 - 1257(avvicendamento di responsabili carattere generale); 1397 - 1397(successione di priori carattere generale); 1450 - 1459(dedicazione della chiesa carattere generale); 1543 - 1543(lapide commemorativa con data esterni); 1572 - 1572(imbiancatura pareti chiesa interni); 1575 - 1575(demolizione dell'edificio del priorato intorno); 1579 - 1581(danni di guerra e ricostruzione tetto); 1583 - 1583(lavori di ricostruzione volta); 1585 - 1588(elemento lapideo datato sacrestia); 1585 - 1600(lavori di ricostruzione o restauro campanile); XVII - XVII(calo della devozione al santuario carattere generale); 1602 - 1602(lavori di ricostruzione del portico intorno); 1609 - 1609(descrizione durante la visita pastorale altari laterali e cimitero); 1629 - 1629(descrizione durante la visita pastorale intero bene); 1643 - 1643(portico per riparo dei pellegrini intorno); 1643 - 1643(descrizione durante la visita pastorale tabernacolo ed altare maggiore); 1643 - 1643(esistenza di reliquiario presbiterio); 1643 - 1643(descrizione durante la visita pastorale fonte battesimale); 1643 - 1643(descrizione durante la visita pastorale carattere generale); 1643 - 1643(descrizione durante la visita pastorale altari e sacrestia); 1643 - 1643(descrizione del cimitero e della canonica intorno); 1643 - 1643(descrizione durante la visita pastorale campanile); 1643 - 1643(descrizione durante la visita pastorale intero bene); 1643 - 1643(santuario meta di numerosi pellegrini carattere generale); 1700 - 1700(data costruzione e ampliamento coro); XVIII - XVIII(pianta edificio antecedente alla ristrutturazione intero bene); XVIII - XIX(lavori di rinnovamento intero bene); 1702 - 1702(diatriba tra diocesi di Saluzzo e abbazia Rivalta carattere generale); 1741 - 1741(frammento marmoreo con data esterni); 1744 - 1744(eventi bellici e donazione dei Savoia carattere generale); 1745 - 1745(diatriba tra diocesi di Saluzzo e abbazia Rivalta carattere generale); 1769 - 1769(frammento marmoreo con data esterni); 1779 - 1779(frammento marmoreo con data sacrestia); XIX - XIX(esistenza di opere in pietra verde locale sculture); 1824 - 1824(lavori di restauro altare laterale); 1862 - 1862(data meccanismo orologio campanile); 1930 - 1930(tomba sotto il pavimento sacrestia); 1958 - 1958(rifacimento del piazzale della chiesa e scavi intorno); 1989 - 1989(rifacimento del pavimento
esistenza di cripta (?) pavimento interno); 1990 - 1990(lavori di restauro apparato decorativo interno); 2009 - 2010(lavori di restauro tetto canonica e pavimento presbiterio)
Chiesa della Natività di Maria Vergine
Tipologia e qualificazione cappella sussidiaria
Denominazione Chiesa della Natività di Maria Vergine <Becetto, Sampeyre>
Altre denominazioni Santuario della Madonna Nera di Becetto
Cappella della Natività di Maria Vergine
Ambito culturale (ruolo)
maestranze piemontesi (costruzione intero edificio)
Notizie Storiche

XIII  (importanza del Santuario carattere generale)

“nello stesso periodo [XIII sec – n.d.c.] sfociano anche le ambizioni, rivalità e contese tra le abbazie di Rivalta e di Fruttuaria per il possesso della chiesa di Becetto; una lotta di potere avvenuta in Valle Varaita, data l'importanza che tale santuario assunse a livello regionale in quel secolo” (Paseri, 2009, p. 35)

1201 - 1204 (data di costruzione intero bene)

"le testimonianze raccolte nel 1211, in occasione della lite tra Fruttuaria e Rivalta, fanno risalire la costruzione della chiesa ai primissimi anni del Duecento, tra il 1201 ed il 1204. Secondo alcuni testi furono gli uomini del luogo che si rivolsero al vescovo di Torino per ottenere il permesso di erigere una parrocchia" (De Angelis, 2007, p. 409)

1205 - 1209 (consegna della chiesa e consacrazione intero bene e intorno)

"prete Giacomo di Sampeyre asserisce di aver avuto in consegna la chiesa dal vescovo sei anni prima del momento in cui depone, ossia nel 1205 e di aver cominciato a celebrarvi Messa quattro anni innanzi. In ogni caso nell'estate 1209 Giacomo di Carisio, che nel 1207 era subentrato al defunto Arduino di Valperga sulla cattedra episcopale torinese, si recò in Val Varaita e procedette alla consacrazione del cimitero della chiesa di Becetto" (Lucioni, 2007, p. 332)

1210  (prima attestazione di pellegrinaggio alla chiesa carattere generale)

"una piccola chiesa di montagna già meta nell'agosto 1210 di un canonico della collegiata di Santa Maria di Testona, che aveva fatto voto di raggiungerla, e una volta arrivato e sciolto il voto, vi aveva celebrato Messa e mattutino" (Lucioni, 2007, p. 329)

1211  (santuario affidato a Rivalta e devozione carattere generale)

"le prime testimonianze sulla devozione a Becetto compaiono a partire dal 1211, vale a dire quando i canonici di Rivalta ne prendono possesso, ed è probabilmente a loro che si deve la rapida diffusione in ambito regionale della devozione alla Madonna di Becetto" (De Angelis, 2007, p. 410)

1219  (pellegrini da Vercelli e dal Biellese carattere generale)

“nel 1219 un nutrito gruppo di pellegrini s’incamminò da Vercelli (e qualcuno anche dal biellese) a Becetto. Un pellegrinaggio che ci viene raccontato da Giuseppe Manuel di Luserna San Giovanni nel 1874 e parla di un documento trovato nell’archivio civico di Vercelli “al fol. 15°” del volume primo acquisitionum”, a quell’epoca inedito. Di alcuni di questi pellegrini ci sono giunti anche i nomi...” (Bellina, 2010, p. 7)

1254 - 1257 (avvicendamento di responsabili carattere generale)

“onde soccorrere la Prevostura dei Canonici di Rivalta, nel 1254 l’Ordine cistercense ne comprò la canonica, o casa madre, gravata di ipoteche e debiti. Ma al soccorso materiale venne aggiunto lo spirituale e la Congregazione dei canonici dovette venire soppressa da Papa Alessandro IV, che vi sostituì i monaci cistercensi di Staffarda, nel 1257. Il superiore di Rivalta al Titolo di Prevosto, sostituì quello di Abbate di Sestri in Liguria (Dizion. Di G. Stefani – Rivalta). I Principi di Savoia furono munifici verso i canonici di Rivalta: anche il Santuario di Becetto ne ebbe riguardi (una chiesa preesistente a quella costruita dai Marchesi di Verzuolo, viene ricordata come riservata, nelle donazioni che Manfredo II marchese di Torino e Berta consorte e fratello Alrico vescovo fecero alle Benedettine di Caramagna nel 1028 (Casalis, pag. 355 – Piemonte – Ed. Marzorati – Torino – 1846)” (Ansaldi, 1968, p. 43)

1397  (successione di priori carattere generale)

“1397 – 25 Febbr. - pr. N. 20 – F. 65 – Collazione della Pieve di S. Maria di Saluzzo per la morte di D. Giovanni de Ausdinis; li Canonici e Capitolo de S. M. do Moncalieri patroni al fra Antonio de Casali, monaco di Rivalta, Priore di Becetto” (Ansaldi, 1968, p. 146)

1450 - 1459 (dedicazione della chiesa carattere generale)

“1450 – 10 Novembre – pr. N. 35 – F. 3 r. - Collazione della Chiesa di S. Maria di Becetto a fra Gio De Bargis monaco e Priore di detta Chiesa”. E poi “1459 – 8 Gennaio – Instituzione data dal Vesc. al Fra Giovanni dell’ord. cisterc. nominato dall’Abate di Rivalta al Priorato di S. Maria del Bezeto” “Ansaldi, 1968, p. 146)

1543  (lapide commemorativa con data esterni)

“nel perimetro della chiesa sono conservate, incastrate nelle pareti, tre o quattro lapidi datate, dal Cinquecento avanzato a tutto il Settecento. Qui si riporta il testo della più antica: DEO, DANTE / HANC. DOMUS / FIERI. FECIT. PR / ESBITER. IOAN / NES. MADELLI / DE VERZOLIO / SUB. ANNO / 1543” (Perotti,1980, p. 330-331)

1572  (imbiancatura pareti chiesa interni)

"nel 1572 una deliberazione comunale stabiliva di imbiancare le pareti della chiesa per eseguire una decorazione pittorica non meglio definita. Non sappiamo però se, in considerazione dell’evolversi della situazione legata ai conflitti religiosi, il progetto fu eseguito" (De Angelis, 2007, p. 396)

1575  (demolizione dell'edificio del priorato intorno)

“nel giugno del 1575 si diffuse la notizia di possibili incursioni da parte degli Ugonotti del Delfinato ...il santuario di Becetto, vuoi per la sua notorietà, vuoi per l’importanza strategica che rivestiva sul territorio era un obiettivo di sicuro interesse per i nemici e quindi si decise la demolizione del priorato onde evitarne la trasformazione in un posto fortificato. Il 2 giugno 1575 il Comune di Sampeyre nominò una squadra di ventidue uomini agli ordini del capitano Michele di San Germano, i quali, due giorni dopo demolirono il priorato sotto la guida di esperti da Saluzzo … passato il momento di pericolo il priore si attivò per la ricostruzione degli edifici danneggiati...” (Bellina, 2010, pp. 18-19, v. anche De Angelis, 2007, pp. 396-397)

1579 - 1581 (danni di guerra e ricostruzione tetto)

“nel mese di maggio del 1579, un’incursione di ugonotti danneggiò abbastanza gravemente la chiesa … passato il periodo più burrascoso, agli inizi dell’anno 1581 il priore Francesco Zonco, si rivolge agli amministratori del comune di Sampeyre chiedendo che, dopo tutte quelle disavventure, la chiesa venisse riportata al suo primitivo stato e quindi un restauro di un certo peso andava fatto … il consiglio comunale deliberò la convocazione di una ‘roida generale’, una specie di adunata di tutti i capifamiglia di Sampeyre per tagliare il legname necessario ai lavori … nel giro di una decina di giorni tutto il materiale era accatastato nel cantiere” (Bellina, 2010, pp. 19-20, v. anche De Angelis, 2007, pp. 398-399)

1583  (lavori di ricostruzione volta)

“...fino al novembre del 1583, i restauri erano ancora incentrati sulla ricostruzione della volta. Dopo sollecitazioni varie da parte del priore Zonco per ottenere altri alberi e materiale vario … altre necessità si aggiunsero. Una per la fornitura di 200 stare di calce per la realizzazione della volta, 6 rubbi di corde per il fissaggio dei ponti e un contributo di 60 scudi per la remunerazione dei muratori, più un altro contributo per la decorazione della volta” (Bellina, 2010, pp. 20 e 23, v. anche De Angelis, 2007, pp. 398-401 e 407-408)

1585 - 1588 (elemento lapideo datato sacrestia)

“sul lato esterno della sagrestia è murato un archetto di finestra in marmo bianco che reca al centro una croce greca astile con la data del 1588 e sul bordo esterno, in alto, un 1585 incisa in momenti diversi” (Bellina, 2010, p. 28, v. anche De Angelis, 2007, p. 408)

1585 - 1600 (lavori di ricostruzione o restauro campanile)

“...necessitava ora la ricostruzione del campanile. Il comune aveva promesso che sarebbe intervenuto fin dal 1585, ma arrivati al maggio del 1600 senza che nulla fosse fatto, il priore don Francesco Zonco, sollecitò … tra assunzioni a tempo e ‘roide’ il tempo trascorse fino al 10 agosto,quando il campanile fu dichiarato ‘perfectum’” (Bellina, 2010, p. 24, v. anche De Angelis, 2007, pp. 402-403)

XVII  (calo della devozione al santuario carattere generale)

“il calo di devozione al santuario di Becetto fu notata anche dal vescovo Della Chiesa, intorno alla metà del Seicento, che nella “Descrizione del Piemonte” in miscellanee scritte di propria mano” (De Angelis, 2007, p. 391)

1602  (lavori di ricostruzione del portico intorno)

"nel 1602 venne ricostruito il portico, indicato come demolito; attorno ad esso sono notati lavori ancora nel 1613. Non è chiara la collocazione di questo portico posto o davanti alla chiesa oppure come costruzione a sé stante che sorgeva non lungi da essa, da identificare con il 'pellerino' ancora oggi esistente. È possibile anche che con questo termine si designasse un porticato di collegamento tra la chiesa ed il priorato" (De Angelis, 2007, p. 404)

1609  (descrizione durante la visita pastorale altari laterali e cimitero)

"il 20 luglio 1609 il vescovo di Saluzzo Viale è a Becetto per compiere la visita pastorale ... Nella chiesa si trovano due altari: il primo, a destra dell'altare maggiore, è dedicato a Sant'Antonio, di fronte è un secondo altare dedicato a Santa Maria Maddalena, quest'ultimo è spoglio per cui viene ordinato di arredarlo o demolirlo ... Il cimitero posto sul retro della chiesa" (De Angelis, 2007, pp. 404 e 406)

1629  (descrizione durante la visita pastorale intero bene)

“nella relazione di visita di mons. Marenco del 9 luglio 1629 il tempio è detto elegante e magnifico e l’icona consiste nella statua della Madonna in legno nero. Priore è è il monaco cistercense Rev. D. Tommaso Bianco, le cui veci sono disimpegnate nel Santuario da due vicecurati, i fratelli Bonetto, nativi del luogo” (Ansaldi, 1968, p. 44)

1643  (portico per riparo dei pellegrini intorno)

“viene ricordato il portico antistante la chiesa che offriva riparo ai pellegrini” (Gisolo et al., 2012, p. 1097)

1643  (descrizione durante la visita pastorale tabernacolo ed altare maggiore)

“il tabernacolo a mo’ di armadio è collocato sopra l’altare e sotto alla statua della B.M.V.. L’altare maggiore è situato in testa alla navata, è in laterizio ed è staccato di un passo dalla parete; ha la mensa di pietra intera, cosa che rende l’altare stesso di dimensioni adeguate. Sulla fronte ha una grande croce che si ritiene sia il segno della consacrazione; nonostante ciò per la celebrazione si usa un altare mobile di dimensioni adeguate; sopra l’altare è collocata una antica statua della B.V.M. con il bambino nell’icona incorniciata che è coperta da una cortina; al di sopra pende un baldacchino” (Gisolo et al., 2012, p. 1103)

1643  (esistenza di reliquiario presbiterio)

“in un angolo del presbiterio, dal lato dell’epistola, c’è uno stipetto di marmo chiuso da due ante in ferro con chiave e serratura in cui ha trovato un reliquiario” (Gisolo et al., 2012, p. 1103)

1643  (descrizione durante la visita pastorale fonte battesimale)

“il fonte battesimale è in marmo, diviso al centro, è situato presso la cappella di San Rocco” (Gisolo et al., 2012, p. 1105)

1643  (descrizione durante la visita pastorale carattere generale)

“questa chiesa è intitolata alla Natività della B.M.V.; il giorno della sua consacrazione viene celebrato nella festa della Conversione di San Paolo” (Gisolo et al., 2012, p. 1106)

1643  (descrizione durante la visita pastorale altari e sacrestia)

“ha due altari da una parte e dall’altra rispetto all’altar maggiore che costituiscono una croce: dal lato del vangelo è situato l’altare di Sant’Antonio, di forma accettabile in rapporto al luogo, con una mensa in pietra tutta d’un pezzo … Dal lato dell’Epistola si trova l’altare dedicato alla B.M.V.; è in laterizio con mensa pure in pietra di un sol pezzo … Nella stessa chiesa c’è un altro altare dedicato a San Rocco la cui immagine è dipinta su una tela posta sopra all’altare. Poiché manca del necessario non c’è nessuno che sia disposto a ripararlo e facendo mente alle altre visite lo si dovrebbe demolire … La sacristia di questa chiesa è situata presso l’altare della B.M. Maddalena; la sua unica finestra è dotata di inferriata e telaio in legno; ha il pavimento in assi ed è chiusa da un uscio abbastanza solido e dotato di una doppia serratura” (Gisolo et al., 2012, p. 1106)

1643  (descrizione del cimitero e della canonica intorno)

“il cimitero è adiacente alla chiesa; in esso non si trova nessuna croce ed il muro a secco da cui è recintato in più punti è diroccato e lascia libero accesso … La casa parrocchiale è situata vicino alla chiesa e conta più locali in parte diroccati” (Gisolo et al., 2012, p. 1106 e 1108)

1643  (descrizione durante la visita pastorale campanile)

“il campanile è ugualmente addossato alla chiesa; presenta una struttura slanciata con una cuspide aguzza, con la croce sulla sommità; sopra di esso sono collocate due campane” (Gisolo et al., 2012, p. 1106)

1643  (descrizione durante la visita pastorale intero bene)

“la chiesa consta di un’unica navata molto spaziosa ed elegante la cui volta e le cui pareti sono dipinte e solide; il crocifisso è collocato sotto l’arcata della volta dell’altar maggiore; il pavimento dai gradini del presbiterio, e per tutta la sua estensione, è in cotto, mentre la parte restante è in assi ben connesse. Ha due finestre: una vicino all’altar maggiore l’altra sopra la porta principale, rotonda e chiusa con una tela. Ha due porte: la maggiore a cui si sale per sei gradini in pietra e che è chiusa saldamente da due battenti in legno dotati di serratura e chiave, e la laterale che si chiude a chiave” (Gisolo et al., 2012, p. 1107)

1643  (santuario meta di numerosi pellegrini carattere generale)

“alla chiesa c’è un notevolissimo afflusso di fedeli che provengono anche da località lontane nel giorno della festa della Natività della B.M.V.” (Gisolo et al., 2012, p. 1107)

1700  (data costruzione e ampliamento coro)

“il coro della chiesa, e presbitero con dipinti del Borgna (risalenti al XIX secolo, n.d.c.), aggiunto al corpo della antica, e di squisita architettura, venne innalzato circa nel 1700 (il 9 ottobre di quell’anno, tra l’Abate cistercense di Rivalta ed il Vescovo di Torino, si stabiliva una transazione circa la chiesa di Becetto ed altre, sotto l’onere di un censo (Arch. Arciv. Di Torino – pr. n. 34 – F. 21r.)” (Ansaldi, 1968, p. 43)

XVIII  (pianta edificio antecedente alla ristrutturazione intero bene)

“una pianta settecentesca, sicuramente antecedente ai grandi lavori del 1757 e degli anni seguenti quando fu ricostruita l’intera parte absidale, mostra una chiesa di pianta irregolarmente rettangolare ad un’unica navata terminante con un’abside semicircolare alla quale è addossato un altare. Per il momento non sappiamo quale significato attribuire agli edifici attigui che almeno in parte potrebbero essere posteriori al periodo del quale ci stiamo occupando ed in particolare a quelle che sembrano essere due cappelle, addossate una allo spigolo nord, all’incrocio del muro di lato con quello della facciata, e l’altra alla fronte del priorato volta verso il sagrato. Il campanile occupava la posizione attuale” (De Angelis, 2007, pp. 392-393)

XVIII - XIX (lavori di rinnovamento intero bene)

“la chiesa venne del tutto rinnovata nel Settecento ed Ottocento. Perse infine il suo ruolo di santuario mariano insigne dopo le apparizioni del 1834 a Valmala, che divenne dalla metà dell’Ottocento il santuario diocesano più rinomato” (Gisolo et al., 2012, p. 1097)

1702  (diatriba tra diocesi di Saluzzo e abbazia Rivalta carattere generale)

“durante la visita a Sampeire di mons. Morozzo, che viene invitato dal Rettore D. Tommaso Garnero, il 23 agosto 1702, per prudenza e riguardo a Rivalta, viene omessa” (Ansaldi, 1968, p. 44)

1741  (frammento marmoreo con data esterni)

un frammento di marmo murato all’esterno della chiesa sul lato Sud riporta la scritta: “28 luglio 1741” (n.d.c.)

1744  (eventi bellici e donazione dei Savoia carattere generale)

“una iscrizione presso la chiesa ricorda che Carlo Emanuele I stanziò il suo quartier generale a Becetto, quando nel 1744, dal colle detto del Prete, sorvegliava i Gallo-ispani che da Casteldelfino minacciavano irruzioni nella Valle di Stura, ed anche in quella di Varaita e Po (in riconoscenza della protezione celeste verificatosi in quel frangente, il Duca Carlo Emanuele I donò due lampade di argento al Santuario)” (Ansaldi, 1968, p. 43)

1745  (diatriba tra diocesi di Saluzzo e abbazia Rivalta carattere generale)

“nel 1745, poi mentre mons. Filippo Porporato da Sampeyre, si accingeva per salire a Becetto, gli giungeva lettera dal Conte di Laurent, segretario del Re, coll’ordine di sospendere la visita, spettante invece all’Abate di Rivalta. Il Vescovo dichiarava di astenersi ‘pro bono pacis’. Salitovi ugualmente, come segnato in itinerario, proseguì fino al colle del Prete, discese a Gilba...” (Ansaldi, 1968, p. 44)

1769  (frammento marmoreo con data esterni)

un frammento di marmo murato all’esterno della chiesa sul lato Sud riporta la scritta: “23 luglio 1769” (n.d.c.)

1779  (frammento marmoreo con data sacrestia)

un frammento di marmo murato all’esterno della sacrestia, sul lato Sud, sopra la finestra, riporta la data: “1779” (n.d.c.)

XIX  (esistenza di opere in pietra verde locale sculture)

“lo storico saluzzese Muletti cercava di stabilire la provenienza della pietra utilizzata per realizzare le sculture del coro di San Giovanni in Saluzzo e quindi scriveva che di questa pietra se ne trovava in abbondanza sui monti di Sampeyre, sulle porte e finestre delle case varaitine e, in special modo, nella chiesa parrocchiale Santa Maria di Becetto, dove si vede nel presbiterio l’armadio dell’olio santo realizzato con questa duttile pietra verde, lavorata ed intagliata come quella del coro di San Giovanni. Lo stesso manufatto è ancora ricordato in una nota dell’Ufficio regionale per i monumenti del Piemonte dove si ricordava che il santuario del 1200 era ricco di sculture come quelle del coro di San Giovanni e quindi monumento di valore. Però di questa pregevole opera non è rimasto che un piccolo frammento, essendo la stessa stata smembrata e rimossa dal sito originale” (Bellina, 2010, pp. 10-12, v. anche De Angelis, 2007, pp. 393-394)

1824  (lavori di restauro altare laterale)

“nel 1824, avendo la famiglia Porporato finanziato il restauro dell’altare di famiglia all’interno del santuario...” (Bellina, 2010, p. 40)

1862  (data meccanismo orologio campanile)

“il meccanismo dell’orologio del campanile è datato 1862” (Bellina, 2010, p. 29)

1930  (tomba sotto il pavimento sacrestia)

“don Faramia priore nel 1930 ha chiesto al falegname Bonetto Giovanni con il figlio Domenico di aggiustare il palchetto della vecchia sacrestia. Tolti alcuni assi, sono scesi sotto la sacrestia ed hanno visto ‘un uomo coricato, ancora vestito, calzoni mezza lana, maglia rigata, lana di casa, con gli scarponi e bruchette fatte a mano’, spaventati sono subito accorsi a don Faramia, hanno guardato, il Bonetto scende di nuovo, lo tocca con il piccone e tutto va in polvere. I Monaci del 1200-1300 si erano costruiti la loro tomba chiamata ‘Sacello di S. Giov. Battista’ dove venivano seppelliti” (Bellina, 2010, p. 42)

1958  (rifacimento del piazzale della chiesa e scavi intorno)

“don Garzino Leonardo, priore, decise di rifare il piazzale della chiesa; scavando hanno trovato, a destra della porta grande, disteso contro il muro della chiesa, uno scheletro umano, con una corda di ferro attorno al collo...” (Bellina, 2010, p. 43)

1989  (rifacimento del pavimento, esistenza di cripta (?) pavimento interno)

“mia testimonianza personale ricorda che, nell’anno in cui fu rifatto il pavimento della chiesa, e cioè il 1989, persone del luogo che presero parte ai lavori mi dissero che a circa metà della chiesa, erano presenti alcuni gradini che scendevano verso un’architrave in pietra di una piccola porta che nascondeva un piccolo vano con volta a botte, pieno di detriti. Per altro verso, sempre per mia testimonianza diretta, ho potuto appurare che in una casa vicina, ora restaurata, esisteva un piccolo cunicolo, non ispezionato perché ostruito, che collegava la stessa con il sotterraneo della chiesa” (Bellina, 2010, p. 10, v. anche De Angelis, 2007, pp. 392-393)

1990  (lavori di restauro apparato decorativo interno)

nel 1990 si è iniziato il restauro degli affreschi (databili al XVI secolo) che costituiscono la decorazione della volta della navata della chiesa, ma li si è interrotti a causa della mancanza di fondi (n.d.c.)

2009 - 2010 (lavori di restauro tetto canonica e pavimento presbiterio)

viene restaurato il tetto della canonica annessa alla chiesa in lose con orditura lignea ed il pavimento del presbiterio della chiesa, rimuovendo il vecchio pavimento in graniglia di cemento e posando un pavimento in lastre di pietra di Luserna a spacco naturale con bordi tranciati (n.d.c.)
Descrizione

L'edificio sorge su un promontorio, in posizionevisibile anche da altri punti della valle Varaita; di fronte alla chiesa c'è il vecchio "pelerin", edificio destinato all'ospitalità dei pellegrini, e a lato della chiesa c'è la vecchia canonica, certamente parte delle strutture annesse al santuario in epoca medievale. L'edificio consta di una unica navata con due cappelle laterali a metà navata, e con l'ampliamento settecentesco del presbiterio e coro.
Pianta
rettangolare, a navata unica con due cappelle laterali a metà navata, con ingresso a Ovest e abside a Est
Pavimenti e pavimentazioni
il sagrato ed il presbiterio sono in lastre di pietra locale, mentre il pavimento dell'aula è in legno, anch'esso appartenente alla tradizione costruttiva locale
Coperture
tetto a due falde, del tipo "a capanna" (ad eccezione dell'abside che ha una pianta semicircolare); l'orditura è in legno ed il manto di copertura in lose (lastre di pietra), come da tradizione costruttiva locale
Struttura
i muri e le volte sono in pietre frammiste a calce, come da tradizione costruttiva locale
Abside
di forma semicircolare, ospita un coro ligneo
Altare principale
in muratura, è del tipo "alla romana"
Altari secondari
sono quattro: due nelle cappelle laterali all'aula della chiesa e altri due collocati tra queste cappelle ed il presbiterio
Campanile
costruito sul lato Sud della chiesa, ha un aspetto tipico del XVIII secolo, come altri della zona
Elementi decorativi
gli elementi decorativi si concentrano all'interno della chiesa, salvo qualche raro episodio all'esterno (per lo più lapidi commemorative)
Facciata principale
fabbricati annessi alla chiesa sorgono sulla destra e sulla sinistra della facciata principale; consta di un portone di ingresso e una soprastante finestra circolare, segue il profilo del tetto a due falde
Sacrestia
collocata in prossimità dell'angolo Sud-Est, a lato del campanile, è coperta da una volta a padiglione
Sagrato
preceduto da una scalinata larga quanto la facciata della chiesa, è lastricato in pietra
Tribuna
sopra il portone di ingresso, è realizzata in legno decorato con dipinti di strumenti musicali
Volte
l'aula della chiesa è coperta da una volta a botte lunettata, mentre quella del presbiterio consta di una cupola a sesto ribassato sopra l'altare maggiore e di una volta costolonata sopra il coro
Adeguamento liturgico

altare - aggiunta arredo (anni '70 del XX secolo)
consta dell'aggiunta di un semplice altare mobile di fronte al vecchio altare in muratura "alla romana"
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