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Chiesa di San Marino
Tipologia e qualificazione
chiesa parrocchiale
Denominazione
Chiesa di San Marino <Santo Marino, Poggio Berni>
Ambito culturale (ruolo)
maestranze romagnole (costruzione)
Notizie Storiche
XIII (restauro intero bene)
Ubicata sulla Provinciale che congiunge Santarcangelo con Verucchio, la chiesa è documentata già nel 1254. Qualche anno dopo, il 14 agosto 1266, una bolla di papa Clemente IV, del 1266, ce ne da conferma. Nel decimario di Leale Malatesta del 1379, dipende da Trebbio di Poggio Berni. La devozione del Santo dev'essere andata scomparendo tra il '700 e l'800, tanto da permettere la trasformazione della chiesa in casa colonica, nella cui cantina all'inizio del Novecento restavano tracce della forma absidale e l'immagine di un santo affrescata del secolo XVII.
1898 (restauro abside)
Nel 1876, il parroco di Trebbio, scopre l'immagine nascosta in cantina e poco dopo riesce a trasformarla in cappella (1898). Il 2 settembre 1895 anche il vescovo di Rimini, monsignor Fegatelli, in visita pastorale a Trebbio, sosta davanti all'immagine e ne autorizza la devozione.
1900 - 1910 (costruzione intero bene)
Nel 1900 don Michele Macrelli riesce a costruire un ampio oratorio incorporandovi il muro della cantina contenente la venerata immagine. Nel 1910 un nuovo parroco completa la chiesa fino alla sua struttura attuale. Viene eretta parrocchia nel 1970.
Si è ricorsi al toponimo Santo Marino per non confondere la località con la Repubblica; il Santo è sempre lo stesso.
Descrizione
L'originale casa colonica, nella quale è stata ricavata la chiesa è ancora perfettamente individuabile nella struttura architettonica dell'edificio religioso, costituendone la parte principale. Dal corpro centrale grossomodo quadrangolare di questa fuoriescono anteriormente e posteriormente due strutture parallelepipede di altezza e volumi minori, a costituire rispettivamente l'ingresso e il presbiterio della chiesa. Internamente si individuano quindi tre ambienti fusi in un'unica navata: l'ingresso, la navata vera e propria, più alta e ampia del precedente, il presbiterio anch'esso di dimensioni minori, terminante nel catino absidale. La facciata, con un'unica porta d'ingresso è ingentilita da quattro lesene poste a sorreggere un piccolo cornicione, sopra il quale è situato un timpano triangolare; ad esclusione delle lesene, tutte pareti sono grezze. Sul fianco destro del corpo absidale è situato il robusto campanile. Internamente altre lesene decorano le pareti intonacate della navata ed insieme al cospicuo cornicione del soffitto costituiscono l'unico elemento decorativo della struttura. Il presbiterio, rialzato di un gradino rispetto alla navata e totalmente aperto su questa, termina coll'altare preconciliare che chiude il catino absidale
Struttura
La struttura è in prevalenza in muratura di mattoni di vario spessore.
Pianta
Navata unica formata dalla fusione di tre corpi di diversa superficie, di cui il centrale è più ampio
Coperture
Il tetto è a doppio spiovente con manto in coppi.
Campanile
Torre campanaria robusta a pianta quadrata, sorreggente la cella aperta da piccole monofore e culminante in una cuspide piramidale
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione è in mattonelle di cotto.
Adeguamento liturgico
altare - aggiunta arredo (1980 circa)
Altare ligneo versus populum secondo le indicazioni del Concilio Vaticano II