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beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Popigliano
Vaiano
Prato
chiesa
sussidiaria
S. Miniato
Parrocchia di San Miniato alla Briglia
Esterno della chiesa; Interno della chiesa
altare - aggiunta arredo (2000)
1179 - 1296(committenza intero bene); XIII - 1737(costruzione intero bene); 1584 - 1730(incorporazione di chiesa intero bene); 1774 - 2000(ristrutturazione intero bene); 1838 - 1841(ristrutturazione intero bene); 1863 - 1931(costruzione di nuova parrocchiale intero bene); 1931 - 2000(riapertura al culto intero bene)
Chiesa di San Miniato
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di San Miniato <Popigliano, Vaiano>
Altre denominazioni Chiesa di San Miniato a Pupigliano
S. Miniato
Ambito culturale (ruolo)
maestranze pratesi e pistoiesi (costruzione)
maestranze pratesi (ristrutturazione)
maestranze pratesi (restauro generale)
Notizie Storiche

1179 - 1296 (committenza intero bene)

Popigliano, citato per documenti fino dal 1179, è posto sulle belle pendici del Poggio d’Altociglio, dominato in antico da un castello e, in seguito, abitato da «romiti». Fino da XIII costituì una «villa», ossia un popolo, con propri rettori, del comune di Prato. La badia di San Salvatore di Vaiano vi possedeva molti beni e i suoi coloni, oltre ai doveri verso la stessa, dovevano dare ogni anno «pro sacerdote in ecclesia de Pupilliano divina officia celebranti» alcune staia di grano e la decima del pane e del vino (documenti del 1268 e del 1296).

XIII - 1737 (costruzione intero bene)

La chiesa sorge su un terreno terrazzato presso un nodo di antiche mulattiere e mostra tuttora, nei tratti visibili del paramento in bozze squadrate di alberese, la sua struttura romanica dei primi decenni del XIII secolo, che conservò quasi intatta fino a quasi tutto il Settecento, come risulta anche dal verbale della visita pastorale del 4 giugno 1737: «Le mura esteriori di detta chiesa sono di pietre battute commesse all’uso antico con piccola tribunetta tonda in faccia parimenti all’antica. Il pavimento della chiesa è ammattonato. Vi è un solo altare con mensa di mattoni e superiormente di pietra con quadro assai decente con sua cornice dorata. Vi è un piccolo campaniletto di pietre commesse con due piccole campane. Avanti la porta principale della chiesa vi è il cimiterio».

1584 - 1730 (incorporazione di chiesa intero bene)

Con bolla del 13 giugno 1584 del papa Grego XIII, l’antica chiesa di San Michele a Grisciavola, insieme con il popolo di appena 45 anime, fu «perpetuo unita, annessa et incorporata ecclesie parrochiali S. Miniati de Pupigliana». Il notaio della visita pastorale del 1603 scriveva al riguardo: «Visitò poi la chiesa di S. Michele a Grisciavola, situata su un alto monte, dove i cavalli non posson salire, la trovò diroccata, senza alcun segno». Nel circondario della parrocchia era l’oratorio di San Pietro, dell’Opera del Sacro Cingolo di Prato, soppresso nel 1784, e l’antica «ecclesia Sancti Petri de Isola», sottoposta alla propositura di Prato con bolla del papa Lucio III del 1183, che fu «popolo» del distretto medievale pratese, e fu unita alla chiesa di Maliseti (Prato) nel 1730 dal vescovo Colombino Bassi.

1774 - 2000 (ristrutturazione intero bene)

Nel 1774 il rettore Giovan Battista Risaliti operò la prima modifica all’interno della chiesa: «in cornu evangelii è un altare eretto e fabbricato ære proprio da me suddetto nell’anno 1774». L’altare, che aveva solo «ornati dipinti al muro» fu completato della mensa solo nel 1806. In quegli anni era stata realizzata anche «loggia all’ingresso», ossia il portico a tre arcate sulla fronte, ricostruito nel 2000.

1838 - 1841 (ristrutturazione intero bene)

Nel 1838 circa il rettore Ranieri Brunetti trasformò tutta la chiesa. La facciata fu coronata con un’alta ventola sopra le linee di copertura, fu ampliato il presbiterio abbattendo l’abside originario, fu creato sul fondo del fianco destro un’alto vistoso campanile a vela, tutti i paramenti interni ed esterni furono intonacati. «Essa fu restaurata con la canonica dal priore attuale, il quale ha dato un bell’esempio ai suoi vicini per i miglioramenti agrari portati ai terreni della sua chiesa, massimamente nella scelta dei vitigni, nella confezione del vino e nelle praterie artificiali» (1841). Il vescovo Giovan Battista Rossi, per tutte queste “benemerenze” aveva elevato la parrocchia a prioria con decreto del 23 agosto 1839.

1863 - 1931 (costruzione di nuova parrocchiale intero bene)

Nel 1926, in seguito alla sviluppo della frazione e delle industrie sul fondo valle, fu costruita una nuova chiesa parrocchiale, progettata dall’architetto Adelio Colzi di Prato, con una originale vela campanaria in ferro, in posizione eminente all’innesto fra la statale della Val di Bisenzio e la strada per Popigliano. La chiesa, inaugurata il 2 agosto 1931 dal vescovo di Pistoia e Prato, Gabriele Vettori, mostrò subito gravi problemi statici, crollando in parte, tanto che nell’immediato dopoguerra la sede parrocchiale dovette spostarsi di nuovo e stavolta nel centro dell’abitato della Briglia, nell’oratorio che nel 1863 Francesco Hall, Giuseppe Sloane e Pietro Igino Coppi, proprietari della fonderia di rame, avevano dedicato a san Francesco d’Assisi e santa Barbara.

1931 - 2000 (riapertura al culto intero bene)

Con la costruzione della nuova parrocchiale inaugurata nel 1931, la chiesa di Popigliano venne abbandonta, mentre gli edifici annessi con la casa canonica furono venduti a privati. Ha ripreso nuova vita ed è stata riaperta al culto con il restauro eseguito nell’anno santo del 2000.
Descrizione

La chiesa di San Miniato a Popigliano, di origine medievale, costruita in pietra alberese riquadrata, con campanile a vela, è posta al centro di un interessante complesso di edifici trasformati a abitazioni private; sul piazzaletto antistante è un tabernacolo della Vergine ancora oggi oggetto di culto.
Esterno della chiesa
La medievale chiesa di San Miniato a Popigliano, che sorge su un piccolo rilievo fiancheggiato dalla strada, mostra ancora la sua struttura romanica nei tratti visibili del paramento in bozze squadrate di alberese, nel portale della facciata che è sormontato da lunetta con archivolto di piacevole bicromia, nella porticciola laterale e nei conci del grande arco che all’interno dava accesso all’abside semicircolare. Il fronte della chiesa, con alta ventola ottocentesca sopra le linee di copertura, ha il portale con stipiti in arenaria, lunetta con archivolto bicromo; il portico del tardo Settecento, che precede la facciata, è stato ricostruito nel 2000. Il fianco destro, sul fondo del quale si eleva l’alto campanile a vela, ha tratti in bel filaretto. Sia il fronte della chiesa che il campanile, nel recente restauro, sono stati di nuovo tutti intonacati.
Interno della chiesa
All'interno l'aula è coperta a capriate, mentre il presbiterio, rialzato di uno scalino, ha volta a botte; medievale è l'arco trionfale. Nel recente restauro è stato riportato a vista il paramento a bozzette delle pareti della navata; sulla parete sinistra, dov’era l’altare della Madonna del Carmine, è riapparso un ampio frammento con gli «ornati dipinti al muro» del primo Ottocento.
Adeguamento liturgico

altare - aggiunta arredo (2000)
L'antico altare era stato demolito nel 1931. Col recente restauro è stato collocato nel presbiterio un altare mobile.
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