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beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Canepina
Viterbo
chiesa
parrocchiale
S. Maria Assunta
Parrocchia di Santa Maria Assunta
Pianta; Impianto strutturale; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - intervento strutturale (1970)
1348 - 1348(prima attestazione intero bene); 1470 - 1470(donazione intero bene); 1492 - 1495(ricostruzione della chiesa intero bene); 1507 - 1507(consacrazione intero bene); 1526/09/30 - 1526/09/30(costruzione pozzi di sepoltura intero bene); 1533/08/25 - 1533/08/25(lavori al campanile intero bene); 1571 - 1571(esistenza oratorio intorno); 1609 - 1609(consolidamento intero bene); 1630 - 1630(demolizione altare minore intero bene); 1686 - 1697(visita pastorale intero bene); 1726 - 1726(visita pastorale intero bene); 1731 - 1731(demolizione altare minore intero bene); 1740 - 1740(restauro del campanile intero bene); 1788 - 1788(descrizione oratorio intero bene); 1847 - 1847(restauro facciata); 1852 - 1852(visita pastorale intero bene); XX - XX(altari presenti nella chiesa intero bene); 1970 - 1970(restauro intero bene); 1982 - 1982(altare maggiore intero bene)
Chiesa di Santa Maria Assunta
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Santa Maria Assunta <Canepina>
Altre denominazioni S. Maria Assunta
Ambito culturale (ruolo)
maestranze viterbesi (costruzione chiesa)
maestranze lombarde (ricostruzione chiesa)
maestranze viterbesi (restauro campanile)
maestranze viterbesi (restauro facciata)
maestranze viterbesi (restauro chiesa)
Notizie Storiche

1348  (prima attestazione intero bene)

Il primo documento che attesta l’esistenza della chiesa di Santa Maria è il testamento del canepinese Tuccio Transanelli. Il testatore lascia 20 soldi paparini per la propria sepoltura nel luogo di culto e 5 soldi paparini per il restauro dell’edificio.

1470  (donazione intero bene)

Il vescovo di Castro Michelangelo Canensi offre una somma di denaro da destinare all’altare di San Girolamo e Sant’Andrea, costruito nella chiesa per volontà del prelato.

1492 - 1495 (ricostruzione della chiesa intero bene)

La collegiata necessita di lavori di restauro. Il 1° maggio 1492 viene stipulato un contratto per lavori a cottimo con il muratore lombardo Giovanni da Villa di Lennio per la costruzione di due pareti. La prima è la facciata della chiesa realizzata a cortina in conci di tufo, uguale a quella del campanile che viene inglobato nella nuova struttura. In facciata sono previsti la messa in opera di tre finestre circolari, simili a quelle della precedente facciata, e di due porte in pietra lavorata (una corrispondente alla navata centrale e l’altra alla navatella di destra). La seconda parete da eseguire è prevista al rustico e con tribune ed è ubicata nel cimitero della chiesa. La comunità di Canepina è impegnata a fornire la pietra e la calce, mentre il muratore provvede direttamente alla pozzolana e ai legnami per i ponteggi. I lavori della facciata si concludono nel 1495.

1507  (consacrazione intero bene)

Completati i lavori di ricostruzione dell’edificio, il vescovo di Orte e Civita Castellana Francesco Franceschini consacra nuovamente la chiesa.

1526/09/30  (costruzione pozzi di sepoltura intero bene)

Una società di muratori capeggiati da Pietro Fallattutti (o Pietro Grande) stipula un contratto riguardante lavori a cottimo per la realizzazione di sepolture a pozzo all’interno della chiesa.

1533/08/25  (lavori al campanile intero bene)

In un atto notarile del 25 agosto 1533 si apprende che il fiorentino Bernardo e Bernardino da Carbio, scalpellini muratori, hanno eseguito lavori nella fabbrica del campanile. Per retribuire le maestranze i santesi vendono un terreno di proprietà della chiesa.

1571  (esistenza oratorio intorno)

Viene menzionato un oratorio vicino alla chiesa con accesso dalla sacrestia.

1609  (consolidamento intero bene)

Si effettuano lavori di consolidamento.

1630  (demolizione altare minore intero bene)

L’altare dedicato allo Spirito Santo (o alla Santissima Trinità) viene demolito.

1686 - 1697 (visita pastorale intero bene)

In una Visita del vescovo Giuseppe Sillani Leoncilli si apprende che al servizio della collegiata è preposta la Compagnia della Madonna Santissima dell’Assunta.

1726  (visita pastorale intero bene)

Dal resoconto della Visita pastorale risulta che la chiesa è dotata di dieci altari, oltre il maggiore, dedicati rispettivamente al Crocifisso, a San Bonifacio, al Santissimo Rosario, a Santa Barbara, a San Nicola, a San Vincenzo Ferreri, a Santa Corona, a San Girolamo e Sant’Andrea, a Santa Lucia e alla Madonna dell’Assunta; questo ultimo altare è affidato alla cura della confraternita femminile della Compagnia del Pianto.

1731  (demolizione altare minore intero bene)

L’altare di San Vincenzo Ferreri viene smantellato, poiché troppo vicino alla porta laterale e al campanile.

1740  (restauro del campanile intero bene)

A spese degli amministratori laici della parrocchia viene restaurato il campanile e viene realizzata la copertura piramidale della struttura.

1788  (descrizione oratorio intero bene)

In una Visita pastorale alla chiesa viene descritto l’adiacente oratorio. L’ambiente è dotato di un altare ligneo dedicato alla Madonna dei Sette Dolori con “scalinata di due gradini dipinta con fregi” e “a torno a detto oratorio è dipinto un guazzo … e una parte vi sono dipinte il SS. Crocifisso con le due Marie”. L’oratorio è forse da identificarsi con la cappella laterale che si apre sulla navata destra della chiesa.

1847  (restauro facciata)

Si svolgono i lavori di restauro della facciata.

1852  (visita pastorale intero bene)

Nella Visita pastorale del 1852 l’altare di San Girolamo e Sant’Andrea viene segnalato con la dedicazione anche alla Beata Vergine Maria della Luce e dichiarato privilegiato per sette anni in base al breve di Pio IX del 6 settembre 1851.

XX  (altari presenti nella chiesa intero bene)

Nei primi anni del XX secolo nella navata laterale sinistra sono presenti gli altari del Santissimo Crocifisso, del Santissimo Rosario e di San Nicola di Bari; nella navata opposta l’altare di Santa Corona, dell’Immacolata Concezione, che ha sostituito quello di San Girolamo, e quello di San Bonifacio. Nell’altare maggiore è collocato il quadro raffigurante Maria Assunta al Cielo.

1970  (restauro intero bene)

Si procede al restauro della chiesa a cura della Soprintendenza. All’interno vengono asportate le decorazioni in stucco del XVII-XVIII secolo e vengono eliminati gli altari laterali, conservando integralmente quello della Madonna Immacolata; l’altare maggiore viene adeguato alle norme liturgiche conciliari. Viene rimossa la copertura piramidale del campanile che viene sostituita da un tetto a padiglione.

1982  (altare maggiore intero bene)

Nel 1982 l’artista Mario Vinci realizza il paliotto dell’altare maggiore, raffigurante l’Ultima Cena; nello stesso anno lo scultore Roberto Joppolo rinnova l’urna contenente le reliquie di Santa Corona.
Descrizione

La chiesa sorge all’interno del borgo di Canepina al principio di via Porta Piagge; il suo accesso è rialzato su un terrazzamento che costeggia la strada. Confina a sinistra con un vicolo; mentre a destra è in aderenza con un edificio; alle spalle è abbracciata da un altro percorso stradale. L’edificio presenta un impianto basilicale a tre navate, con asse nord-sud e presbiterio a nord. Le navate sono divise da quattro colonne per lato, sormontate da archi a tutto sesto. Il presbiterio, a pianta rettangolare absidata, è di poco più stretto della navata centrale ed è rialzato di due gradini. L’area relativa all’abside è inoltre soprelevata di un ulteriore gradino e ospita un coro ligneo. Entrambe le navate laterali terminano con una cappella di testata, rialzata di un gradino e profonda quanto lo spazio rettangolare del presbiterio. Un’unica cappella laterale, a pianta quadrata, fiancheggia la navata est, in asse con la penultima arcata verso il presbiterio. Le fronti della navata centrale, scandite dal colonnato con capitelli corinzi, sono suddivise a metà circa della loro altezza totale da una cornice a toro sormontata da una teoria continua di mensole, presenti pure sulla controfacciata; le pareti superiori, rivestite di intonaco, a differenza della parte sottostante realizzata in conci di pietra, sono prive di articolazione e forate su entrambi i lati da cinque finestre rettangolari, in asse con le arcate sottostanti. Il presbiterio è caratterizzato da un’intelaiatura architettonica realizzata in stucco, composta da paraste corinzie a fusto liscio sostenenti una trabeazione contratta, di poco sfalsata rispetto alla cornice presente nella navata. Lo spazio presbiteriale si affaccia sulla navata con un grande arco a tutto sesto e comunica altresì, mediante archi minori, con le cappelle poste al termine delle navate laterali. Lo stesso ordine minore articola le due simmetriche cappelle a pianta quadrata. La chiesa è coperta da un tetto a capriate nella navata centrale e da tetti a unico spiovente nelle navate laterali. Il presbiterio è coperto da una volta a botte lunettata e nell’abside da una semicalotta con lanterna. Le due cappelle ai lati hanno volte a vela forate da lanterne. La cappella che fiancheggia la navata est è coperta da una cupola su pennacchi dotata anch’essa di lanterna. Illuminano l’interno, oltre alle finestre della navata centrale e alle quattro lanterne già indicate, tre finestre circolari in facciata, corrispondenti alle navate. Un battistero, infine, è ricavato all’inizio della navata laterale ovest, all’interno di una campata formata da due archi, fra loro ortogonali, sostenuti da un pilastro quadrato situato a ridosso della prima colonna. Contro la parete ovest è posto il fonte battesimale in pietra, inquadrato da un frontespizio architettonico che decora la parete di fondo. Lo spazio di questa campata costituisce inoltre la base del campanile che s’innalza a torre al di sopra della navatella. La facciata, in conci di tufo a vista, è a coronamento orizzontale con lieve risalto della parte relativa al campanile all’estremità ovest. Qualificano il prospetto tre portali corrispondenti alle navate: quello maggiore rettangolare con incorniciatura e superiore lunetta in peperino; quelli minori anch’essi rettangolari e conclusi da lunette. Al di sopra delle aperture laterali vi sono finestre circolari prive di incorniciatura; mentre il portale centrale è sormontato in alto da un grande oculo con cornice in peperino intagliata a fogliami. La terminazione del prospetto è risolta da una cornice rettilinea in peperino. La torre del campanile s’innanza al di sopra della facciata con un primo livello, caratterizzato da finestre arcuate al centro dei quattro lati, e con la superiore cella campanaria, anch’essa risolta da aperture arcuate. Un tetto a padiglione conclude la struttura.
Pianta
La chiesa ha un impianto basilicale a tre navate, divise da quattro colonne per lato che sorreggono archi a tutto sesto. La navata maggiore comunica tramite un’arcata con un coro rettangolare absidato, soprelevato di due gradini; le navate laterali, larghe circa la metà di quella centrale, si concludono con cappelle di testata a pianta quadrata, rialzate di un gradino e comunicanti con il presbiterio attraverso archi. Lungo la navatella destra si apre una cappella laterale a pianta quadrata, in corrispondenza del penultimo intercolunnio verso il presbiterio. All’inizio della navatella sinistra si erge invece la base del campanile a torre sostenuta da archi, all’interno della quale è situato il fonte battesimale.
Impianto strutturale
L’organismo, realizzato in conci di tufo, presenta una muratura continua perimetrale e una sequenza di archi longitudinali a tutto sesto su colonne monolitiche che ne dividono la navata centrale dalle laterali. Una triplice arcata divide trasversalmente il corpo longitudinale dalla parte terminale, costituita al centro dal coro absidato e ai lati da cappelle quadrangolari di testata; queste ultime sono a loro volta comunicanti con il presbiterio tramite aperture ad arco su setti murari. Le stesse cappelle sono coperte da volte a vela in muratura; mentre il coro si conclude con una volta a botte e una semicalotta nell’abside. Gli elevati delle navate sostengono l’orditura lignea della copertura, con capriate nello spazio centrale e travi inclinate per il tetto degli gli spazi collaterali.
Coperture
Le diverse parti che articolano l’organismo hanno tetti indipendenti; tutti con manto in tegole e coppi: a due falde è la copertura della navata centrale e a singole falde quelle delle navate laterali; a quota inferiore s’imposta la copertura a due falde dello spazio del coro che termina con il tetto a padiglione al di sopra dell’abside; sempre a padiglione sono inoltre i tetti delle cappelle, così come quello del campanile.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione è interamente in mattoni con posa in opera a spina di pesce; le soglie sono invece realizzate in peperino.
Elementi decorativi
Di particolare pregio nella cappella laterale, è la Madonna della Luce, tempera su tavola a fondo oro del XV secolo. Il paliotto dell’altare maggiore, raffigurante l’Ultima Cena, è stato realizzato dall’artista Mario Vinci nel 1982.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1970)
La chiesa ha ricevuto un adeguamento liturgico nel 1970. L’altare maggiore è ad isola, rialzato su un gradino; è realizzato in peperino e presenta un paliotto con un rilievo in terracotta; è inoltre presente un ambone in peperino; mentre la sedia del celebrante è mobile e in legno. Nella curva dell’abside si erge un coro ligneo con scranni e spalliere.
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