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Fane
Negrar di Valpolicella
Verona
chiesa
parrocchiale
Santi Giorgio e Antonino Martiri
Parrocchia di Santi Giorgio e Antonino Martiri
Pianta; Facciata; Strutture di elevazione; Strutture di orizzontamento e/o voltate; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Prospetti interni; Prospetti esterni; Campanile
presbiterio - aggiunta arredo (1965-1975); presbiterio - intervento strutturale (1970-1980); altare - aggiunta arredo (1975-1985); ambone - aggiunta arredo (1975-1985); fonte battesimale - aggiunta arredo (1975-1985)
1222 - 1458(origini e costruzione intero bene); 1529 - 1529(sussidiarietà alla chiesa di San Paolo in Prun carattere generale); 1529 - 1541(erezione altare laterale); 1594 - 1594(cambio di dedicazione carattere generale); 1628/11/24 - 1628/11/24(erezione in Parrocchia carattere generale); 1658 - 1658(cambio di dedicazione altare laterale); 1769 - 1781(ricostruzione intero bene); 1809 - 1855(erezione altari laterali); 1907/08/17 - 1907/08/17(consacrazione carattere generale)
Chiesa dei Santi Giorgio e Antonino Martiri
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa dei Santi Giorgio e Antonino Martiri <Fane, Negrar di Valpolicella>
Ambito culturale (ruolo)
romanico (origini e costruzione)
rinascimentale (altare laterale, erezione)
neoclassico (ricostruzione)
architettura contemporanea (altari laterali, erezione)
Notizie Storiche

1222 - 1458 (origini e costruzione intero bene)

I primi documenti inerenti la presenza di una cappella a Fane, intitolata a S. Antonino, risalgono al 30 marzo del 1222, anno in cui tale "Januario de Pevecano", originario di Prun, lasciò un legato testamentario pari a denari 10 alla "ecclesie Sancti Antolini de Faene". Altro testamento interessante è quello redatto da tale Calapino del fu Baldo, il quale desiderava farsi seppellire presso "ecclesiam Sancti Antolini de Fanis". Dalla visita pastorale del vescovo Ermolao Barbaro (1453-1471), a Fane nel 1458, veniamo a sapere che allora S. Antonino era una cappella "sine cura", dipendente dalla pieve di S. Martino in Negrar. Il cappellano proveniva da Prun.

1529  (sussidiarietà alla chiesa di San Paolo in Prun carattere generale)

Il 27 settembre 1529 la chiesa di S. Paolo in Prun diviene parrocchiale. All'interno del territorio della Parrocchia si annoverano le cappelle non curate di S. Pietro in Torbe, S. Marco in Mazzano e S. Antonino in Fane.

1529 - 1541 (erezione altare laterale)

Tra il 1529 ed il 1541 il vescovo Giberti (1524-1543) si recò a Fane ben quattro volte. Dalle sue relazioni si ricava qualche elemento sulla struttura della chiesa che a quel tempo era a navata unica e dotata di campanile e di cimitero. L'edificio appare in condizioni abbastanza precarie, soprattutto il tetto ("indiget reparatione et maxime in tecto"). Nell'arco di tempo compreso tra la prima visita del 1529 e l'ultima del 1541 venne eretto un altare laterale dedicato a S. Bartolomeo.

1594  (cambio di dedicazione carattere generale)

Il vescovo Agostino Valier (1565-1605), a Fane nel 1594, la cita come "ecclesia Sancti Georgii de Fanis". Ribadisce poi la dipendenza dalla Parrocchia di Prun ("est capella Pruni et rector Pruni antedictus semel in mense missam celebrat").

1628/11/24  (erezione in Parrocchia carattere generale)

In seguito alle suppliche dei fedeli, che chiedevano di svincolarsi dalla Parrocchia di Prun, ritenuta difficile e scomoda da raggiungere, soprattutto per i bimbi battezzandi, il vescovo Alberto Valier (1606-1630), in data 24 novembre 1628, eresse in Parrocchia la chiesa di Fane intitolandola ai SS. Giorgio e Antonino.

1658  (cambio di dedicazione altare laterale)

Quando nel 1658 giunse a Fane il vescovo Sebastiano Pisani I (1653-1668) visitò il SS. Sacramento dell'Eucarestia ed il fonte battesimale (bipartitum), entrambi in buone condizione. La cappella laterale precedentemente dedicata a S. Bartolomeo è ora intitolata alla Beata Vergine del Santissimo Rosario. Ci informa anche che la chiesa è dotata di piccola sagrestia.

1769 - 1781 (ricostruzione intero bene)

Nella seconda metà del XVIII sec. si decise di erigere una chiesa, quella attuale, più capiente, per i fedeli in aumento demografico. Dopo aver ottenuto le necessarie autorizzazioni i lavori presero il via nel 1769. La data 1781 incisa sull'architrave del portale d'ingresso è la data di fine lavori. Risultò un edificio a navata unica con due altari laterali, uno dedicato a S. Antonio e l'altro al Sacro Cuore.

1809 - 1855 (erezione altari laterali)

Tra il 1809 ed il 1855 vennero erette altre due cappelle laterali, intitolate rispettivamente alla Vergine Addolorata e alla Madonna del Rosario, quest'ultima "ex voto cholera erectum".

1907/08/17  (consacrazione carattere generale)

L'altare e la chiesa di Fane vennero consacrati il 17 agosto 1907 dal vescovo Bartolomeo Bacilieri (1900-1923).
Descrizione

I primi documenti inerenti la presenza di una cappella a Fane, risalgono al 1222. Tale chiesetta dipendeva originariamente dalla vicina pieve di S. Martino in Negrar. Nel 1529 entra sotto la sfera d'influenza della neo-Parrocchia di S. Paolo in Prun. In seguito alle suppliche dei fedeli del luogo, costretti ad affrontare una scomoda strada per recarsi a Prun a ricevere i sacramenti, il vescovo Alberto Valier nel 1628 eresse Fane in Parrocchia, intitolata ai SS. Giorgio e Antonino Martiri. La chiesa attuale è frutto della ricostruzione occorsa tra il 1769 ed il 1781. Esternamente si presenta con facciata neoclassica a capanna delimitata da due coppie di paraste con capitelli ionici, a sostegno del frontone sommitale. Impianto planimetrico ad unica aula rettangolare, con presbiterio rialzato di due gradini concluso con abside semicircolare; lungo i fianchi della navata quattro semi-cappelle laterali accolgono gli altari del Sacro Cuore e della Vergine Addolorata, sul lato destro, e gli altari di S. Antonio e della Madonna del Rosario sul lato opposto. I prospetti interni sono ritmati da una teoria di lesene con capitelli ionici, sui quali si imposta un’alta trabeazione modanata. Aula e presbiterio sono coperti da strutture voltate scandite da costolonature. Copertura a due falde con struttura lignea portante; manto in lamiera metallica e lastre di pietra calcarea. La navata è pavimentata in lastroni di pietra bianca locale, ed è percorsa da due fasce tra loro ortogonali realizzate in piastrelle di cemento con decorazione geometrica policroma; il presbiterio presenta una pavimentazione in quadrotte di cemento decorate.
Pianta
Impianto ad unica aula rettangolare con asse maggiore longitudinale; il presbiterio, ridotto in larghezza rispetto l’aula e rialzato di due gradini, presenta una pianta quadrangolare e si conclude con un'abside emergente a pianta semicircolare. Lungo i fianchi laterali della navata, si dispongono i quattro altari minori, due per lato, alloggiati all’interno di sfondamenti ricavati nella sezione muraria: gli altari del Sacro Cuore e della Vergine Addolorata, sul lato destro, gli altari di S. Antonio e della Madonna del Rosario sul lato opposto. Due nicchie si aprono nelle pareti d’ambito, in prossimità dell’ingresso, di cui quella sinistra ospita il fonte battesimale. Ai lati del presbiterio si aprono due aule minori a pianta rettangolare, accessibili dalla navata e poste al medesimo livello del presbiterio, con cui risultano comunicanti. Parte dell’ambiente ricavato sul fianco destro è adibito a sacrestia. L’ingresso principale, superata la bassa scalinata esterna, presenta una bussola lignea interna a cui si sovrappone la cantoria; l’ingresso minore, che si apre lungo il fianco destro della navata, è raggiungibile percorrendo un corridoio compreso nel corpo di fabbrica della canonica, con accesso dal fronte principale di quest’ultima. Lungo il fianco nord-occidentale della chiesa si colloca l’oratorio, mentre sul lato opposto la casa canonica si sviluppa ortogonalmente all’asse maggiore della chiesa.
Facciata
Facciata neoclassica a capanna con orientamento a sud-ovest. Due gradini conducono al portale d'ingresso rettangolare in pietra rosa della Valpolicella, sul cui artchitrave (riportante la data MDCCLXXXI) poggia un piccolo frontone in pietra. Sopra l'ingresso, in una nicchia, è contenuta la statua del cardinale Bartolomeo Bacilieri, che consacrò la chiesa. Più in alto una finestra rettangolare illumina l'interno. Ai lati dell'ingresso due coppie di paraste di ordine ionico, poggianti su due alte zoccolature, sostengono la trabeazione del frontone, impreziosito all'interno della cornice con una decorazione a dentatura. Sul vertice sommitale campeggia un'esile croce in ferro, su quelli laterali due urne acroteriali.
Strutture di elevazione
Le strutture portanti verticali sono realizzate con muratura in conci di pietra calcarea della Lessinia con apparecchiatura a corsi regolari e legati con malta di calce. I paramenti esterni ed interni presentano un rivestimento ad intonaco. Sono presenti contrafforti murari esterni lungo i fianci laterali della navata.
Strutture di orizzontamento e/o voltate
La navata è coperta da una volta in muratura scandita in cinque campate da costolature in aggetto, in cui si alternano porzioni di ampiezza minore voltate a botte semplice, con tratti corrispondenti alle campate maggiori voltate a botte con unghie laterali. La struttura voltata a copertura del presbiterio è definita dalla successione di tre campate intervallate da costolonature in aggetto, di cui la prima a botte, la seconda a botte con unghie laterali, e l’ultima, sovrapposta all’abside, suddivisa in cinque spicchi.
Coperture
Copertura a due falde con presunta struttura portante costituita da capriate lignee con sovrapposti arcarecci e orditura minore in travetti lignei. Manto di copertura con lamiera ad onduline e lastre in pietra della Lessinia nella fascia di imposta delle falde del tetto. Il manto di copertura del presbiterio, dell’oratorio e del corpo di fabbrica che ospita la sacrestia è interamente realizzato in lastre di pietra locale.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione dell’aula, realizzata con lastre in pietra della Lessinia, è attraversata da una fascia centrale longitudinale e da una ad essa ortogonale, in corrispondenza della quarta campata, realizzate entrambe in piastrelle di cemento con inerti colorati che disegnano un motivo geometrico policromo. Gli altari laterali sono posti su un basamento in marmo rosso Verona. Il presbiterio, a cui si accede superando due gradini in marmo rosso Verona, presenta una pavimentazione in piastrelle di cemento con decorazione geometrica policroma; il pavimento del vano absidale presenta un rivestimento ligneo.
Prospetti interni
L’ambiente interno, ben illuminato dalle ampie finestrature sommitali, è caratterizzato da un’armonica ed articolata composizione architettonica e decorativa che interessa organicamente gli alzati e le strutture voltate dell’aula e del presbiterio. In particolare i prospetti sono regolati dal ritmo dell’ordine, modulati da una teoria di lesene con capitelli ionici, sui quali si imposta un’alta trabeazione modanata che raccorda l’intero perimetro interno; in corrispondenza del secondo e del quarto intercolumnio, su entrambi i lati dell’aula, il partito architettonico inquadra un arco a tutto sesto che accoglie gli altari minori. L’apertura del presbiterio verso gli ambienti laterali delle aulette minori ha introdotto elementi stilisticamente incoerenti. Il trattamento cromatico e di finitura delle superfici evidenzia le modanature in aggetto del partito architettonico.
Prospetti esterni
I prospetti esterni della chiesa e degli ambienti annessi si presentano semplicemente intonacati e tinteggiati, percorsi alla base da una zoccolatura in lastre di pietra della Lessinia. Le strutture di elevazione della navata centrale, nella porzione che si eleva oltre i corpi di fabbrica annessi, sono invece ritmate dalle strutture murarie di contraffortatura aggettanti, a cui si alternano ampie finestrature rettangolari; una cornice sottogronda a guscia intonacata conclude i prospetti.
Campanile
Torre campanaria a pianta quadrata, interamente edificata in pietra bianca locale. Situata a lato dell'abside ed in collegamento con essa tramite un locale di servizio. Fusto privo di elementi architettonici di spicco, eccezion fatta per un'orologio inserito in una specchiatura sul lato sud-ovest. Cella campanaria ad edicola, separata dal fusto sottostante tramite una consistente trabeazione aggettante. Copertura a piramide in sottili lastre di pietra bianca della Valpolicella. Sul vertice campeggia una croce in ferro infissa in una sfera in rame.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1965-1975)
L'intervento di adeguamento liturgico del presbiterio ha previsto la rimozione delle antiche balaustre ed il posizionamento di un nuovo altare rivolto verso l’aula. Si conserva l'altare maggiore pre-conciliare con il tabernacolo.
presbiterio - intervento strutturale (1970-1980)
Apertura e collegamento del presbiterio verso gli ambienti laterali, adibiti ad aule minori.
altare - aggiunta arredo (1975-1985)
Altare in pietra locale rivolto verso l’assemblea e posto su basamento a prolungamento del primo gradino della predella dell’altare maggiore.
ambone - aggiunta arredo (1975-1985)
Nuovo ambone in pietra locale su basamento in pietra, collocato sul piano del presbiterio in posizione avanzata verso l'aula.
fonte battesimale - aggiunta arredo (1975-1985)
Nuovo fonte in marmo bianco collocato sul piano del presbiterio in posizione avanzata verso l'aula. Si conserva tuttavia l’antico fonte battesimale con vasca in marmo rosso Verona all’interno di una nicchia lungo il fianco sinistro dell’aula, in prossimità dell’ingresso.
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