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edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Ospitaletto
Cormano
Milano
chiesa
sussidiaria
S. Cristoforo
Parrocchia Buon Pastore
Impianto strutturale; Coperture; Campanile; Pianta; Pavimenti e pavimentazioni; Opere d'arte; Lapidi e iscrizioni
presbiterio - aggiunta arredo (1980); chiesa - aggiunta arredo (2015)
XI? - XII?(preesistenze Intero bene); 1582 - 1608(notizie storiche intero bene); 1611 - 1703(notizie storiche intero bene); 1786 - 1787(ristrutturazione intero bene); 1846 - 1848(ristrutturazione intero bene); 1900 - 1926(proprietà intero bene); 1931 - 1931(completamento campanile); 1940 - 1943(ristrutturazione intero bene ); 1957 - 1957(completamento campanile); 1957 - 1957(rifacimento area esterna); 1958 - 1958(rifacimento pavimento); 1975 - 1975(restauro intero bene); 1980 - 1980(rifacimento altare); 1982 - 1982(interno intero bene ); 2000 - 2010(?)(restauro intero bene); 2015 - 2015(affidamento del bene intero bene)
Chiesa di San Cristoforo
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di San Cristoforo <Ospitaletto, Cormano>
Altre denominazioni S. Cristoforo
Ambito culturale (ruolo)
maestranze lombarde (Costruzione edificio)
Notizie Storiche

XI? - XII? (preesistenze Intero bene)

La chiesa di San Cristoforo è ipotizzabile sia la chiesa più antica dell’attuale comune di Cormano, In realtà l’edificio sorge nella località di Ospitaletto, oggi facente parte del territorio di Cormano, ma indicata nella documentazione storica già nella seconda metà del ‘500 come edificio religioso della comunità di Ospitaletto. Fonti bibliografiche indicano la possibile esistenza della chiesa già in epoca medioevale quale edificio religioso che faceva capo alla cappellania della Pieve di Bruzzano, e probabilmente facente parte delle Signoria prima degli Homati, poi della famiglia Angiolini ed infine dei Da Conturbia. Alla chiesa probabilmente fin dalle sue origini possono attribuirsi funzioni legate al culto privato, per le famiglie che ne erano proprietarie.

1582 - 1608 (notizie storiche intero bene)

Le prime notizie certe dell’edificio sono contenute nella relazione stilata da San Carlo Borromeo nel 1582, in occasione della Visita pastorale a Cormano. La chiesa è indicata come “Oratorio o piccola chiesa di San Cristoforo sulla strada Comasina” Edificata in Ospitaletto e appartenente ai Fratelli De Homatis di Cormano. Viene descritta “…senza soffitto, senza pavimento, ma intonacata,…”. A causa dell’avanzato stato di degrado a conclusione della visita pastorale venne dato ordine che venisse sistemata e che venisse costruito il soffitto e il pavimento. La visita pastorale del 1608 di Mons. Baronio, mise nuovamente in evidenza l’avanzato stato di degrado dell’edificio. Nella descrizione per la prima volta viene fatto cenno alla forma architettonica della cappella ad emiciclo e sottolineato che l’ambiente liturgico era privo di dipinti e decori.

1611 - 1703 (notizie storiche intero bene)

Nella visita pastorale del 1611 il delegato del cardinale Federico Borromeo indicava nuovamente lo stato di degrado dell’edificio sacro e la richiesta da parte della di dedicare la chiesa anche a San Carlo. Della doppia dedicazione si ha conferma anche nelle successive visite pastorali del 1650-1651-1653-1688. Quest’ultima inoltre metteva ancora in evidenza il degrado strutturale dell’intero edificio. La situazione del degrado persistette fino al 1703 quando il cardinal Giuseppe Archinti nella relazione finale della sua visita pastorale, oltre a descrivere gli oggetti liturgici presenti nella chiesa diede ordine di provvedere alla manutenzione a tutta l’area dell’altare compresa la copertura, sistemati i serramenti e le porte d’accesso e collocati in opera i vasi in marmo dell’acqua santa.

1786 - 1787 (ristrutturazione intero bene)

Al periodo compreso tra il 1786 e il 1787 va attribuito un ampliamento e la ristrutturazione di parte dell’edificio già esistente; alcune fonti d’archivio legate ai passaggi di proprietà delle famiglie, attribuiscono invece a tale data il periodo di costruzione dell’edificio.

1846 - 1848 (ristrutturazione intero bene)

Nel 1846 la marchesa Malaspina, proprietaria della residenza ad Ospitaletto e della chiesa di San Cristoforo, lasciò tutti i sui beni al figlio Fortunato Da Conturbia. Dalla documentazione d’archivio si deduce che quest’ultimo apportò modifiche allo storico edificio, ma di queste non si hanno indicazioni precise, e che la chiesa oltre a San Cristoforo venne dedicato alla Vergine del Santo Rosario. Della dedicazione e dei lavori di ampliamento si ha richiamo nell’iscrizione apposta alla lapide ancora oggi visibile all’interno dell’edificio sulla parete di destra.

1900 - 1926 (proprietà intero bene)

I primi decenni del secolo breve furono tutti caratterizzati da atti e carteggi tra la famiglia Da Conturbia e l’Arcidiocesi per l’uso della chiesa di San Cristoforo. La controversia questione si chiuse nel 1926 con l’affermazione della cappellania e la nomina del parroco.

1931  (completamento campanile)

Nel luglio del 1931 vennero collocate sul campanile 3 campane provenienti dalla chiesa di Cormano.

1940 - 1943 (ristrutturazione intero bene )

Negli anni ‘40 del novecento don Gaetano Ripamonti ebbe l’autorizzazione ad aprire la chiesa al pubblico da parte della famiglia Da Contrubia e provvide immediatamente ad eseguire lavori di ristrutturazione dello spazio sacro, per poter rendere più accogliente il luogo. Al pittore Mansueto Chiarani, artista del luogo, vennero affidati i lavori di decorazione degli interni. Tutte le opere vennero eseguite grazie alla raccolta di fondi e all’impegno della popolazione del luogo. Il 19 luglio del 1943 la frazione di Ospitaletto venne smembrata dalla parrocchia di Cormano con decorrenza dall’1 agosto dello stesso anno, elevando a tale titolo la chiesa di San Cristoforo.

1957  (completamento campanile)

Con il crescere delle attività parrocchiali e la frequentazione assidua del luogo sacro, la chiesa di San Cristoforo negli anni compresi tra il 1957 e il 1960 venne allestita di tutti gli arredi sacri necessari, donati per lo più dalle associazioni parrocchiali e da privati. Nel 1957 vennero eseguiti lavori di ristrutturazione che interessarono la posa di un nuovo altare realizzato in marmo in sostituzione di quello in legno esistente, che ospitava, collocata di sopra della mensa, l’urna di San Vincenzo. Le spoglie San Vincenzo vennero portate a Ospitaletto probabilmente tra il 1703 e il 1756. Nella visita pastorale del 1703 del Card. Archinto non ne viene fatto cenno mentre erano presenti a San Cristoforo nel 1756, come indicato nella visita pastorale del Cardinal Giuseppe Pozzobonelli, il quale descrive la venerazione di un corpo di un martire contenuto in una cassetta di legno lavorata e con sigillo Arcivescovile. Del 1957 è il tabernacolo in metallo opera del Beato Angelico.

1957  (rifacimento area esterna)

Con il crescere delle attività parrocchiali e la frequentazione assidua del luogo sacro, venne realizzata una nuova pavimentazione, in cubetti di porfido, dell’area antistante alla chiesa e utilizzata come sagrato dell’edificio sacro.

1958  (rifacimento pavimento)

Oltre all’allestimento degli arredi sacri nel 1958 la parrocchia mise mano all’interno della chiesa di San Cristoforo, venne rifatta la pavimentazione e imbiancata l’aula liturgica.

1975  (restauro intero bene)

Nel 1975 nella chiesa di San Cristoforo, divenuta ormai chiesa sussidiaria della nuova parrocchiale del Buon Pastore, vennero eseguiti lavori di restauro alla facciata, al campanile e al tetto, attraverso il finanziamento di un gruppo di parrocchiani che si fece carico oltre al mantenimento anche della cura della chiesetta. Venne inoltre sistemata la pavimentazione in porfido dell’area antistante l’edificio sacro e collocato in opera il monumento dedicato ai combattenti e reduci, opera dello scultore don Annibale Orsenigo.

1980  (rifacimento altare)

Nel 1980 l’altare tridentino che secondo la riforma liturgica, voluta da Concilio Vaticano II, doveva essere rivolto al popolo venne abbandonato e realizzato un nuovo altare in formelle di bronzo raffiguranti la Creazione, l’Incarnazione, la Crocifissione, L’Eucarestia, realizzate dal sacerdote scultore don Annibale Orsenigo.

1982  (interno intero bene )

Nel 1982 ancora una volta si mise mano all’interno dello storico edificio, venne aperta una falsa finestra; stuccate le fessure presenti sulla volta e le pareti; scrostati gli intonaci nel tentativo di risanare la muratura già più volte rimaneggiata a causa della presenza dell’umidità di risalita e delle infiltrazioni; imbiancate le pareti; rifatta la pavimentazione in materiale ceramico.

2000 - 2010(?) (restauro intero bene)

Nel primo decennio del XXI secolo l’intero edifico ha subito un intervento di restauro sia interno che esterno. Per quanto riguarda le facciate l’intervento ha interessato tutta la parte bassa delle murature comprese le zoccolature e restaurati gli elementi decorativi lapidei posti in sommità. Per quanto riguarda gli interni sono stati demoliti degli intonaci considerati non più risanabili, in particolare nelle parti basse della muratura, quella maggiormente interessata dall’umidità di risalita e reintegrati con nuovi intonaci. Sono inoltre state rifatte le tinteggiature sia interne che esterne e verniciati i legni dei serramenti e del sottogronda.

2015  (affidamento del bene intero bene)

A partire dal dicembre 2015 la parrocchia, nell’ottica di un ecumenismo religioso ha destinato l’edificio ad uso delle celebrazioni ortodosse della comunità romena (composta da fedeli originari della Romania e residenti nei Comuni dell’hinterland Nord di Milano in particolare Bresso, Cinisello, Sesto, Cormano), pertanto lo spazio è stato allestito secondo la tradizione del culto ortodosso, che viene rimosso solo una volta all’anno in occasione della festa di San Vincenzo (22 gennaio), quando vengono effettuate le celebrazioni cattoliche parrocchiali in onore del Santo.
Descrizione

L’edificio si erige nel comune di Cormano e precisamente in quello che era il centro di Ospitaletto, una località agricola di antica origine che nell’ambito della suddivisione delle pievi apparteneva a quella di Bruzzano. L’edificio sacro è privo di sagrato, questo è sostituito da un’area pedonale, una piccola piazza di proprietà della parrocchia ma adiacente alla strada statale dei Giovi, una via ad alta percorrenza e ad intenso traffico. La chiesa di San Cristoforo presenta una struttura di linee neoclassiche, correttamente orientata. La facciata principale di forma semicircolare è scandita verticalmente da lesene che la ripartiscono in cinque spazi. Sono presenti cornicioni di piccolo aggetto in senso orizzontale che ripartiscono la facciata in due registri, quello inferiore del primo ordine che ospita il portale d’ingresso affiancato a destra e sinistra da due nicchie a mensola e agli estremi da due finestre semicircolari. Il primo ordine è sormontato da un registro superiore in cui sono presenti cinque cornici quadrate. La facciata si conclude con una cornice mistilinea sormontata da un frontone a volute e ventagli sulla cui sommità è posta al centro la statua della Vergine Maria. Quest’ultima è affiancata, lungo lo sviluppo del perimetro della forma semicircolare, da quattro vasi contenenti elementi scultorei che riproducono la fiamma che arde, realizzate in pietra arenaria, e disposti con cadenza regolare in corrispondenza alla sommità delle lesene che ripartiscono la facciata. Alla sinistra della facciata principale si erige il campanile, il cui paramento murario è costituito da un bugnato realizzato ad intonaco di colore differente rispetto al resto dell'edificio, un manufatto architettonico che per le sue finiture emerge dal volume ad intonaco della chiesa. Il bugnato si estende fino all’estrema quota della facciata della chiesa. La parte terminale del campanile è realizzata con muratura ad intonaco ripartite da cornici che ne definiscono un triplo ordine. Nel secondo ordine è alloggiato il quadrante dell’orologio, mentre il terzo è la vera e propria cella campanaria che si conclude con una cornice aggettante, al di sopra della quale si erige la copertura che ha base esagonale ed è realizzata a spicchi metallici, sormontati da una croce in ferro. La chiesa ha una pianta semplice ad unica navata, affiancata da una piccola navata posta a settentrione della stessa dimensione del campanile, in cui trovano posto il battistero e l’altare contenente la statua di San Cristoforo. La navata è divisa in tre parti, la zona semicircolare dell’ingresso, la parte centrale assimilabile ad un rettangolo e la zona presbiterale. Le murature sostengono una volta a padiglione ribassata con unghie e decorazioni lineari che definisco le specchiature architettoniche della struttura della volta. La zona d’ingresso semicircolare è sormontata da una volta a semisfera ribassata, che l’assimila ad un’abside. La parete di fondo dell’area presbiterale è invece piana e decorata nella parte superiore con una ripartizione geometrica che la riconduce illusionisticamente ad un catino absidale profondo. Al centro della parete è dipinta inoltre la parte terminale dell’altare marmoreo tridentino, definito da colonne sormontate da una trabeazione dal profilo mistilineo, assimilabile a forme barocche con cornici spezzate, volute e ghirlande floreali. Al centro è collocata la grande tela d’altare in cui è raffigurata l’”Adorazione dei pastori”. A destra e a sinistra dell’altare sono collocate due aperture che immettono nella sacrestia e in un locale di servizio. Le pareti non sono decorate con apparati pittorici ma semplicemente caratterizzate da una cornice che determina l’imposta della volta.
Impianto strutturale
L'edificio a pianta rettangolare con facciata a semicerchio, con l’aggiunta di una piccola navata sul lato settentrionale, è costituita da muratura continua in laterizio e pietrame. Tutte le superfici esterne della chiesa sono intonacate e tinteggiate.
Coperture
La chiesa presenta un tetto a falde in coppi di laterizio nella sua estensione coincidente con le linee che definiscono la planimetria. Anche la copertura della piccola navata di sinistra, ad unica falda è in coppi.
Campanile
Il campanile è inglobato nella struttura architettonica dell’edificio, si erige nell’angolo nord ovest della chiesa accanto alla facciata principale i cui caratteri stilistici e le sue finiture lo riconducono ad uno stile neoclassico. Il campanile è completamente realizzato in muratura continua ed è caratterizzato da un bugnato ad intonaco che lo riveste nella parte inferiore e in corrispondenza della cella campanaria. Il bugnato si estende fino all’estrema quota della facciata della chiesa. La parte terminale del campanile è realizzata con muratura ad intonaco ripartita da cornici che ne definiscono un triplo ordine. Nel secondo ordine è alloggiato il quadrante dell’orologio, mentre il terzo è la vera e propria cella campanaria che si conclude con una cornice aggettante, al di sopra della quale si erige la copertura a base esagonale e realizzata a spicchi metallici, sormontati da una croce in ferro. La cella campanaria è dotata di campane.
Pianta
La chiesa è costituita da un’unica navata rettangolare, al fianco sinistro dell’aula liturgica si apre una piccola navata, in cui trova spazio il fonte battesimale, una porta d’accesso prospiciente il cortile dell’edificio parrocchiale che si sviluppo a nord e la cappella dedicata a San Cristoforo. Ad est direttamente accessibile dal presbiterio è collocata la sacrestia e un locale di servizio.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimentazione dell'aula liturgica in piastrelle di ceramica coperte da un ampio tappeto. La pavimentazione dell’area presbiterale è caratterizzata da una soglia in beola e da marmette di graniglia disposte con disegni geometrici che creano un unico con campo centrale e una cornice.
Opere d'arte
Nella parete di destra del presbiterio è collocata la tela del quadro raffigurante San Giorgio mentre nella parete di sinistra si trova la tela raffigurante Sant’Ignazio di Loiola.
Lapidi e iscrizioni
Nella parete entrando a è collocata una lapide che ricorda i lavori svolti nel 1848, con l’iscrizione: “DOM scellum vetustate labentem iamdiu D° Christophoro dicatum nunc et B°M°V° Rosarii ampliori forma penitus renovatum turris adiecta anno MDMCCCLXVIII”
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1980)
La chiesa nel 1980 è stata adeguata nella zona presbiterale secondo le prescrizioni dell'adeguamento alla liturgia del Concilio Vaticano II. A seguito dell’avvenuta riforma liturgica espressa dal Concilio Vaticano II nel 1969, venne realizzato un nuovo altare bronzeo collocato all’interno dell’area presbiterale, mantenendo la struttura architettonica esistente dell’altare tridentino sormontato da un dipinto che rappresenta “l’Adorazione dei pastori”. E’ stato inoltre collocato un leggio che viene utilizzato come ambone e una seduta in legno.
chiesa - aggiunta arredo (2015)
Nella chiesa dal dicembre 2015 sono state rimosse tutte le panche e viene allestita la zona presbiterale secondo le necessità della celebrazione liturgica ortodossa rumena. Non è stata allestita l’iconostasi ma sono presenti arredi e icone legate alla tradizione liturgica che vi viene celebrata.
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