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Reggio di Calabria
Reggio Calabria - Bova
chiesa
parrocchiale
S. Maria della Cattolica dei Greci
Parrocchia di Santa Maria della Cattolica dei Greci
Pianta; Coperture; Struttura; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi; Scale
presbiterio - aggiunta arredo (1976)
XI sec - 1100(esistenza chiesa originaria); 1300 - XVII sec.(rito greco chiesa originaria); 1594/11/25 - 1599/05/11(descrizione chiesa originaria); 1606/03/26 - 1633/12/15(ampliamento parrocchia chiesa originaria); 1671/12/20 - 1686(trasformazioni interne chiesa originaria); 1744 - 1778(stato precario chiesa originaria); 1783/02/05 - 1783(distruzione chiesa originaria); 1788 - 1788(primo progetto chiesa attuale); 1803/09/28 - 1808(iter decisionale chiesa attuale); 1824 - 1833(iter decisionale chiesa attuale); 1833 - 1834(scelta del luogo chiesa attuale); 1841 - 1856(iter progettuale chiesa attuale); 1865/04/30 - 1873/03/07(primo progetto chiesa attuale); 1876 - 1876/05/22(progetto e posa prima pietra chiesa attuale); 1877 - 1890(costruzione chiesa ); 1908 - 1909(danneggiamenti chiesa ); 1911 - 1913(restauro interno chiesa); 1951 - 1953(danneggiamenti intero bene); 1954 - 1955(restauro intero bene); 1956 - 1956(restauro cupola e facciate); 1956 - 1957(arretramento facciata est); 1957/03/25 - 1957/03/25(riapertura al culto chiesa); 1961 - 1962(edificio per attività parrocchiali chiesa); 1970 - 1970(restauro sacrestia); 1976/08/15 - 1976/08/15(lapide per centenario chiesa); 1976 - 1976(adeguamento litugico presbiterio); 1984 - 1895(inaugurazione cappelle interno chiesa); 1986 - 1986/10/31(porta in bronzo facciata); 2002 - 2002(restauro intero bene)
Chiesa di Santa Maria della Cattolica dei Greci
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Santa Maria della Cattolica dei Greci <Reggio di Calabria>
Altre denominazioni S. Maria della Cattolica dei Greci
Autore (ruolo)
Pugliese Antonino (progettazione)
Ambito culturale (ruolo)
neoclassico (costruzione chiesa)
Notizie Storiche

XI sec - 1100 (esistenza chiesa originaria)

la Chiesa Collegiata di S. Maria era sita al centro nel nucleo medievale della città. In un diploma del Conte Ruggero si attestava già nel 1101, l’esistenza della Cattolica, sede del Protopapato e del Collegio Greco, stabilendo che la nomina del protopapa competeva direttamente al Sovrano e quindi la chiesa non era più di giurisdizione vescovile.

1300 - XVII sec. (rito greco chiesa originaria)

altri documenti del 1300 testimoniano la sua centralità rispetto alle chiese della diocesi reggina e che vi si officiava il rito greco, che perdurò per 400 anni sino alla metà del XVII secolo.

1594/11/25 - 1599/05/11 (descrizione chiesa originaria)

mancando altre fonti, in seguito alla distruzione degli Archivi incendiati nelle incursioni turchesche del XVI secolo, le informazioni sullo stato della chiesa tra la fine del Cinquecento e la prima metà del Seicento si trovano nelle visite dell’arcivescovo Annibale D’Afflitto. La prima visita risale al 25 novembre 1594 dopo l’incendio alla città operato dai Turchi, la seconda del 5 novembre 1599 documenta che vi si celebravano gli uffici divini in rito greco ed il presbitero, chiamato protopapa, era latino ed officiava secondo il rito romano. La «ecclesiae collegiatae S. Mariae, vulgariter dicta la Catholica» aveva al suo interno, secondo la tipologia delle chiese di rito greco, l’iconostasi, le icone, l’altare «a trapeza» (in tavole). Sul campanile a vela della chiesa erano posizionate due campane.

1606/03/26 - 1633/12/15 (ampliamento parrocchia chiesa originaria)

sette anni dopo, nel corso della terza visita pastorale, il 26 marzo del 1606 nel riconfermare l’ambito della parrocchia, specificava che presso questa chiesa veniva conservato il SS. Sacramento per i parroci delle chiese limitanti. Sul finire del 1633 l’arcivescovo D’Afflitto con decreto del 15 dicembre stabiliva i nuovi confini della parrocchia raddoppiandola.

1671/12/20 - 1686 (trasformazioni interne chiesa originaria)

il 20 dicembre 1671 l’arcivescovo Matteo De Gennaro visitando la «Chiesa Collegiata S. Maria de Catholica sub titulo Assumptionis Gloriosissime Virginis Mariae» annotò che aveva mantenuto le dimensioni rilevate in precedenza ma aveva subito alcune trasformazioni interne. Quindici anni dopo, l’arcivescovo Martino Ybanez da Villanueva, trovò la chiesa nel medesimo stato.

1744 - 1778 (stato precario chiesa originaria)

dopo l’epidemia di peste del 1744, in cui restò vittima lo stesso protopapa e la sua casa venne incendiata andando perduti i registri parrocchiali e i documenti sopravvissuti alle precedenti devastazioni, le condizioni della chiesa nel 1778 risultavano precarie, a seguito delle frequenti scosse di terremoto che interessarono la città di Reggio dopo il gennaio del 1769 e il dittereo Francesco Paolo Furfari scriveva al Marchese De Marco riguardo la «rifazione» della Real Chiesa Palatina di S. Maria della Cattolica detta la Comuneria Greca».

1783/02/05 - 1783 (distruzione chiesa originaria)

la chiesa venne distrutta dal terremoto del 5 febbraio 1783 e sacrificata dal Piano di ricostruzione della città redatto dall'ing. G.B. Mori per regolarizzare la maglia urbana, che rese impossibile la ricostruzione della chiesa distrutta sullo stesso sito.

1788  (primo progetto chiesa attuale)

fu lo stesso ing. G.B. Mori a redigere il progetto di «Costruzione della Parrocchia e Collegiata della Cattolica» nell’anno 1788 che prevedeva l’ipotesi di utilizzare l’impianto murario della dismessa chiesa di S. Gregorio Magno che era stata dei Gesuiti.

1803/09/28 - 1808 (iter decisionale chiesa attuale)

per alcuni anni la collocazione della nuova chiesa divenne oggetto di un serrato confronto, mentre veniva ospitata nella Cappella del Rosario dell’ex Convento dei Padri Domenicani in attesa del restauro della Chiesa di S. Gregorio Magno. L’attività della parrocchia venne fatta in quegli anni con l’uso della chiesetta «succursale» che il popolò chiamò "Cattolichella", sita nel luogo della attuale chiesa ma con la facciata rivolta verso Sud.

1824 - 1833 (iter decisionale chiesa attuale)

la pubblicazione del Real Decreto del 24 agosto1824 che confermava la soluzione di ospitare la chiesa nella cappella annessa all’antico Convento di S. Domenico situata poco più a monte del sito dell’antica chiesa collegiale determinò l’opposizione da parte della Confraternita detta del Rosario che l'aveva restaurata a sue spese e si tornò a prospettare la permuta con la chiesa di S. Gregorio Magno.

1833 - 1834 (scelta del luogo chiesa attuale)

dalla controversia tra le parti emerse intanto una nuova soluzione proposta dal Capitolo dei canonici della Collegiata della Cattolica nel 1833: di lasciar la chiesa attuale per costruirne una nuova sulla via Aschenez La proposta venne favorevolmente accolta dal Sindaco Fabrizio Plutino che, perfezionate le necessarie deliberazioni, le trasmise in tempi brevi al ministro degli Affari Interni Nicola Santangelo che, nell’aprile 1834, inviava l’autorizzazione «a far redigere il progetto estimativo e la pianta dell’opera».

1841 - 1856 (iter progettuale chiesa attuale)

la redazione del progetto fu lunga anche perché il Comune manifestava la difficoltà a sostenere l’impegno economico. Alcuni anni dopo la situazione fu aggravata dalla forte scossa di terremoto del 3 gennaio 1841, le cui repliche perdurarono diversi mesi. Molti edifici del centro urbano vennero danneggiati e tra questi anche la collegiata della Cattolica». Ciò costrinse i canonici della Collegiata ad abbandonare la chiesa e a ritornare ad officiare nella chiesetta baraccata, detta Cattolichella, che era vicina al suolo destinato per la costruzione della nuova chiesa. Nel 1856 venne redatto un progetto per l’adattamento della sagrestia.

1865/04/30 - 1873/03/07 (primo progetto chiesa attuale)

il 30 aprile 1865 l’ingegnere aiutante del Genio Civile Alfonso Giambrocono redigeva un Progetto sommario dei lavori necessarii per la costruzione di una nuova Chiesa... ove in atto trovasi edificata la piccola Chiesa detta Cattolichella». Oltre alla Chiesa si prevedeva la costruzione di locali accessori. Il 7 marzo 1873 la convenzione stipulata con il Comune venne ratificata dalla sacra Congregazione dei Vescovi e dei Regolari.

1876 - 1876/05/22 (progetto e posa prima pietra chiesa attuale)

Il protopapa d. Giuseppe Micheli, nel maggio 1876, richiese l’autorizzazione all’arcivescovo Francesco Converti per la costruzione della nuova Cchiesa, che nell’accordarla precisava alcuni criteri per l’edificazione. Il progetto fu affidato all’ing. Antonino Pugliese. Il 22 maggio 1876 venne emanato il Decreto di erezione della nuova chiesa. In quello stesso giorno l’arcivescovo Converti, alla presenza del sindaco della città, Luigi De Blasio, posava la prima pietra per la costruzione del nuovo edificio.

1877 - 1890 (costruzione chiesa )

Nel maggio 1877 l’arcivescovo Francesco Converti nel corso della sua visita pastorale annotava che la chiesa era in costruzione «non ancora completa» e nella successiva visita pastorale dell’agosto 1882 constatando che la nuova chiesa era stata iniziata otto anni prima a spese del Comune, invitava il protopapa e i canonici a costruire il tetto del tempio «in modo atto ad affrontare le intemperie». Il successivo protopapa Paolo Pellicano tenne informato costantemente il vicario diocesano, sullo stato dei lavori e sull’avanzamento degli stessi e sulle difficoltà economiche che impedivano la possibilità di concludere i lavori. Sei anni dopo, il nuovo arcivescovo Gennaro Portanova esortava il protopapa Luigi Cortese a chiudere al più presto i lavori per riaprirla al culto.

1908 - 1909 (danneggiamenti chiesa )

il 28 dicembre 1908 la chiesa subì anch'essa il violento terremoto ma resistette grazie alla solidità della struttura ed alla sua particolare giacitura in parte interrata. Vennero giù soltanto il timpano di facciata e le sommità dei due torri campanarie disposte ai due lati della facciata principale. In quel periodo era l'unica struttura religiosa ad essere funzionale nel centro urbano. Sempre a causa degli sconvolgimenti provocati dal terremoto, nel 1909 vennero riconfigurati i confini parrocchiali.

1911 - 1913 (restauro interno chiesa)

tra il 1911 e il 1913 il Comune di Reggio Calabria concorse con un sussidio alla spesa di ricostruzione della casa canonica, danneggiata dal sisma, curando anche le più urgenti opere di riparazione delle decorazioni interne.

1951 - 1953 (danneggiamenti intero bene)

rimasta indenne nel corso dei bombardamenti anglo-americani che colpirono la città nel 1943, la chiesa subì i danni delle alluvioni dell’ottobre 1951 e 1953. Il parroco del tempo Antonio Musolino avanzò già nel 1953 una richiesta al Ministro dell’Interno per avere stanziata una somma per i lavori di restauro.

1954 - 1955 (restauro intero bene)

l’anno successivo venne redatta dall’ing. Francesco Tibaldi una perizia dei lavori di riparazione: ripristino della cupola, riparazione della copertura e della casa canonica, rifacimento degli intonaci e delle decorazioni, riparazione del campanile con inserimento di parti di cemento armato nella cupola, nella copertura e nel campanile in sostituzione degli elementi lignei deteriorati. I lavori furono avviati nel 1955

1956  (restauro cupola e facciate)

nella cupola, che era composta di elementi lignei, si provvide alla sostituzione delle parti in legname deteriorate con una cupoletta in cemento armato appoggiata su un robusto tamburo in muratura di mattoni rinforzati da due telai in cemento armato, collegati da montanti. Dopo l’avvio ai lavori, nel 1956 lo stesso tecnico redigeva un «Progetto di Sistemazione dei prospetti esterni» che dovevano essere completati con la costruzione della seconda torre campanaria sud». Sulla facciata lato nord, oltre al risanamento per evitare infiltrazioni di acqua, venne prevista la loro intonacatura e coloriture armonizzate con l’adiacente facciata monumentale principale.

1956 - 1957 (arretramento facciata est)

sul prospetto posteriore il Comune aveva richiesto l’arretramento «per ottenere l’allineamento di tutto il fronte previsto dal Piano Regolatore della Città». Esso venne eseguito parzialmente, limitato alla linea frontale tangente all’abside, per rimodulare gli spazi ad uso della casa canonica. Sul finire del 1956 venne redatta una perizia suppletiva per la necessità di provvedere ad ulteriori riparazioni e i lavori si conclusero nel 1957.

1957/03/25  (riapertura al culto chiesa)

dopo l’ultimazione dei lavori essa, con l'aggiunta degli arredi interni, venne riaperta al culto con un solenne rito officiato dall’arcivescovo Giovanni Ferro il 25 marzo 1957, avvenimento ricordato da una lapida posta sulla sinistra del vano di ingresso.

1961 - 1962 (edificio per attività parrocchiali chiesa)

Cinque anni dopo nel corso della visita pastorale dello stesso arcivescovo, nella relazione veniva evidenziata l'urgenza di rifare l’intonaco esterno della cupola. Per risolvere la mancanza di spazi per le attività parrocchiali, il protopapa Musolino aveva acquistato nel maggio 1961 un edificio che tuttavia necessitava di opere di sistemazione e di completamento del piano superiore.

1970  (restauro sacrestia)

nella successiva visita dell’arcivescovo Giovanni Ferro del dicembre 1970, dalla relazione risulta che erano in corso lavori di restauro nella sagrestia per «limitare l’umidità e per rendere il locale decente ed ospitale», avviati contestualmente a quelli della chiesa nell’anno 1955.

1976/08/15  (lapide per centenario chiesa)

il 15 agosto 1976, giorno della festa dell’Assunta, ricorrendo il centenario dalla posa della prima pietra, dopo la celebrazione, l’arcivescovo Giovanni Ferro ed il Sindaco Luigi Aliquò scoprivano una lapide commemorativa dell’avvenimento sulla parete destra dell’ingresso.

1976  (adeguamento litugico presbiterio)

per questa occasione risultavano conclusi anche i lavori di adeguamento liturgico del presbiterio che si erano svolti semplicemente inserendo l'altare verso il popolo e l'ambone.

1984 - 1895 (inaugurazione cappelle interno chiesa)

la chiesa risultava funzionante da poco tempo quando domenica 5 maggio 1895, in occasione delle prime comunioni e delle cresime, l’arcivescovo Gennaro Portanova inaugurò la cappella dedicata al Cuore SS. di Gesù e, nell’ottobre successivo, venne completata la cappella del Cuore di Maria, posta di fronte.

1986 - 1986/10/31 (porta in bronzo facciata)

dieci anni dopo il protopapa Musolino per i suoi cinquanta anni di sacerdozio, commissionava allo scultore Giuseppe Niglia l’esecuzione di una porta in bronzo: la «Porta della Redenzione» inaugurata dall’arcivescovo Aurelio Sorrentino il 31 ottobre 1986. E' caratterizzata da otto riquadri biblici – teologici composti attorno a una grande croce centrale e dalle figure in verticale dei santi Pietro e Paolo e di quattro santi di rito greco: S. Leone che fu protopapa della Cattolica e successivamente vescovo di Catania, S. Cipriano, S. Elia e S. Fantino.

2002  (restauro intero bene)

nel 2002 la chiesa è stata interessata da lavori di restauro curati, dalla Soprintendenza, sui prospetti principali ed all’interno. All’esterno si è proceduto alla rimozione della patina che ricopriva i conci in pietra di Siracusa con le necessarie integrazioni nelle parti più corrose ed all’interno con il restauro delle decorazioni a stucco e con la finitura a pittura delle pareti.
Descrizione

la Chiesa rappresenta l'istituzione cristiana più antica nella città Reggio Calabria e le sue origini sono legate al culto bizantino: la chiesa è stata per secoli la cattedrale della città e poi, con l'avvento del rito latino, la concattedrale di rito greco. Sede del protopapato dove si officiava il rito greco sino alla metà del XVII sec., dal 1818 il protopapa non è più indipendente dal vescovo. La sua collocazione era vicina a quella attuale, che si caratterizza per la posizione su un arteria commerciale del centro cittadino. Costituisce una delle poche testimonianze architettoniche della Reggio ottocentesca, essendo sopravvissuta quasi indenne al terribile terremoto che nel 1908 ha raso al suolo la città. Era stata costruita circa 20 anni prima in stile neoclassico, con la facciata definita da un ordine gigante costituito da quattro semicolonne con capitello composito che poggiano su un basamento lapideo in pietra locale, raccordate da una alta trabeazione con timpano triangolare. Al centro l'unico portone di ingresso, racchiuso in un portale lapideo sormontato anch'esso da un timpano triangolare, e ai lati opposti due nicchie sulle quali sono raffigurati a rilievo a sinistra i simboli eucaristici, e a destra le insegne del protopapa. A completamento ci sono le due torri campanarie, una delle quali racchiude campane del XX secolo, leggermente arretrate. Il prospetto lato nord si adatta alla forte pendenza della strada e si affaccia su un tapis roulant di recente costruzione. L'interno, progettato con pianta a croce latina piuttosto compatta per motivi antisismici, conserva la impostazione originaria, anche se ha subito alcuni rifacimenti. Lo spazio è caratterizzato dal doppio ordine disegnato dalla ricca cornice aggettante che corre lungo tutto il perimetro, evidenziata dal nuovo sistema illuminante: essa divide la parte bassa dai colori accesi e ricca di decori, disegnata da sei robusti pilastri scanditi da lesene binate e archi a tutto sesto, che dividono l'aula dalle navate laterali, destinate ad ospitare gli altari devozionali, dalla parte superiore, dai toni chiari e più semplicemente scandita da una sequenza di finestre con vetrate artistiche colorate. Una cupola sovrasta l’incrocio della navata centrale con il transetto definendo l’area presbiteriale che si prolunga, oltre l’arco trionfale, nell’abside semicircolare nella quale sono collocati, in posizione centrale, il quadro della Madonna dell’Assunta, titolare della chiesa e, lateralmente, i quadri della Natività e della Deposizione dalla Croce, opera del pittore reggino Nunzio Bava.
Pianta
a croce latina a tre navate, di cui la centrale, terminante con abside semicircolare, triplica la larghezza di quelle laterali, che si limitano ad ospitare altari devozionali. Il transetto è sormontato da cupola illuminata al centro
Coperture
piana in c.a.
Struttura
in muratura portante
Pavimenti e pavimentazioni
in marmo grigio bardiglio e bianco Carrara a disegni geometrici, la cui tessitura cambia dalla linearità nell'aula, alla scacchiera nel transetto, a una maggiore articolazione compositiva nel presbiterio ì
Elementi decorativi
decorazioni esterne: nicchie che racchiudono simboli liturgici decorazioni interne: ricca cornice che corre lungo tutto il perimetro, decori a stucco sulle chiavi degli archi, rivestimento delle paraste in marmo rosso siciliano, cupola riccamente decorata con cornici ovali che racchiudono volti di santi, parete del fonte battesimale rivestita di mosaici su disegno del pittore Nunzio Bava, vetrate artistiche
Scale
scalinata esterna di accesso in pietra di Macellari
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1976)
l' adeguamento liturgico è stato realizzato in occasione del centenario dell'inizio della costruzione della chiesa con il posizionamento dell'altare basilicale verso il popolo con paliotto a tarsie marmoree policrome e dell' ambone.
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